A 150 anni dall’unità nazionale, la politica estera italiana è alla ricerca di un nuovo equilibrio tra l’impegno nei contesti multilaterali e lo sviluppo di rapporti con una fitta rete di paesi: da quelli mediterranei alla Russia, dal Brasile alla Cina.
Risultati della ricerca:
Why have the EU and Russia decided to engage in a new form of cooperation, the Partnership for Modernization? What is its mission and how does it differentiate from the Partnership and Cooperation agreement (renovation underway)? What does modernization mean for Russia and what are her expectations of this strengthened cooperation with Brussels? At the moment the PfM raises many questions, while its outcomes are still uncertain.
Anche grazie alla "relazione privilegiata" con Mosca, all'interno dell'Ue l'Italia può giocare un ruolo importante nel rafforzamento del Partenariato Orientale, sebbene debba tener conto delle sensibilità particolari di paesi come Ucraina e Georgia.
La crisi economica ha colpito severamente l’Unione europea e l’Eurozona in particolare. Proprio nel momento in cui si concludeva un quasi decennale processo di modifica dei Trattati con l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona – dopo la fallimentare esperienza della Costituzione europea – l’Ue ha dovuto fare i conti con una crisi che imponeva l’utilizzo di strumenti e procedure che nemmeno il nuovo Trattato prevedeva.
La tregua sui mercati finanziari potrebbe presto terminare, in attesa di valutazioni più approfondite sulle decisioni assunte a Bruxelles dal vertice europeo del 24 e 25 marzo e, soprattutto, in relazione ai passi futuri per i quali è ancora difficile scorgere una tabella di marcia guidata con autorevolezza e leadership.
La stabilità dell'Arabia Saudita e della regione del Golfo è una priorità strategica per gli Stati Uniti d'America. In quest'area sono infatti concentrati i due terzi delle riserve energetiche mondiali. Attraverso lo Stretto di Hormuz – all'estremità meridionale del Golfo Persico – che separa la Penisola
L’effetto contagio delle rivolte in Nord Africa è giunto anche nelle ricche monarchie del Golfo. La rendita petrolifera e i generosi sistemi di welfare non sono infatti riusciti, come alcuni pensavano, a rendere questi paesi immuni dalle manifestazioni di protesta, sia di piazza sia su Internet. Seppure con modalità e intensità diverse, il dissenso nei confronti dei regimi al potere unito a istanze di aperture politiche si sta diffondendo in quasi tutti gli stati della penisola arabica.
La crisi postelettorale nata dalla contestazione dello scrutinio presidenziale del 28 novembre scorso sta spingendo la Costa d’Avorio, il più ricco paese dell’Africa occidentale francofona, al collasso economico e verso una guerra civile in grado di destabilizzare l’intera regione. Tale eventualità, tra l’altro, unirebbe consistenti flussi migratori a quelli ora in partenza dalle coste dell’Africa settentrionale alla volta dell’Europa.
Oggi sia nel dibattito politico sia nell’ambito della riflessione scientifica quando si parla di Europa in genere ci si riferisce all’Unione europea (Ue) tanto che i due termini vengono sempre più spesso utilizzati come sinonimi.