Lo scenario di una crisi petrolifera a causa delle rivolte arabe o delle sue conseguenze in paesi esportatori di energia sembra per ora essere stato evitato. Tuttavia le paure non sono state completamente fugate. Sono presenti ancora numerosi rischi politici in una regione la cui stabilità appare lontana.
Risultati della ricerca:
Le elezioni presidenziali e parlamentari previste il 28 novembre corrente nella Repubblica Democratica del Congo rivestono importanza cruciale per il consolidamento della pace e della stabilità nel paese e nell’intera regione dei Grandi Laghi reduce da una lunga stagione di ribellioni interne e di conflitti interstatali.
Il recente intervento della Nato in Libia si inserisce nel solco della stagione di ingerenze militari inauguratasi con la fine della guerra fredda. L’ingerenza, intesa come interferenza coercitiva negli affari interni di uno stato sovrano, è una vecchia pratica nella vita internazionale. A partire dalla fine della guerra fredda, è tuttavia entrata in una fase nuova.
La crisi del debito non molla l’Europa, anzi negli ultimi giorni sembra addirittura approfondirsi. Mentre il sistema bancario europeo – fortemente esposto sui titoli pubblici – è costretto a richiedere straordinarie iniezioni di liquidità alla Banca centrale europea (247,2 miliardi di euro in finanziamenti a sette giorni, il livello più alto dal 2009), i tassi dei titoli dei paesi più colpiti, Italia e Spagna inclusi, toccano livelli record.
Two years after the appointment of Catherine Ashton to the post of High Representative of the Union for Foreign Affairs and Security Policy and one year after the introduction of the European External Action Service (EEAS), an analysis of the (limited) results so far achieved is required.
‘ISPI Studies’ cover this issue by highlighting the drawbacks of the new EU diplomatic corps in terms of efficiency of the internal decision-making process and external representation.
I due attacchi rivendicati il 16 novembre scorso dall’Esercito siriano libero (Esl) contro due obiettivi militari governativi rischiano di segnare un punto saliente, perlomeno dal punto di vista simbolico, nel confronto tra il regime di Bashar al-Assad e un’opposizione variegata e ancora frammentata.
L’ultimo rapporto dell’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica (Aiea) sul programma nucleare iraniano, datato 8 novembre, è stato preceduto, da una parte, dall’aspettativa di prove inequivocabili che l’Iran è davvero impegnato a farsi l’arma atomica e, dall’altra, da un’impressionante escalation di iniziative da parte di Israele per rendere credibile l’idea di un suo prossimo attacco “preventivo” contro gli impianti nucleari iraniani, mentre gli Stati Uniti proponevano di punire l’Iran con un nuovo round di dure sanzioni internazionali.
A chi chiedesse quale possa essere il senso dell’affollamento di conferenze al vertice con un taglio asiatico della settimana in corso, aperta dall’APEC (Asia-Pacific Economic Cooperation) di Honolu-lu e chiusa dall’EAS (East Asia Summit) di Bali, si potrebbe rispondere: l’inflazione di incontri, con-certazioni, proposte, accordi, associazioni regionali è la conseguenza di una reazione a catena generata dalle due opzioni contrapposte che puntano a plasmare l’Asia del XXI secolo. L’opzione A attribuisce questo compito ai Paesi del continente.
Nel lungo inverno politico iraniano il barometro sembra indicare tempo ancor peggiore.
Italy has drastically reduced its aid levels in the past decade. Aid cuts might have negative effects not only on the recipient but also on the donor side: aid is granted in order to upgrade the donor international position, and reductions in aid might have an impact also on the donor international standing. The paper attempts to verify whether reductions in aid levels operated by Italy in the last decade have hampered the country international standing, measured as a proxy of the number of Italian officials in international organizations.