La trasformazione dei processi produttivi in chiave 4.0 è un percorso complesso, che però offre alle imprese la possibilità di innovare le modalità di produzione, con rilevanti benefici in termini di efficienza, qualità dei prodotti e servizi offerti, competitività e sviluppo del proprio business.
La digitalizzazione è quindi una grande opportunità per le imprese, ma anche una grande sfida che richiede una nuova una nuova cultura aziendale, competenze specifiche e investimenti.
Per molte imprese Industria 4.0 è già una realtà, ma ci sono ancora molte Pmi, che non hanno messo a fuoco i propri fabbisogni e i possibili investimenti per la digitalizzazione. Questo processo non è più rinviabile. L’esperienza dell’ultimo anno e mezzo ha messo in evidenza che le tecnologie digitali non sono “semplicemente” una chiave per la competitività, ma per la continuità operativa stessa. Grazie alle tecnologie 4.0 durante i mesi di lockdown tante imprese hanno potuto continuare a produrre, a fornire beni, a collaudare macchinari e impianti da remoto, a fare manutenzione a distanza, garantendo la continuità di intere filiere.
La digitalizzazione inoltre è un percorso fondamentale anche per avviare i processi produttivi verso percorsi di sostenibilità ambientale. Tecnologie digitali, come ad esempio l’IoT e l’intelligenza artificiale, possono contribuire alla riduzione dei consumi energetici e ad un uso più efficiente delle risorse.
Per le imprese, affrontare la transizione digitale e green significa ripensare i processi produttivi e affrontare profondi percorsi di innovazione, che vanno sostenuti e orientati con politiche mirate, che forniscano alle imprese il supporto necessario in tutte le fasi del processo di trasformazione: dalle attività di ricerca e innovazione alla realizzazione di investimenti in beni materiali e immateriali e soprattutto le competenze che rappresentano l’asset fondamentale per gestire e implementare il cambiamento.
Trasformazione digitale in quattro mosse
Questi temi sono stati approfonditi anche nell’ambito dei lavori del B20, che ha affrontato il tema della trasformazione digitale a 360 gradi per tenere conto di tutti gli aspetti necessari a realizzare una trasformazione inclusiva.
Partendo dal presupposto che l’implementazione di politiche per lo sviluppo del digitale può sia facilitare la trasformazione dei processi produttivi sia contribuire alla creazione di un ecosistema favorevole alla crescita economica e sociale inclusiva, i lavori del B20 hanno portato all’identificazione di quattro pilastri sui cui intervenire e costruire un percorso di trasformazione digitale.
Il primo riguarda la connettività e l’accesso a Internet: si tratta di un prerequisito fondamentale. Poter contare su infrastrutture digitali di alta qualità e ad alta velocità per le imprese significa operare con meno incertezze e con strumenti capaci di rispondere alle loro necessità.
Peraltro, dato il ruolo sempre più incisivo del digitale nell’economia mondiale, assicurare una connessione a Internet per tutti sarà la chiave per ottenere una crescita inclusiva e per ridurre le disuguaglianze all’interno dei Paesi e tra Paesi. Rendere disponibile a quante più persone possibile una connessione a Internet ridurrà le barriere di accesso all’economia digitale, oltre a stimolare l’innovazione, la concorrenza, e l’inclusione sociale.
Per massimizzare i benefici della connettività sarà quindi necessario accelerare il prima possibile e il più possibile l’installazione delle infrastrutture legate alla connettività, utilizzando tutte le tecnologie disponibili (rete fissa, mobile e satellitare).
Il secondo pilastro identificato nell’ambito dei lavori del B20 è la fiducia nell’ecosistema digitale da parte degli stakeholder, che può essere costruita non solo garantendo la sicurezza della rete, ma anche evitando frodi e abusi che disincentivano l’utilizzo delle tecnologie. Questo obiettivo può essere raggiunto attraverso l’armonizzazione dei principi regolatori che probabilmente rappresenta lo strumento più efficace per diffondere la fiducia nel digitale. Considerate le differenti esigenze tra Paesi – dovuti a diversi contesti economici, sociali e culturali – il percorso è certamente complesso, ma i membri del G20 hanno un’opportunità per cominciare a discuterne, individuando gli elementi su cui lavorare: identificarli è il primo passo per avviare un processo di armonizzazione che, creando fiducia, consentirà la creazione di un ambiente favorevole all’innovazione e alla competitività.
Le attività di Ricerca e Sviluppo, fondata su una sempre più stretta collaborazione tra attori privati e pubblici, è il terzo pilastro della trasformazione digitale. I Paesi del B20 hanno sottolineato la necessità che i governi incentivino la ricerca nelle nuove tecnologie e lo sviluppo di nuove applicazioni che possano aumentare la produttività delle aziende. Vanno quindi promossi programmi nazionali di ricerca e sviluppo e aumentata la percentuale del Pil spesa in queste attività.
Infine, il quarto pilastro individuato dal B20 consiste nella creazione di una società inclusiva e pronta alla trasformazione digitale. la chiave per realizzare questo obiettivo sono le competenze, che vanno intese sia nel senso di hard skills, competenze di tipo tecnico, che di soft skills, competenze applicabili in ogni settore e ruolo.
Puntare sulle nuove competenze
Unanimemente, e non solo nella Task force dedicata alla trasformazione digitale, è stato sottolineato che i governi dovrebbero definire strategie nazionali sia per formare i giovani e creare le competenze necessarie a gestire le tecnologie digitali sia per adeguare alle nuove richieste del mercato le conoscenze delle risorse umane già impiegate. Per la definizione di tali strategie è necessario mappare i fabbisogni formativi e assumere un ruolo proattivo nell’up-skilling e re-skilling della forza lavoro dove necessario. Parallelamente, è considerato fondamentale anche diffondere le soft skills legate al digitale al fine di sviluppare la conoscenza delle opportunità ma anche dei rischi della rete e promuovere così un utilizzo responsabile e consapevole di Internet.
L’approccio adottato dal B20, in conclusione, mira ad affrontare la trasformazione digitale attraverso la creazione di solide fondamenta con politiche che tengano certamente conto delle esigenze delle imprese, ma anche della società nel suo complesso. Se gestita adeguatamente, quindi, la trasformazione digitale potrà essere un elemento di crescita per tutte le componenti della società.