A dominare il dibattito politico in Iran in queste settimane sono due questioni principali: la ripresa del dialogo sul nucleare e i preparativi per le elezioni presidenziali del prossimo giugno. Entrambe le questioni hanno un effetto polarizzante sul già vivace panorama politico iraniano: una dimostrazione è il fuoco incrociato di critiche da parte dei conservatori e dei militari a cui si trova esposto il ministro degli Esteri Zarif in seguito alla diffusione di un audio segreto in cui il ministro contesta alcune delle scelte di politica estera prese dai militari contro il suo parere.
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Con l’elezione di Joe Biden alla Casa Bianca, il tema della politica estera, e in particolare quella rivolta alla regione del Medio Oriente e Nord Africa (Mena), mantiene una posizione rilevante nell’agenda della nuova amministrazione, sebbene quest’ultima rimanga inevitabilmente focalizzata – almeno nel breve-medio periodo – sulle questioni interne legate alla lotta alla pandemia e al piano di rilancio economico, anche in chiave di sostenibilità e lotta ai cambiamenti climatici.
Il Likud del primo ministro Benjamin Netanyahu è emerso nuovamente come il più grande partito dal quarto round consecutivo di elezioni (23 marzo 2021) avvenuto in tre anni. Tuttavia, sia Netanyahu che il “Blocco del cambiamento” dei partiti schieratesi contro il primo ministro non hanno ancora un percorso chiaro verso una maggioranza di 61 seggi necessaria per formare una coalizione di governo.
Dopo aver girato a vuoto per anni, la diplomazia internazionale fatica ad imporre un cessate-il-fuoco tra Israele e la Striscia di Gaza. E la tregua non è che il primo passo per riportare la stabilità in Medio Oriente.
Tre mesi dopo il golpe militare, i generali non hanno ripreso il pieno controllo del paese e vista la portata della resistenza, non è chiaro se ce la faranno mai. Intanto la comunità internazionale valuta l'embargo sulle armi.
La prossima settimana si terrà a Roma il Global Health Summit, durante il quale i leader del G20 e delle organizzazioni internazionali del settore condivideranno le esperienze maturate nel corso della pandemia e proveranno ad approvare una "Dichiarazione di Roma”, finalizzata a formulare un programma per prevenire altre crisi sanitarie mondiali.
I razzi, le bombe; i morti israeliani fuori e quelli palestinesi dentro la gabbia di Gaza; il mondo con le reazioni dei paesi musulmani che d'improvviso riscoprono la causa palestinese, il visibile fastidio di Joe Biden e i silenzi europei; l'uso politico dei partiti italiani che al Portico d'Ottavia hanno banalizzato una tragedia fino a trasformarla in comizio per le imminenti elezioni al Comune di Roma.
Nella periferia bolognese, a pochi passi dalla Fornace Galotti, cuore simbolico della cultura meccanica della città nel diciannovesimo secolo e attuale sede del Museo del patrimonio industriale del Comune di Bologna, sorge il Tecnopolo del CNR, recentemente salito alla ribalta delle cronache per essere la sede di uno degli otto supercomputer europei che costituiranno l’Impresa Comune per il Calcolo ad Alte Prestazioni (EuroHPC).
Per spiegare l’escalation di violenza che ha avuto luogo a Gerusalemme in questi ultimi giorni, non basta rintracciare la singola scintilla che ha innescato gli scontri, ma serve adottare una prospettiva più ampia che ci aiuti a definire il contesto storico, politico e sociale attuale della città.