Stasera Biden e Putin si sentiranno telefonicamente. Il leader USA offre “una via diplomatica” al Cremlino sull’Ucraina. E il 10 gennaio i due presidenti potrebbero incontrarsi direttamente
“Non credo che i nostri colleghi se la caveranno con qualche 'bla bla bla' come potrebbe dire Greta Thunberg. Quindi vogliamo davvero qualcosa di serio questa volta.” Dmitry Polyanskiy, vice inviato russo all’ONU, anticipa così il colloquio telefonico, previsto per stasera alle ore 21:30, tra i presidenti di Russia e Stati Uniti. Il leader USA Joe Biden ha accettato l’invito a sentirsi per telefono – è la seconda volta in un mese – del suo omologo Vladimir Putin. Dalla Casa Bianca fanno sapere che Biden vuole offrire al Cremlino “una via diplomatica” sull’Ucraina, che da settimane ha fatto risalire tensioni da Guerra fredda a causa delle truppe russe che si stanno concentrando sul confine orientale del paese. Il vertice di oggi anticipa l’incontro in presenza programmato per il prossimo 10 gennaio, quando USA e Russia discuteranno ancora del dossier ucraino, così come del controllo delle armi nucleari. Il 12 e 13 gennaio, invece, la Russia terrà incontri con NATO e OSCE. Il destino dei rapporti transatlantici passa dunque per i colloqui sull’Ucraina, che da tempo è tornata a temere il pericolo invasione.
Una via diplomatica?
La telefonata di oggi, come confermano fonti americane, è stata un’iniziativa russa. Subito accolta da Washington, che con Mosca vuole tenere aperta “una via diplomatica”. Via che per settimane è sembrata sbarrata da almeno 100mila soldati russi che l’intelligence USA avrebbe rilevato a ridosso del confine con l’Ucraina, arrivando ad ipotizzarne un’invasione già nel mese di gennaio. Un’eventualità che dal Cremlino hanno smentito. I soldati al confine – che hanno condotto alcune esercitazioni militari – sarebbero una diplomazia dei muscoli, dopo che quella fatta di summit e negoziati non ha portato a risultati concreti: Mosca vuole respingere l’espansionismo della NATO, mentre l’Occidente si dice preoccupato per l’integrità territoriale dell’Ucraina. Biden, dal canto suo, vuole rilanciare lo strumento multilaterale e gode dell’appoggio dei partner europei: se si arriverà ad un’invasione del territorio ucraino, gli USA e i suoi alleati risponderanno con sanzioni severe e coordinate contro la Russia. Nella giornata di mercoledì, il segretario di stato USA Antony Blinken ha parlato con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky per rassicurare l’appoggio americano all’indipendenza, sovranità e integrità territoriale di Kiev. Come a dire: gli USA riaprono la via diplomatica, ma sono pronti a rispondere ad ogni tipo di minaccia. Per Mosca, la soluzione passa per il ritiro delle truppe NATO dai confini orientali e per la cessazione del supporto militare all’Ucraina.
Mosca fa quadrato con Minsk?
Della questione ucraina Vladimir Putin ne ha già parlato mercoledì a San Pietroburgo col suo omologo bielorusso Aleksandr Lukashenko. Un incontro – seguito dalla consueta partita di Hockey Bielorussia-Russia, giocata anche da entrambi i presidenti – in cui si è parlato della cooperazione tra i due paesi. Lukashenko ha ammesso che le sanzioni occidentali contro la Bielorussia hanno sì colpito l’economia ma ha detto che il pil è in crescita e che il volume di affari e scambi con la Russia è cresciuto. Ma la cooperazione tra i due non è solo di tipo commerciale: Putin e Lukashenko hanno infatti confermato l’intenzione di tenere esercitazioni militari congiunte per il prossimo anno, esprimendo altresì insofferenza per quelle della NATO. I due paesi hanno diversi accordi di cooperazione e, secondo alcuni analisti, la stessa invasione dell’Ucraina potrebbe compiersi da territorio bielorusso. Lukashenko aveva inoltre già detto che la Bielorussia avrebbe ospitato armi nucleari russe. In attesa di parlare con Biden, dunque, Putin rinsalda il vecchio legame col leader bielorusso, la cui reputazione in Europa è già compromessa per via dell’autoritarismo crescente di Minsk e per la questione dei migranti al confine con la Polonia.
E Nord Stream2?
Non si esclude poi che nei colloqui telefonici di stasera si parlerà anche delle forniture di gas all’Europa attraverso Nord Stream 2. Mentre da Gazprom fanno sapere che è pienamente operativo e pronto per il funzionamento, Putin ha detto che la messa in funzione del nuovo gasdotto russo influenzerà al ribasso i prezzi del gas. Una prospettiva che a fronte dei recenti rincari energetici in Europa non viene trascurata. Il gasdotto, quando entrerà definitivamente in funzione, raddoppierà la fornitura di gas alla Germania, principale acquirente europeo del gas russo. Al contempo, però, l’Ucraina, che è stata a lungo l’unico paese su cui correvano i gasdotti di Mosca, perderà fino a 3 miliardi di euro in mancati diritti di transito, ovvero il 7% delle entrate statali. Se per il presidente russo, il gasdotto – una volta ricevuta l’approvazione tedesca, prevista a metà 2022 – aiuterà a stabilizzare i prezzi nel settore energetico, per l’Europa questa convenienza potrebbe avere un doppio costo geopolitico. Innanzitutto, aumenterebbe la dipendenza del nostro continente dalla Russia, e poi isolerebbe, anche economicamente, l’Ucraina, il cui destino dipende sempre più da quanto viene deciso a Mosca.
Il commento
Di Eleonora Tafuro Ambrosetti, Osservatorio ISPI Russia, Caucaso e Asia Centrale
“Keep your friends close and your enemies closer” – questo detto potrebbe spiegare bene la decisione del presidente americano di acconsentire a questa telefonata con Putin. Alcuni analisti accusano Biden di aver “ceduto” alle richieste russe e sostengono che il dialogo con Mosca non fa altro che dare a Putin lo status internazionale cui anela. In realtà, l’atteggiamento di Biden è perfettamente coerente con la strategia che ha enunciato fin dalla sua elezione: fermezza, ma dialogo; sostegno agli alleati, ma anche alla diplomazia. Ed è l’unica strategia sensata, visto che, per quanto difficile, il dialogo e la diplomazia sono le uniche alternative al conflitto aperto e a pesanti sanzioni che in molti, negli USA e soprattutto in UE, non sembrano disposti a imporre.
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A cura della redazione di ISPI Online Publications (Responsabile Daily Focus: Alessia De Luca, ISPI Advisor for Online Publications)