I negoziati tra Ucraina e Russia: chi sono i diplomatici e quali gli scenari futuri
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Analysis

Ucraina-Russia: chi sono i negoziatori e quali gli scenari

Mikhail Minakov
|
Iliya Kusa
14 aprile 2022

La guerra russa contro l'Ucraina va avanti ormai da cinquanta giorni. I negoziati tra Kiev e Mosca, su due track finora, sono iniziati immediatamente il giorno dopo l'invasione. E anche se le posizioni delle parti diventano man mano più chiare, nessun compromesso sembra essere all'orizzonte.

 

Le due track e le persone coinvolte

La prima track dei negoziati è gestito da due squadre di consulenti. Diversi incontri di persona dei team ucraino e russo, guidati da David Arakhamia per l'Ucraina e da Vladimir Medinsky per la Russia, hanno avuto luogo in Bielorussia durante le prime settimane di guerra.

Più tardi, le squadre che lavoravano su questa track hanno iniziato a incontrarsi più spesso per discutere l'applicazione dei corridoi umanitari, gli scambi di prigionieri di guerra e, soprattutto, l'agenda per la riunione dei ministri degli esteri dei rispettivi Paesi.

Il team ucraino comprende direttamente rappresentanti della squadra del presidente Zelensky: David Arakhamia, leader della fazione parlamentare Servo del Popolo (a cui il presidente è affiliato); il ministro della Giustizia Denys Malyuska, il consigliere dell'ufficio presidenziale Mykhailo Podolyak, il ministro della Difesa Oleksii Reznikov, il viceministro degli Esteri Mykola Tochitsky, e tre deputati parlamentari, Andriy Kostin, Dmytro Lubinets e Rustem Umerov. Nell'aprile 2022, la squadra è stata poi ufficialmente allargata con l'aggiunta di due esperti di lungo corso, l'avvocato internazionale Alexander Malinovsky e il diplomatico veterano Alexander Chaly. La maggior parte dei membri del gruppo hanno accesso diretto al presidente Zelensky e rappresentano quindi la sua amministrazione.

La delegazione russa è guidata da uno degli assistenti del presidente Vladimir Putin, Vladimir Medinsky, ideologo conservatore, ex ministro della cultura e presidente della Società storica militare russa. La delegazione comprende poi anche il viceministro degli esteri Andrei Rudenko, l'ambasciatore russo in Bielorussia Boris Gryzlov, Leonid Slutsky, capo del comitato internazionale della Duma di Stato, e il viceministro della difesa Alexander Fomin. Questi delegati rappresentano quindi un gruppo di esperti burocrati di fiducia, scelti in modo da attuare i desideri di Putin, ma sono meno in contatto diretto con il presidente rispetto agli ucraini.

La seconda track di negoziati è invece in corso tra i rispettivi ministri degli affari esteri. Il ministro ucraino Dmytro Kuleba e il suo omologo russo, Sergei Lavrov, si sono incontrati due volte, il 10 marzo ad Antalya, in Turchia, e di nuovo ad Istanbul il 28 marzo. I colloqui hanno portato a decisioni molto importanti, come il ritiro delle truppe russe da tre regioni dell'Ucraina settentrionale, e una bozza di d’accordo che potrebbe portare in futuro a un incontro fra Zelensky e Putin (ma che ancora non è in programma).

Tuttavia, questi tentativi sembrano aver raggiunto uno stallo. Il 7 aprile, Lavrov ha rilasciato una dichiarazione pubblica, sostenendo che l'Ucraina gli aveva presentato una bozza di accordo di pace che "deviava" dalle proposte che entrambe le parti avevano precedentemente concordato "per iscritto". La stessa dichiarazione è stata ripetuta da Purin il 12 aprile, concludendo che i colloqui di pace su questa track sono in un "vicolo cieco".

Nel tentativo di mediazione della track dei ministri delle relazioni estere sono state coinvolte anche le leadership israeliana e turca e alcuni altri negoziatori non ufficiali, come Roman Abramovich.

Le punti politici di disaccordo tra la Russia e l'Ucraina in una prospettiva a lungo termine — come lo status dei territori occupati, le garanzie di sicurezza, l’eventuale neutralità e lo status non nucleare dell'Ucraina — hanno però occupato quasi da subito i negoziati insieme alle questioni direttamente legate al conflitto stesso, come un cessate il fuoco permanente, gli scambi di prigionieri di guerra, gli sforzi di evacuazione e l'accesso delle organizzazioni di aiuti umanitari.

