La decisione del presidente russo Vladimir Putin di invadere il territorio ucraino ha conseguenze che si propagano ben oltre il paese ormai sotto assedio. I duri colpi che le sanzioni infieriscono all’economia di Mosca, e una marginalizzazione politica senza precedenti, sembrano fare terra bruciata intorno al Cremlino e impongono alcuni cambi strategici in politica estera.
Risultati della ricerca:
Come per molti altri paesi della regione, la guerra in Ucraina e le sue numerose implicazioni hanno condizionato fortemente l’Algeria in questi primi mesi del 2022. Innanzitutto, l’invasione russa dell’Ucraina e la forte reazione dell’Occidente hanno causato un certo disagio ad Algeri, sebbene la partnership di lunga data con Mosca non sia in discussione.
Esattamente un anno dopo che il Libyan Political Dialogue Forum (Lpdf) aveva eletto Abdul Hamid Dbeibah[1] come primo ministro del Governo di Unità Nazionale (Gnu), lo scorso 1° febbraio la Camera dei Rappresentanti libica, con sede a Tobruk, ha votato per un nuovo primo ministro[2] in sostituzione di Dbeibah, il cui mandato è stato ritenuto scaduto, almeno dal parlamento cirenaico, il 24 dicembre scorso.
La formazione di un governo e l’approvazione di un bilancio dopo un lungo periodo di instabilità politica, così come la convergenza di dinamiche regionali e internazionali favorevoli, offrono a Israele l’opportunità di affrontare le sfide interne e di politica estera che lo attendono. Rimangono però notevoli elementi di possibile destabilizzazione, come per esempio la complessità e la fragilità dell’attuale governo e la necessità di rafforzare le carenti strategie perseguite verso le tre principali sfide: l’arena domestica, la questione palestinese e lo scenario iraniano.
Over the past few years, the faces of Gulf power have significantly rejuvenated, while political and diplomatic power remain highly personalized. First, in some Gulf Arab States, leaders are much younger than in the past: Qatar’s Emir Tamim bin Hamad al-Thani succeeded his father, Hamad bin Khalifa, at age 33 in 2013, and Saudi Arabia’s Crown Prince Mohammed bin Salman al-Saud started his meteoric rise to power at age 29 in 2015.
In recent years, Gulf countries have adopted national strategies and visions to diversify their economies away from oil.
Per l’Arabia Saudita, la crisi internazionale seguita all’invasione russa dell’Ucraina offre opportunità e rischi. Sul fronte economico, la risalita del prezzo del petrolio sostiene la diversificazione post-idrocarburi del regno, fra nuovi progetti urbanistici e industria nazionale della difesa. Il piano diplomatico è invece denso di rischi: nessun ridimensionamento, finora, delle alleanze “multipolari”, anche a costo di logorare quelle tradizionali.
Focus su un Paese virtuoso a Sud del Sahara, sul fronte economico e politico. Tre, tuttavia, le fonti di incertezza per il futuro: pandemia, debito e petrolio.
L’Etiopia è un Paese in cui da oltre un anno e mezzo è in corso una dura guerra civile, una gravissima crisi interna che non solo si combina con la peggiore siccità registrata da quarant’anni a questa parte, ma si inserisce nel mezzo della sequenza di shock esterni generati prima dalla pandemia e poi dalla guerra in Ucraina.
Muslims represent the second largest religious group in Russia. Although divided into separate ethnic groups, based in different regions of the country, and holding different theological views, this group represents a demographic force to be reckoned with in the country. How have Russia’s Muslims reacted to Moscow’s controversial military intervention in Syria? What might their reaction tell us about Russia’s Muslims’ attitude vis-à-vis the war in Ukraine?