Gli scambi globali, già frenati dal conflitto, sono in difficoltà per il blocco al porto cinese. Si intravedono però i primi segnali di ripresa delle attività.
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Nella politica europea sulle sanzioni, c’è un paradosso. Un paradosso che abbiamo potuto tralasciare fino ad oggi, ma con il quale dovremo fare i conti. Lo illustra chiaramente un sondaggio, pubblicato la settimana scorsa, sulle opinioni dei cittadini europei sulla guerra in Ucraina.
Finlandia e Svezia potrebbero entrare nella NATO, una conseguenza della guerra impensabile fino a pochi mesi fa, e la Russia si è già fatta sentire. Come siamo arrivati fino a qui e quale potrebbe essere l’impatto di questa decisione? Francesco Rocchetti, Segretario Generale dell'ISPI, e Silvia Boccardi ne parlano con l’ambasciatore Alessandro Minuto-Rizzo, Senior Advisor dell’ISPI, Presidente NATO Defense College Foundation e già segretario generale ad interim della NATO.
Fin dai tempi delle “misure attive” sovietiche, una delle strategie distintive di Mosca è stato il ricorso alla diffusione di disinformazioni mirate o all’amplificazione di narrative manipolate quale arma per opporsi ai propri avversari politici (un esempio da manuale è la teoria diffusa negli anni Ottanta dal KGB in Africa, che vorrebbe l’Aids come un’arma biologica creata dagli americani).
A seguito dell’invasione russa dell’Ucraina, si è registrata tra i 27 Stati membri dell’Unione Europea (Ue) un’unità d’intenti e soprattutto di vedute rara considerando i maggiori eventi di politica internazionale degli ultimi anni.
Se il Sunday Times, nel riferire dell’inedito ribaltone elettorale nell’Irlanda del Nord, titola a caratteri cubitali “Sinn Fein win reawakens Brexit tensions”, allora davvero quelli che per anni sono stati definiti “Scaremongers”, profeti di sventura, non avevano tutti i torti.
Most of the developed world reacted to Russian government’s military operations in Ukraine with a prompt economic counteroffensive.
Foreign producers who have heavily invested in Russia over the past two decades – betting on Russia’s political stability, size, and access to the post-Soviet market - now face a hard choice: how to do business without losing face. Many are considering to go-in-between jurisdictions (Armenia, Kazakhstan, Serbia, etc.) to continue trading with Russia to circumvent sanctions.
Russia’s invasion of Ukraine has led to increased oppression against opposition activists, NGOs, and journalists within the country. Civil society organizations are trying to survive under the new political and economic conditions, with many activists and experts fleeing Russia.
“Tenere fuori l’Unione Sovietica, dentro gli americani, e sotto i tedeschi” (“to keep the Soviet Union out, the Americans in, and the Germans down”).
“I condemn Russia’s offensive against the Ukrainian people in Donbas. We must (…) impose peace on Russia so that Ukraine regains its full sovereignty.” Such were the blunt words against the Kremlin pronounced by French far-right politician and Vladimir Putin’s long-time ally, Marine Le Pen.