 

La posizioni delle parti, non solo Ucraina e Russia

Ucraina e Russia, così come degli Stati Uniti, del Regno Unito, dell'UE e delle potenze asiatiche, hanno ovviamente posizioni assai diverse.

L'Ucraina insiste per un ritorno allo status quo prebellico, il che significa che le truppe russe devono ritirarsi almeno alle posizioni tenute prima del 24 febbraio. Il presidente Zelensky e i suoi aiutanti hanno costantemente sottolineato che la Russia dovrebbe contribuire finanziariamente agli sforzi di ricostruzione postbellica e pagare un risarcimento a tutte le vittime della guerra. Se Mosca dovesse rifiutare, le sanzioni saranno mantenute anche dopo la conclusione di un accordo formale di cessate il fuoco.

Inoltre, le autorità ucraine vogliono che i territori occupati nel 2014 rimangano oggetto di ulteriori negoziati e insistono sulla necessità che, nel frattempo, Mosca ritiri il suo riconoscimento delle repubbliche autoproclamate nel s.

Sembra invece che Kiev sia disposta a rinunciare alle sue aspirazioni di adesione alla NATO ed è pronta a parlare di neutralità sotto forti garanzie straniere, comprese quelle della Russia.

La richiesta di adesione all’Unione Europea non sembra invece subire tentennamenti: dopo che, a fine febbraio, il governo ucraino aveva inoltrato domanda formale, la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, durante la sua visita a Bucha, ha consegnato a Zelensky il questionario da compilare per iniziare la valutazione dell’adesione.

La posizione russa si è evoluta negli ultimi cinquanta giorni. Nelle prime settimane di guerra, le richieste politiche di Mosca includevano non solo che l'Ucraina non entrasse nella NATO o che cambiasse la sua costituzione per rimanere neutrale, ma anche alcune restrizioni sul sistema di difesa ucraino, il numero di personale militare e il volume e i tipi di importazioni di armi. Culturalmente, Mosca ha chiesto che l'Ucraina includa costituzionalmente la lingua russa come seconda lingua ufficiale e vieti le organizzazioni di estrema destra.

Attualmente, sembra che le richieste russe siano state ridimensionate, soprattutto dopo che è diventato chiaro che Mosca non sarebbe riuscita a prendere Kiev, fare il rapido cambio di regime e controllare le regioni settentrionali dell'Ucraina.

Nelle ultime settimane, la Russia ha spostato la sua attenzione militare sulle zone orientali e meridionali, dove le sue forze di terra sono riuscite a fare qualche progresso. Le recenti richieste della Russia si concentrano così principalmente sullo status neutrale e non nucleare dell'Ucraina, sull'abbandono della pretesa di adesione alla NATO e sul non dispiegamento di basi militari o sistemi d'arma stranieri.

Inoltre, mentre sembra che la Russia sia disposta a ritirarsi dai territori occupati nell’ultimo mese e mezzo, è improbabile che lasci le regioni meridionali e orientali dell'Ucraina, dove può attingere a una significativa forza lavoro e ha già iniziato a reclutare politici locali per stabilire nuove autorità politiche di occupazione.

Oggi, per la Russia, sembra imperativo strappare almeno una " vittoria minima" che comprenda: (1) il controllo della città di Mariupol, (2) l'espansione delle sedicenti repubbliche autoproclamate del Donbass fino ai limiti dei loro confini amministrativi regionali, (3) una presenza militare permanente nel regione di Kherson sufficiente a garantire l'approvvigionamento di acqua dolce alla Crimea, e (4) la conservazione del ponte di terra che collega il territorio controllato dai separatisti nel Donbass con la penisola di Crimea attraverso la costa del Mar d'Azov e la regione di Kherson. Questo sarebbe sufficiente al governo russo per dichiararsi vincitore.

Gli Stati Uniti e il Regno Unito sembrano aspettarsi una guerra per procura a lungo termine contro la Russia attraverso l'Ucraina. Un impegno così esteso permetterebbe il mantenimento delle sanzioni anti-russe, un ulteriore consolidamento degli alleati occidentali e un indebolimento della Russia nel lungo periodo.

