Verso il G20 italiano: cibo, sviluppo, infrastrutture | ISPI
Salta al contenuto principale

Form di ricerca

  • ISTITUTO
  • PALAZZO CLERICI
  • MEDMED

  • login
  • EN
  • IT
Home
  • ISTITUTO
  • PALAZZO CLERICI
  • MEDMED
  • Home
  • RICERCA
    • OSSERVATORI
    • Asia
    • Digitalizzazione e Cybersecurity
    • Europa e Governance Globale
    • Geoeconomia
    • Medio Oriente e Nord Africa
    • Radicalizzazione e Terrorismo Internazionale
    • Russia, Caucaso e Asia Centrale
    • Infrastrutture
    • PROGRAMMI
    • Africa
    • America Latina
    • Global Cities
    • Migrazioni
    • Relazioni transatlantiche
    • Religioni e relazioni internazionali
    • Sicurezza energetica
    • DataLab
  • ISPI SCHOOL
  • PUBBLICAZIONI
  • EVENTI
  • PER IMPRESE
    • cosa facciamo
    • Incontri su invito
    • Conferenze di scenario
    • Formazione ad hoc
    • Future Leaders Program
    • I Nostri Soci
  • ANALISTI

  • Home
  • RICERCA
    • OSSERVATORI
    • Asia
    • Digitalizzazione e Cybersecurity
    • Europa e Governance Globale
    • Geoeconomia
    • Medio Oriente e Nord Africa
    • Radicalizzazione e Terrorismo Internazionale
    • Russia, Caucaso e Asia Centrale
    • Infrastrutture
    • PROGRAMMI
    • Africa
    • America Latina
    • Global Cities
    • Migrazioni
    • Relazioni transatlantiche
    • Religioni e relazioni internazionali
    • Sicurezza energetica
    • DataLab
  • ISPI SCHOOL
  • PUBBLICAZIONI
  • EVENTI
  • PER IMPRESE
    • cosa facciamo
    • Incontri su invito
    • Conferenze di scenario
    • Formazione ad hoc
    • Future Leaders Program
    • I Nostri Soci
  • ANALISTI
I temi di quest'anno

Verso il G20 italiano: cibo, sviluppo, infrastrutture

18 febbraio 2021

Continua la serie di Focus speciali sulla storia, le grandi sfide e gli obiettivi del G20 in vista della presidenza italiana del 2021. Una serie che l'Ispi realizza in quanto prossimo coordinatore nazionale/chair del Think20, l'organismo ufficiale che raccoglie i principali think tank e centri di ricerca di tutto il mondo per fornire raccomandazioni di policy ai leader del G20.

 

Il summit G20 è stato elevato al livello dei capi di stato e di governo nel corso della Grande recessione del 2009, con lo specifico intento di dare una risposta comune alla crisi economica. Risposta che non ha tardato, con uno stimolo globale coordinato equivalente all’1,1% del PIL mondiale di allora e l’avvio della riforma dell’architettura finanziaria internazionale. Ma con il passare degli anni il G20 si è spinto ben oltre la finanza e l’economia, fino a trattare molte sfide globali.

Oggi, con una pandemia globale in corso, il summit è chiamato a dare risposte concrete a tutte le altre sfide comuni, che rischiano di passare in secondo piano. Di certo una risposta che bisognerà dare presto sarà quella di garantire una corretta alimentazione ai 7,8 miliardi di abitanti del pianeta, e in particolare ai 3 miliardi di individui che soffrono di malnutrizione (tra cui 820 milioni di persone in stato di grave insicurezza alimentare).

Per il Direttore generale della FAO Qu Dongyu, con gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sdg) il mondo si è posto un traguardo molto ambizioso: quello di eradicare l’insicurezza alimentare entro il 2030 [LINK]. Un obiettivo difficile da raggiungere, e che quest’anno è stato reso ancora più complicato dall’aumento della povertà causato dalla pandemia: le persone che versano in grave insicurezza sono aumentate del 20%, da 690 a 820 milioni. Proprio per questo, secondo Qu “oggi più che mai appare necessario avviare una cooperazione globale coordinata”. E, da qui, è nata l’idea di creare una Food Coalition, un meccanismo multilaterale e multisettoriale inteso a mobilitare assistenza a livello politico, finanziario e tecnico a sostegno dei paesi colpiti dall'emergenza Covid-19.

*** 

La “Food Coalition”: una sinergia tra FAO, Italia e altri partner

di Qu Dongyu, Direttore generale della FAO

La Food Coalition ha preso il via. Per la comunità internazionale si tratta di un’opportunità straordinaria per fare fronte comune dinanzi alle sfide che la pandemia da COVID-19 ha disseminato nel cammino verso la realizzazione dell’Agenda per lo Sviluppo Sostenibile e il conseguimento dell’obiettivo Fame zero.

