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SANZIONI

Verso l'ottavo pacchetto

Fulvio Liberatore
23 settembre 2022

Fin dall’adozione del primo pacchetto delle sanzioni verso Russia, Bielorussia e territori occupati dell’Ucraina (23 febbraio 2022), le imprese dell’Unione europea hanno dovuto districarsi nell’intricato reticolo delle restrizioni al commercio con tali Paesi e territori. Le restrizioni hanno prodotto, anche a causa della loro articolazione, una tensione vieppiù crescente tra la necessità di mantenere vivo il commercio con l’area sanzionata e la volontà dell’Unione europea e dei suoi partner (come individuati dal Reg. (UE) 833/214 e successive modifiche e integrazioni) di limitare le capacità militari e tecnologiche della Russia e di esercitare una pressione crescente sulla sua economia.

 

Nuove sanzioni in arrivo?

L’intero apparato sanzionatorio si è configurato, poi, con l’avvicendarsi dei vari pacchetti, come un’evoluzione progressiva dei Regolamenti unionali adottati a fronte della crisi in Ucraina del 2014 (per quanto riguarda la Russia) e in seguito alle azioni repressive e alle irregolarità verificatesi durante le elezioni presidenziali del 2006 per quanto riguarda la Bielorussia. Se le prime sanzioni adottate nei confronti della Federazione russa nel 2014 colpivano nello specifico la filiera oil&gas e il trasferimento di prodotti duali a specifici “soggetti listati”, oggi, a due mesi dal settimo e ultimo pacchetto - definito di “manutenzione e allineamento” - del 21 luglio 2022 (entrato in vigore il 22 luglio 2022), il quadro sanzionatorio si è allargato andando a intercettare settori spesso molto lontani da quel core business energetico che era stato il principale se non l’unico bersaglio del precedente apparato sanzionatorio.

E il quadro è certamente destinato a complicarsi notevolmente qualora il livello intimidatorio delle sanzioni unionali dovesse compiere un balzo dimensionale: se Mosca, infatti, ponesse in atto una concreta minaccia nucleare e procedesse con la mobilitazione “parziale” decisa negli ultimi giorni - che porterebbe ad abbandonare definitivamente l’idea della “operazione speciale” adottata dal governo russo a giustificazione della propria aggressione (come riportato da Politico) -, la UE non potrebbe altro che introdurre sanzioni destinate ad aggredire l’intero assetto dell’export verso la Russia e non limitate a interventi circoscritti sulle restrizioni in essere. Pertanto, in attesa di offrire ulteriori suggerimenti interpretativi qualora il nuovo pacchetto dovesse prender corpo, si ritiene che fin d’ora gli operatori si preparino a nuove forme di restrizione, capaci di “chiudere” molti dei canali rimasti aperti nel commercio con la Russia.

L’ampliamento dello spettro dei soggetti (persone fisiche, entità, organizzazioni), prodotti e tecnologie oggetto delle misure restrittive ha fatto sorgere, in ogni caso, la necessità per gli operatori economici di adottare (o adeguare) vere e proprie procedure volte ad analizzare tecnicamente i prodotti e verificare la liceità anche soggettiva delle transazioni commerciali (con i Paese interessati) per assicurarsi che i primi e le seconde siano conformi alla normativa sanzionatoria unionale. Purtroppo, l’impianto e, soprattutto, i dettagli normativi dei pacchetti sanzionatori sono spesso tali da far insorgere dubbi e perplessità in ordine all’interpretazione e alle modalità di applicazione delle restrizioni stesse, quando lette analiticamente in un contesto reale e non semplicemente astratto.

A ciò si aggiungono numerosi errori redazionali (moltiplicati dalle traduzioni delle versioni nazionalizzate dei regolamenti unionali) e alcune descrizioni capziose dei prodotti oggetto di restrizioni, rendendo ancor più complicata e irta di ostacoli la compliance degli operatori. Ben consapevole della necessità di chiarire - almeno in parte - i numerosi dubbi e ridurre o dissolvere le paure degli esportatori, la Commissione europea, oltre a correggere in occasione di ogni successivo pacchetto gli errori più evidenti, ha introdotto in maniera progressiva un elenco di Frequenlty Asked Questions (FAQ), la cui logica si regge proprio sulla necessità di dare chiarezza interpretativa alle restrizioni.

