Dopo due settimane di campagna elettorale, lo scorso 8 settembre i marocchini sono stati chiamati al voto per eleggere 395 deputati della Camera dei rappresentanti e oltre 31 mila rappresentanti di comuni e regioni. A sorpresa, il liberale “Rassemblement national des indépendants” (Rni) è stato il più votato in tutte e tre le consultazioni. Conquistando 102 seggi alla Camera, il partito ha quindi espresso il capo del governo, Aziz Akhannouch, nominato dal re Mohamed VI venerdì 10 settembre con l’incarico di formare il nuovo esecutivo.
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Alle prese con la gestione della pandemia da Covid-19 e della campagna di vaccinazione, che però non ha ancora raggiunto la copertura necessaria a ridurre i contagi, la Turchia si trova di fronte anche alla preoccupazione di possibili nuovi flussi di profughi provenienti dall’Afghanistan. Sul piano economico, la ripresa dei consumi interni e delle esportazioni ha trainato una considerevole crescita del Pil, sebbene permangano diverse criticità prima fra tutte un’inflazione in costante crescita.
Negli ultimi mesi, il livello di violenza in Siria è aumentato drammaticamente. All’interno dei territori vicino al confine con la Turchia e la Giordania le forze governative hanno svolto varie operazioni militari contro i numerosi gruppi armati di opposizione araba a Bashar al-Assad.
In Yemen la strada della diplomazia è sempre in salita e gli yemeniti sono “bloccati in una condizione di guerra indefinita”.[1] Il 5 settembre 2021, giorno in cui il nuovo inviato Onu per lo Yemen, lo svedese Hans Grundberg, è entrato ufficialmente in carica, gli huthi (gli insorti sciiti zaiditi del nord, sostenuti dall’Iran) hanno intensificato il lancio di missili e droni contro l’Arabia Saudita, colpendo obiettivi civili.
Sempre più indebolita dal sommarsi di crisi parallele, differenti per natura ma tendenti a rafforzarsi a vicenda, la Tunisia sembra aver raggiunto un nuovo potenziale punto di rottura. In una società duramente provata dalla pandemia e sfibrata da un sistema economico da anni ormai non più in grado di rispondere ai bisogni della popolazione, la decisione del presidente tunisino Kais Saied apre scenari politici inediti per il paese.
Si è insediata a inizio agosto la nuova amministrazione guidata da Ebrahim Raisi, eletto lo scorso giugno alla presidenza della Repubblica islamica iraniana. Le sfide che attendono il nuovo presidente sono diverse, tanto sul piano interno quanto su quello regionale e internazionale. A livello domestico, la gestione della pandemia e della grave crisi economica saranno determinanti per garantire stabilità al paese. Rimane inoltre prioritario il dossier nucleare, sebbene i colloqui di Vienna per il ritorno di Stati Uniti e Iran all’accordo del 2015 (Jcpoa) siano momentaneamente in pausa.
Israele si affaccia su questo ultimo trimestre del 2021 cercando di lasciarsi alle spalle una crisi multidimensionale: sanitaria, economica, sociale e governativa. La formazione di un nuovo governo a giugno scorso, fa sperare in un superamento dell’impasse politica degli ultimi due anni che permetta di affrontare tematiche importanti per la sicurezza e la stabilità dello stato.
Negli ultimi tre mesi i fatti sembrano aver portato la Libia nuovamente in un vicolo cieco. Le tensioni tra il Governo di unità nazionale (Gnu) di Tripoli, ufficialmente riconosciuto dalle Nazioni Unite, e la Camera dei rappresentanti (HoR) di Tobruk stanno aumentando, complice anche la rinnovata presenza del maresciallo di campo Khalifa Haftar, spoiler del processo di pace che peraltro, al momento, non ha ancora voluto riconoscere il Gnu.
L’Iraq che si avvia alle elezioni parlamentari, previste per il 10 ottobre, è un paese ancora diviso. Tante infatti sono le incognite, a partire dalla volontà delle principali formazioni politiche di contribuire proficuamente al processo elettorale, nonché dalle effettive capacità delle autorità irachene di adempiere alle sfide legate alla condizione sanitaria e securitaria per assicurare una corretta e sufficiente affluenza alle urne.
Dopo l'epoca dell'assertività in Yemen, EXPO Dubai 2020 rappresenta l'occasione per relazioni esterne più distese da parte emiratina. Sicurezza, ma anche investimenti.