L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) è orgogliosa di guidare la Food Coalition, che è stata concepita per mobilitare capitale politico, economico e tecnico al fine di migliorare la resilienza dei sistemi agroalimentari e delle persone vulnerabili in tutto il mondo, e di evitare che l’attuale emergenza sanitaria degeneri in una crisi alimentare. Continua a leggere

 ***

Oltre alla questione della sicurezza alimentare, il G20 è anche una sede fondamentale per discutere degli aiuti allo sviluppo. I suoi membri contano infatti per il 72% degli aiuti allo sviluppo mondiali, mentre il restante è quasi del tutto erogato da paesi appartenenti all’Unione europea (che partecipa al vertice in qualità di “ventesimo membro”).

Secondo Elizabeth Sidiropoulos, Chief Executive del think tank sudafricano SAIIA, gli ambiziosi Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) saranno ancora più difficili da raggiungere entro il 2030, a causa della pandemia. Quando nel 2010 il G20 ha istituito il Development Working Group, lo ha fatto riconoscendo che una delle soluzioni per la crisi finanziaria internazionale passasse anche per la riduzione del divario di sviluppo tra i paesi e per la riduzione della povertà. E, malgrado il G20 non sia direttamente un organo finanziatore e non lanci progetti di sviluppo, il suo contributo più importante è quello di migliorare il coordinamento e la collaborazione tra i suoi membri.

Sidiripoulos spiega che nell’era post-Covid il G20 dovrebbe darsi quattro priorità: (1) razionalizzare e coordinare le varie attività già esistenti a favore dello sviluppo, con un approccio multi-stakeholder che coinvolga anche le banche multilaterali per lo sviluppo, il settore privato e gli enti locali; (2) combattere la corruzione e le fughe di capitali dai paesi in via di sviluppo; (3) coordinare la difficile fase di rinegoziazione o cancellazione del debito di molti paesi fortemente indebitati; (4) considerare di includere i paesi a medio reddito tra i beneficiari di alcune delle iniziative di sviluppo destinate oggi esclusivamente ai paesi a basso reddito.

 

G20 and Development

di Elizabeth Sidiropoulos, South African Institute of International Affairs

COVID has turned everything upside down. The global lockdowns, the stresses on weak health systems, the absence of fiscal space and social safety nets, the downturn in the world economy, have wiped out years of progress in development across the developing world. Continua a leggere

 ***

I temi dell’alimentazione e dello sviluppo sostenibile sono strettamente legati a quello degli investimenti in infrastrutture. Da un lato, la sicurezza alimentare dipende anche da catene di distribuzione capaci di garantire a tutti l’accesso a cibo a prezzi accessibili. Dall’altro, il tema delle infrastrutture è stato direttamente inserito tra i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (Obiettivo 9), ed è indirettamente cruciale per il raggiungimento di molti altri di questi obiettivi, dall’istruzione all’accesso all’acqua, dall’energia verde alla sostenibilità urbana.

Come sottolinea Nicolas Buchoud, fellow della Global Solutions Initiative, gli investimenti in infrastrutture sono un tema ricorrente negli incontri del G20, dal momento che sono uno degli elementi fondamentali per rendere sostenibile e duratura la crescita economica.  Anche in questo caso, i membri del G20 hanno di fronte a loro un compito di portata quasi colossale: stimolare investimenti per almeno 15.000 miliardi di dollari per i prossimi due decenni. A questa cifra ammonta infatti il divario tra gli investimenti in infrastrutture necessari per una crescita globale in linea con gli ultimi tre decenni e quelli a oggi previsti.

Si tratta di una cifra equivalente al 19% del PIL mondiale annuo, ovvero allo 0,9% del PIL mondiale annuo spalmato su un ventennio di maggiori spese. L’ammanco più grande (8.000 miliardi di dollari), oltre la metà del totale, riguarda gli investimenti in strade, mentre a seguire si trovano gli investimenti nel settore energetico (con un ammanco di 2.900 miliardi di dollari) e nelle ferrovie (1.100 miliardi).

 ***

Infrastructure investments and financing in the G20/T20 agenda in the time of the Covid-19 crisis

di Nicolas Buchoud, Global Solutions Initiative

Infrastructure investment has been a recurrent issue within the G20 agenda in the past decade as one element of the structural reforms to support growth.  It has also been in the scope of the T20 since its foundation in 2012. Continua a leggere

 

Image credits (CC BY 2.0): Presidencia de la Republica Mexicana

 

Contenuti correlati: 
Verso il G20 italiano
Verso il G20 italiano: clima, energia e migrazioni
Verso il G20 italiano: economia e commercio internazionale

Ti potrebbero interessare anche:

Consumi di gas: quanto conta il clima
Matteo Villa
ISPI
Gli italiani e la politica internazionale
Assalto a Capitol Hill: “Incriminate Trump”
Biden rilancia sull'Africa
Qatargate: Terremoto all'Europarlamento
In 64 paesi al mondo è aumentata la corruzione (l'Italia no è tra questi)

Tags

governance g20 Italia
Versione stampabile
 
Verso il G20

SEGUICI E RICEVI LE NOSTRE NEWS

Iscriviti alla newsletter Scopri ISPI su Telegram

Chi siamo - Lavora con noi - Analisti - Contatti - Ufficio stampa - Privacy

ISPI (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale) - Palazzo Clerici (Via Clerici 5 - 20121 Milano) - P.IVA IT02141980157