 

Le FAQ della Commissione

Le FAQ, consultabili sul sito della Commissione europea, sono divise per tematiche (Indicazioni generali sui soggetti - persone fisiche o giuridiche - sottoposti a sanzioni; Restrizioni finanziarie individuali; Restrizioni sui rapporti bancari, finanziari e assicurativi; Restrizioni sul commercio e sui rapporti doganali; Restrizioni sui prodotti energetici; etc.) e ulteriormente riorganizzate in focus specifici che variano di aggiornamento in aggiornamento: le ultime FAQ, pubblicate il 19 settembre 2022, per esempio, riguardano “Import, acquisto e trasferimento di beni listati”.

Tra le norme che hanno sollevato dubbi diffusi da parte degli esportatori unionali vi è, senza dubbio, l’assenza dei "codici di Nomenclatura Combinata (NC)” dei prodotti e tecnologie soggetti a restrizione dell’allegato VII del Regolamento (UE) 833/2014: nell’allegato in questione, infatti, troviamo soltanto “codici parlanti” ossia quei codici che consentono di individuare le caratteristiche tecniche che portano alle restrizioni dei singoli prodotti ma che non corrispondono in maniera puntuale a quelle di tipo merceologico che invece vengono utilizzate per identificare i prodotti nell’ambito delle tariffe doganali.

Proprio per facilitare gli operatori economici nell’individuazione dei prodotti vietati all’esportazione verso la Russia, la Commissione ha fornito una tabella di correlazione (scaricabile dall’allegato alla FAQ n. 24 dell’8 settembre 2022, pur se aggiornata solo fino a marzo 2022!) tra i codici parlanti di cui all'allegato VII e i codici di Nomenclatura Combinata. Tale tabella, naturalmente, è stata messa a disposizione degli operatori economici a scopo puramente informativo: infatti va ricordato che, per quanto utile per un primo inquadramento dei prodotti ristretti, la tavola di correlazione tra codici NC e codici parlanti non può ritenersi né esaustiva né sufficiente per escludere o confermare l’assoggettamento dei beni alle restrizioni nei confronti della Russia. Il codice NC costituisce una sorta di “guida orientativa” nell’ambito delle restrizioni di che trattasi: a determinarne il perimetro è sempre la descrizione verbosa dell’item ristretto. Una nuova versione consolidata della tabella, secondo quanto riportato nella FAQ 24 citata, dovrebbe essere disponibile entro la fine del mese di settembre.

La Commissione, tramite FAQ, ha poi corretto alcuni riferimenti errati riportati nei regolamenti unionali (ad es., quelli relativi ai codici NC 392020 e 848240, rispettivamente sostituiti dai codici NC 392010 e 848220) in quanto, nella fase di passaggio dalla NC 2021 alla NC 2022 dell'allegato XXIII, ad alcune descrizioni merceologiche era stato associato un codice di NC errato. Fermo restando che, giuridicamente, a prevalere è la descrizione merceologica.

 

Fare chiarezza tra le sanzioni

Naturalmente, le FAQ, di cui non ci stanchiamo di consigliare l’attenta lettura, cercano di dare risposta ai sempre più numerosi dubbi degli operatori: anche se costituiscono uno strumento di grande impatto nell’urgenza quotidiana delle spedizioni, è di tutta evidenza che, se non altro per gli aspetti di maggior rilievo, sarebbe opportuno che Parlamento e Consiglio decidessero per l’integrazione e la correzione delle fonti primarie. Infatti, sono solo queste ultime a poter fornire quel grado di certezza che, nell’attuale contingenza internazionale, può rassicurare i nostri esportatori.

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Tags

Geoeconomia Unione Europea Russia sanzioni
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AUTORI

Fulvio Liberatore
Easyfrontier

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