“L'Italia si appresta a ricoprire un ruolo di primo piano a livello internazionale. Dal 1° dicembre sarà infatti presidente di turno del G20, il gruppo che riunisce le più importanti economie del mondo. È una sfida di non poco conto perché il G20 italiano del 2021 si tiene mentre la pandemia non è ancora alle spalle e in un contesto internazionale di elevata rivalità tra gli Stati. Per accompagnare il percorso verso questo importante appuntamento, lanciamo oggi una nuova newsletter bisettimanale. Cinque uscite per comprendere cos'è il G20, cosa ha fatto in passato, ma soprattutto cosa potrà fare in futuro sulle principali sfide gobali: dall'ambiente al commercio, dal futuro del lavoro alla trasformazione digitale.
Un occhio al futuro che anche l'ISPI terrà dal prossimo dicembre in quanto coordinatore nazionale/chair del Think20, l'organismo ufficiale che raccoglie i principali think tank e centri di ricerca di tutto il mondo con l'obiettivo di fornire raccomandazioni di policy ai leader politici del G20.”
Paolo Magri, Vice Presidente Esecutivo ISPI
Nel 2021 l’Italia assumerà la presidenza del G20, il summit dei capi di stato e di governo dei 20 “grandi” del mondo. Dal 2009 il G20 riunisce ogni anno 19 delle prime economie del mondo, più l’Unione europea, e dal 2011 il vertice si tiene una volta l’anno in uno dei 19 paesi ospitanti.
Il summit G20 è stato elevato al livello dei capi di stato e di governo nel corso della Grande recessione del 2009, con lo specifico intento di dare una risposta comune alla crisi economica. Risposta che in effetti c’è stata, con uno stimolo globale coordinato di quasi 700 miliardi di dollari (equivalente all’1,1% del Pil mondiale di allora) e l’avvio della riforma dell’architettura finanziaria internazionale.
Nel corso del tempo il vertice si è arricchito, venendo a includere un numero sempre maggiore di temi che trascendono le capacità di risposta dei singoli paesi e che, dunque, necessitano di soluzioni a livello globale: dalla lotta al cambiamento climatico alla salvaguardia del libero commercio internazionale, dalla cooperazione per lo sviluppo dei paesi più poveri all’antiterrorismo. Inevitabile che nel 2020 il vertice trattasse anche temi di carattere sanitario, in particolare per discutere sul possibile coordinamento della risposta alla pandemia di Covid-19.
L’espansione dell’agenda è stata resa possibile anche dal fatto che i 19 membri nazionali che partecipano al vertice detengono una “quota di maggioranza” - spesso molto netta - in molti ambiti internazionali (vedi infra), fornendo così particolare credibilità e rappresentatività al G20. Tuttavia, negli ultimi anni accresciute tensioni internazionali tra le grandi potenze, una maggiore sfiducia nei confronti della cooperazione internazionale e la crescita di populismi e nazionalismi all’interno dei singoli paesi hanno reso sempre più difficile la ricerca di soluzioni multilaterali alle sfide globali.
Per un rinnovato multilateralismo
di Giampiero Massolo, Presidente ISPI
La pandemia da Covid-19 ha fatto emergere due realtà che minacciano seriamente il multilateralismo: la difficoltà dei governi nazionali nel trovare risposte coordinate e la crescente attrattiva del “my country first”. La crisi del multilateralismo, da problema latente ormai da tempo, è diventata ora un’evidenza innegabile. Molti governi e una fetta crescente di opinione pubblica non vedono più nell’approccio multilaterale uno strumento efficace per affrontare le sfide globali.
I motivi di questa crisi sono molteplici. Continua a leggere
Il G20 non è solo riconducibile al summit. Questo include anche una serie di riunioni a livello ministeriale (che spaziano dall’economia all’ambiente, dall’istruzione alla salute) e un ciclo di workshop e conferenze dedicati a temi specifici (nel 2020, per esempio, si va dalla digitalizzazione all’economia circolare, dagli effetti della pandemia alla mobilità sostenibile).
Inoltre, a partire dal 2010, ai lavori governativi sono stati affiancati otto organismi ufficiali, chiamati engagement groups, che forniscono input e raccomandazioni ai partecipanti al summit. In particolare, al “Think 20” partecipano i principali think tank e centri di ricerca del mondo.
G20: dalle origini a oggi
di Franco Bruni, Vicepresidente ISPI
Il G20, la cui edizione 2021 si svolgerà nel nostro Paese con la presidenza italiana, è nato nel 1999 come foro di consultazione dei ministri finanziari e governatori delle banche centrali dei maggiori Paesi del mondo soprattutto in seguito alla crisi finanziaria asiatica dei due anni precedenti. Per dieci anni non si è dato un obiettivo di effettivo coordinamento delle politiche. In seguito alla Grande recessione del 2007-08 è stato rilanciato come una sede di concertazione dei capi di stato e di governo. Continua a leggere
L'ISPI al T20 Arabia Saudita
I precedenti appuntamenti
17 settembre
Task Force 1, Summit Season Webinar
con Lucia Tajoli (Senior Associate Research Fellow, ISPI)
22 settembre
Task Force 2, Summit Season Webinar
con Marzio Galeotti (Senior Associate Research Fellow, ISPI)
1 ottobre
Task Force 4, Social Cohesion and the State
con Carlo Secchi (Vice President, ISPI)
I prossimi appuntamenti
6 ottobre
Task Force 6, Economy, Employment, and Education in the Digital Age
con Gianmario Verona (Rector, Bocconi University)
8 ottobre
Task Force 5: The Future of Multilateralism and Global Governance
con Giampiero Massolo (President, ISPI)
20 ottobre
Task Force 9: Migration and Young Societies
con Paolo Magri (Executive Vice President, ISPI)
22 ottobre
Task Force 10: Sustainable Energy, Water, and Food Systems
con Franco Bruni (Vice President, ISPI)