Trilemma energetico: questo il termine che si utilizza con frequenza in riferimento alla sfida di fornire energia sostenibile, sicura e conveniente. Negli ultimi anni, soprattutto in Europa, si è posto l’accento sulle caratteristiche di sostenibilità e convenienza. Il piano “Pronti per il 55%” dell’UE promette una riduzione del 55% delle emissioni di gas serra entro il 2030, con l’obiettivo di un azzeramento delle emissioni nette di gas climalteranti entro il 2050. Il crollo dei costi per l’energia da fonti rinnovabili ha reso questi obiettivi un po’ più facili da raggiungere. Tra il 2010 e il 2020, il costo dell’energia solare è diminuito dell’85% e quello dell’energia eolica del 56%. L’energia da fonti rinnovabili oggi è spesso più economica da produrre rispetto a quella da combustibili fossili.
Tuttavia, con l’invasione russa dell’Ucraina, la sicurezza degli approvvigionamenti diventa l’elemento chiave del trilemma per il 2023. L’attuale situazione nei mercati dell’energia è diversa dalle crisi del passato, con un capovolgimento dei vecchi paradigmi in fatto di sicurezza energetica.
Il mondo sta vivendo la sua prima crisi globale del gas naturale. Un tempo, il gas naturale liquefatto (Gnl) veniva commercializzato su grande scala, con i gasdotti che collegavano venditori e acquirenti di gas naturale in una relazione esclusiva a lungo termine simile a un matrimonio. I gasdotti sono ancora cruciali: nel 2020 i gasdotti hanno fornito circa tre quarti del gas naturale importato in Europa. Tuttavia, con l’avvento del trading del Gnl, il gas non più disponibile a livello regionale può prendere la strada dei mercati globali del gas naturale, poiché il Gnl si sposta verso i mercati con prezzi elevati. Il gas naturale russo che non viene più fornito all’Europa sta dirigendosi verso i mercati di Asia, Africa e America Latina. Il rallentamento dell’economia cinese a causa del Covid sta contribuendo in una certa misura a mantenere bassi i prezzi del Gnl, ma la situazione potrebbe anche cambiare. L’Europa non avrebbe ancora raggiunto il punto più alto dei prezzi del gas naturale.
Anche i mercati petroliferi globali stanno vivendo qualcosa di completamente nuovo. I consumatori di petrolio stanno utilizzando la domanda di petrolio come arma, a differenza di quanto avvenuto in occasione delle crisi petrolifere degli anni Settanta, quando i produttori bloccarono l’offerta per punire i consumatori. L’UE e il G7 hanno sanzionato il trasporto marittimo e il finanziamento del petrolio russo, pur consentendo le vendite qualora il petrolio venisse venduto con un massimale di prezzo, evitando in tal modo le sanzioni. Resta da vedere se il prezzo deciso funzionerà bene; l’applicazione è difficile, il tetto massimo iniziale è quasi lo stesso prezzo di quello che i russi stanno già ottenendo per il loro petrolio da clienti al di fuori dell’UE e del G7. Il fatto è che i mercati petroliferi si trovano in un territorio inesplorato e incerto.
È chiaro che un sistema energetico basato su elettricità rinnovabile e altre fonti non fossili avrebbe evitato questo pasticcio, ma il mondo ancora non è pronto, è ancora lontano dall’essere guidato da una realtà energetica prevalentemente “pulita”. Per l’elettricità da fonti rinnovabili, che oggi è conveniente e fattibile, ad esempio, la transizione richiede tempo e disponibilità di capitali da investire. In altri settori, le tecnologie per abbandonare i combustibili fossili non sono ancora mature. Basti pensare alla produzione di acciaio o ammoniaca. Ci sono altri usi diffusi dei combustibili fossili la cui sostituzione richiede molto tempo e risorse. Ad esempio, il riscaldamento a gas naturale è prevalente in gran parte dell’Europa. Per passare alle pompe di calore elettriche andrebbero sostituiti gli impianti di riscaldamento di milioni di abitazioni private e attività commerciali.
La grande sfida per i responsabili politici e l’industria energetica riguarda il fatto che il mondo vuole più combustibili fossili nell’immediato, ma non per sempre. Dobbiamo alimentare il sistema energetico odierno e contemporaneamente lavorare per trasformarlo nel sistema che vogliamo per il futuro.
La chiave per raggiungere entrambi questi obiettivi contemporaneamente è trovare delle modalità che ci consentano di soddisfare le esigenze energetiche attuali nel rispetto del futuro. Ciò implica evitare il lock-in dell’infrastruttura dei combustibili fossili ricorrendo a strumenti finanziari o tecnici. Dal punto di vista finanziario, ciò potrebbe significare strutturare finanziamenti e contratti per nuovi impianti di importazione di Gnl in Europa in modo da consentire un recupero più rapido dei costi. Così facendo, gli investitori potrebbero ottenere un ritorno sull’investimento pur chiudendo l’impianto quando non è più necessario. Dal punto di vista tecnico, si potrebbero costruire gasdotti che in futuro siano in grado di trasportare idrogeno verde. Non tutte le infrastrutture per il gas naturale possono essere adattate all’idrogeno. L’idrogeno è una molecola molto più piccola e più soggetta a perdite. Inoltre, l’idrogeno richiede superfici metalliche con caratteristiche diverse, per evitare la fragilizzazione e le cricche delle tubazioni che lo trasportano. Se però i gasdotti vengono progettati fin da subito per il trasporto di idrogeno, sarà possibile riutilizzarli in seguito. Ciò è particolarmente rilevante per i gasdotti dal Nord Africa, area ricca di gas naturale e risorse rinnovabili. Anche far funzionare le centrali a carbone oltre la data di dismissione prevista o riattivare le centrali a carbone già dismesse potrebbe risultare una buona decisione a breve termine. Questi impianti produrranno maggiori emissioni di gas serra nell’immediato; ciò nonostante, sono una soluzione economica per mantenere le luci accese in un momento di crisi, consentendo di concentrarsi sugli investimenti per il futuro.
L’Europa sta attraversando un momento particolarmente difficile in cui il raggiungimento di tutti e tre gli obiettivi di approvvigionamento energetico (energia sostenibile, sicura e conveniente) sembra quasi impossibile. Tuttavia, un futuro sistema energetico meno dipendente dai combustibili fossili sarà meno soggetto a crisi come quella che stiamo vivendo attualmente. L’Europa e il resto del mondo resisteranno alla tempesta del mercato energetico causata dall’aggressione della Russia in Ucraina e alla fine ne usciranno più forti di prima.