2004 signed a turning point in Ukraine-EU relations. The Orange Revolution broke out and accelerated the country’s EuroAtlantic integrationist course. In the same year Brussels welcomed ten new members and worked out the concept of European Neighborhood Policy. This policy however failed to offer a membership prospect and led to Ukraine’s gradual disenchantment. Meanwhile, the already outdated Partnership and Cooperation Agreement between the EU and Ukraine expired and negotiations on a New Enhanced Agreement (NEA) were launched.
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2004 signed a turning point in Ukraine-EU relations. The Orange Revolution broke out and accelerated the country’s EuroAtlantic integrationist course. In the same year Brussels welcomed ten new members and worked out the concept of European Neighborhood Policy. This policy however failed to offer a membership prospect and led to Ukraine’s gradual disenchantment. Meanwhile, the already outdated Partnership and Cooperation Agreement between the EU and Ukraine expired and negotiations on a New Enhanced Agreement (NEA) were launched.
La completa normalizzazione delle relazioni internazionali della Libia ha avuto inevitabilmente come contraltare l’indebolimento del rapporto privilegiato con l’Italia. Quel nesso di reciproca indispensabilità del passato, basato su una evidente complementarietà economica, sembra essersi affievolito.
Il Tajikistan, la più povera e instabile delle repubbliche centroasiatiche dell’ex Unione Sovietica, è alla ricerca di una nuova politica estera in grado di rendere il paese più indipendente possibile dalla tutela russa, sinora esclusiva. Il recente riavvicinamento fra l’Uzbekistan, storico rivale del Tajikistan, e la Russia, spinge la piccola repubblica persofona a ricercare anche altri interlocutori oltre Mosca. Un nuovo partner internazionale potrebbe essere l’Iran, di lingua persiana come il Tajikistan e soprattutto in buoni rapporti con Russia e Cina.
La crescente dipendenza dei paesi dell’Unione europea da fonti di approvvigionamento energetico esterne, accompagnata dal notevole incremento del prezzo degli idrocarburi e dalla tendenza all’uso politico della carta energetica da parte dei paesi esportatori di energia, ha portato in cima al dibattito comunitario la necessità di predisposizione di una politica energetica comune da parte dell’Ue.
Non accenna a placarsi il dibattito sull’attualità e sulla funzione degli organismi economici multilaterali. Ma mentre le critiche all’organizzazione e all’operato di Bei e Bers si susseguono, l’evoluzione dello scenario economico, il processo di allargamento dell’Unione europea e la centralità della questione energetica propongono con urgenza nuovi compiti a queste istituzioni. Le braccia finanziarie dell’Ue possono così trovare una nuova ragion d’essere affondando le loro radici nell’attualità. I nuovi piani strategici vanno proprio in questa direzione.
Lo sviluppo della cooperazione internazionale alla sicurezza ha rappresentato, per le repubbliche del Caucaso, un vettore fondamentale del difficile processo di state-building inaugurato all’indomani della dissoluzione sovietica.
L’esito delle elezioni politiche in Zimbabwe e i crimini perpetrati dal dittatore Robert Mugabe e dal suo regime pongono la comunità internazionale di fronte a una scelta. Le Nazioni Unite e l’Unione Africana, in particolare, sono sollecitate ad assumere iniziative su due fronti: misure efficaci di sicurezza collettiva nel martoriato paese, e incriminazione del dittatore dinanzi alla Corte penale internazionale, per crimini contro l’umanità.
A cosa si devono attribuire le attuali tendenze protezionistiche manifestate da diversi governi europei? Per cercare di dare una riposta a questo quesito è necessario osservare da vicino alcuni problemi, per lo più di natura economica, che sono rinvenibili anche tra le cause della recente bocciatura irlandese del Trattato di Lisbona. L’unione monetaria non ha posto fine alle svalutazioni competitive che, negli anni Settanta e Ottanta, avevano creato tanti e tali dissapori tra le “diplomazie” economiche europee.
Il prossimo 13 luglio si terrà a Parigi il Vertice inaugurale del “Processo di Barcellona: Unione per il Mediterraneo”, la nuova forma istituzionale del Partenariato Euro-Mediterraneo lanciato a Barcellona nel 1995. Dal 1995 lo scenario regionale ha subito grandi mutamenti; in particolare, i paesi mediterranei presentano oggi un quadro economico molto migliorato, che offre notevoli opportunità per l’Europa. La nuova iniziativa potrà quindi offrire a questi processi economici quella dimensione politica necessaria per il loro approfondimento.