Queste sono alcune delle ragioni per cui i funzionari americani e britannici erano inizialmente scettici rispetto ai colloqui di pace tra Ucraina e Russia. Per Washington e Londra, un rapido accordo di pace, anche se di breve durata, permetterebbe alla Russia di riprendersi dall’avventura militare e di riorganizzarsi, mentre alcuni partner europei allenterebbero il regime delle sanzioni e ripristinerebbero almeno alcuni legami commerciali con Mosca.

Gli stati membri dell'UE sembrano uniti sulla necessità di rispondere all'invasione militare russa, ma hanno le loro differenze quando si tratta di bruciare i ponti con Mosca, rafforzare la pressione delle sanzioni, o dare all'Ucraina armi più sofisticate.

Germania, Italia, Paesi Bassi, Austria, Francia, Belgio e altri paesi dell'Europa occidentale vogliono che questa guerra finisca il più presto possibile. Una fine rapida permetterebbe loro di stabilizzare i mercati e i prezzi delle materie prime, rendendo gestibili le minacce alla stabilità socioeconomica e ripristinando parzialmente il commercio con la Russia.

D'altra parte, Polonia, Slovenia, Lituania, Lettonia ed Estonia stanno spingendo per ulteriori sanzioni, compreso un embargo energetico totale e un blocco dei trasporti, e per la consegna di armi più sofisticate all'Ucraina, compresi aerei, carri armati e sistemi antiaerei.

La maggior parte dei Paesi del sud globale, compresi pesi massimi come India, Pakistan, Cina, Indonesia, Malesia, Uzbekistan, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita ed Egitto, continuano a insistere per migliorare il dialogo tra l’Occidente e la Russia e raggiungere la pace in Ucraina il più presto possibile.

Tuttavia, diversi Paesi stanno anche guardando a un futuro ruolo potenziale come garanti della sicurezza dell'Ucraina. Cina, Turchia e Israele sono tra questi. In una prospettiva a lungo termine, i Paesi asiatici e africani credono che la guerra in Ucraina dovrebbe portare alla creazione di una nuova architettura di sicurezza post-Guerra Fredda, non dominata dalle istituzioni occidentali. Per loro, la Russia sembra essere uno sfidante dell'Occidente e un campione di tale cambiamento geopolitico.

 

I possibili scenari futuri

In questa mix di interessi contrastanti, è troppo presto per avere una visione chiara di come potrebbe essere la struttura di un possibile accordo di pace. Sembra chiaro che la maggior parte dei negoziati sarà dedicata a determinare le linee lungo le quali le parti avranno stabilito le loro posizioni nel momento in cui sarà raggiunto un accordo di cessate il fuoco. Il controllo del territorio determinerà non solo il futuro equilibrio militare e politico tra la Russia e l'Ucraina, ma anche le prospettive per quest’ultima di riprendersi economicamente con successo.

Inoltre, lo status della Crimea e del Donbass è una questione chiave nell'agenda dei negoziatori, a causa dell'enorme significato della questione per l’opinione pubblica altamente polarizzata sia dell'Ucraina che della Russia. Infine, la modalità dello status neutrale dell'Ucraina sarà di grande interesse per Mosca e Kiev. L'Ucraina vuole chiaramente minimizzare qualsiasi limitazione alla sua sovranità inscritta in qualsiasi possibile accordo di neutralità, mentre ci si aspetta che la Russia cerchi di imporre ulteriori restrizioni sulle armi e indebolire le garanzie di sicurezza straniere per l'Ucraina.

Quali possibili scenari futuri?

Scenario 1. L'Ucraina ha vinto, soprattutto con gli strumenti politici, la battaglia per Kiev e l'Ucraina settentrionale, il che dimostra che la resistenza ucraina e la pressione occidentale possono scoraggiare le truppe russe. Se lo stesso si ripetesse nel sud e nell'est, dove i difensori di Kharkiv e Mykolayiv hanno già dimostrato efficienza nel respingere l'esercito russo, l'intera guerra contro l'Ucraina potrà finire con la sconfitta russa. In questo caso, la disfatta può essere possibile grazie a una combinazione di pressione politica esterna, aumento del sostegno militare all'Ucraina, peggioramento della crisi economica e colpo di stato in Russia

In questo scenario, l'Ucraina riconquisterebbe tutti i suoi territori occupati dal 2014, diventerebbe neutrale o comunque si affermerebbe come uno dei pilastri dell'influenza occidentale in Europa orientale e nella Russia del dopoguerra. Inoltre, l'Ucraina diventerebbe un membro dell'UE e, probabilmente, della NATO.

Tuttavia, pur essendo ottimista per l'Ucraina e i suoi attuali obiettivi politici, questo scenario creerà una serie di nuove sfide: la reintegrazione sicura dei territori occupati, i possibili disordini politici in Russia e la destabilizzazione (fino a una possibile guerra civile), il collasso del fragile equilibrio di sicurezza regionale con vecchi conflitti congelati che probabilmente si riaccenderanno (Transnistria, le terre di confine tra Kirghizistan e Tagikistan, Siria, Ossezia del Sud, Abkhazia, mentre nel l’accordo di cessate il fuoco del 2020 è già stato violato).

Scenario 2. Un altro scenario positivo per l’Ucraina potrebbe essere un accordo di pace che conduca a un ritiro delle truppe russe dal suolo ucraino, ripristinando la divisione del territorio preesistente al 24 febbraio, anche in presenza di una Russia coesa al suo interno e con una migliore posizione militare nell’est e sud del Paese. L’Ucraina diventerebbe neutrale sotto forti garanzie internazionali e senza limitazioni alla costruzione di capacità militare nazionale e al restauro postbellico, pagate dalla Russia e dai fondi internazionali. In questo caso, l'Ucraina otterrebbe la luce verde per entrare nell'UE. La Crimea e la regione del Donbass rimarrebbero comunque oggetto di ulteriori negoziati tra la Russia e l’Ucraina nei prossimi anni.

Scenario 3. La guerra prolungata, le perdite inaccettabili delle truppe russe e la crisi socioeconomica in Russia potrebbero costringere le parti in guerra a cercare un compromesso e raggiungere qualche accordo non permanente che metterebbe fine alla fase attiva del conflitto. In questo caso alcuni territori potrebbero rimanere sotto l'occupazione russa, con qualche obbligo formale di discutere il loro ritorno in futuro. L'Ucraina potrebbe accettare la neutralità sotto garanzie straniere, ma uscirebbe dalla prospettiva di adesione alla NATO. Tuttavia, l'Ucraina potrebbe entrare nell'UE.

Scenario 4. Se la Russia rimane unita sotto Putin e la situazione militare peggiora per l'Ucraina nel sud-est e con una nuova minaccia per Kiev e le regioni occidentali, l'Ucraina potrebbe essere costretta a un accordo più favorevole al Cremlino. Tale scenario negativo prevede che l'Ucraina accetti la neutralità sotto garanzie straniere con possibili limitazioni del suo sistema di difesa. Mosca cercherebbe anche di modificare la costituzione ucraina e la legislazione sull'integrazione europea e le politiche culturali. In questo scenario, l'Ucraina sarebbe anche limitata nell'adesione alla NATO e all'UE.

Scenario 5. Lo scenario peggiore per l’Ucraina prevede un rapido crollo del fronte militare nel sud e nell'est, la perdita di più territori nel nord-est, l'accerchiamento delle forze ucraine nel Donbass, il ritorno della minaccia militare russa su Kiev e Odessa. L'Ucraina perde più territorio, il governo di Zelensky viene rovesciato dopo un'umiliante sconfitta, il Paese diventa una "zona grigia" per la "pace fredda" tra l’Occidente e la Russia con la Cina.

Tuttavia, è ancora troppo presto per sapere quale quadro potrebbe emergere da questi cinque scenari, soprattutto perché la guerra continua e il cambiamento geopolitico provoca sempre più colpi di scena. La battaglia per l'est dell'Ucraina sarà probabilmente cruciale per il risultato complessivo della guerra e per le posizioni negoziali delle parti. Anche il conflitto tra USA e UE, da una parte, e Russia e Cina, dall'altra, potrà essere essenziale per definite i futuri processi di pace. Nel frattempo, atrocità e crimini di guerra continuano a verificarsi in Ucraina.

 

Un estratto di questo testo è stato precedentemente pubblicato dal Kennan Institute del Woodrow Wilson International Center for Scholars.

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AUTORI

Mikhail Minakov
KENNAN INSTITUTE
Iliya Kusa
Ukranian Institute for the Future

Image credits: Murat Cetin Muhurdar/Turkish Presidential Press Service (CC BY 2.0)

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