Diceva bene Ian Bremmer, presidente di Eurasia Group, qualche giorno fa, a proposito della scelta di Obama di smettere di fumare, che ha trovato ampio spazio sui rotocalchi americani: «Looks like Obama picked the wrong presidency to give up smoking».
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La dichiarazione di lunedì notte in cui l’esercito keniota affermava di avere ormai il controllo su quasi tutto il Westgate Mall, nonostante alcuni membri del commando di Al Shabaab fossero e siano ancora asserragliati all’interno del centro commerciale, può essere considerata una buona metafora di ciò che continua ad accadere sul piano regionale.
Il verde e giallo sgargianti della bandiera brasiliana sfiorano il bianco-celeste del drappo argentino. Tra le migliaia e migliaia di immagini diffuse in questi giorni dai media internazionali, questo insolito abbraccio fra i simboli di due nazioni tradizionalmente rivali – immortalato da un fotografo sulla spiaggia carioca di Copacabana – può essere scelto come sintesi visiva del primo viaggio estero di Francesco, svoltosi in occasione della Giornata mondiale della gioventù (Gmg). Il Papa della prossimità, appunto.
Sarà un anno fitto di appuntamenti elettorali quello che il Pakistan inaugura con le elezioni politiche dell’11 maggio. Segnato fin dalla sua origine da una profonda instabilità che ha portato i militari al potere destituendo amministrazioni civili particolarmente fragili, il “Paese dei puri” raggiunge quest’anno un traguardo storico: per la prima volta un governo civile completa il proprio mandato, preparandosi a passare il potere a un altro esecutivo.
Una volta Aleppo era la meta turistica siriana per eccellenza. Ancora più di Damasco, ancor più di Palmira. Racchiudeva in sé i resti omayyadi del primo califfato musulmano, gli odori e le fragranze di uno dei più incredibili mercati coperti del mondo islamico e l’inarrivabile fascino dei resti archeologici, artistici e architettonici di uno dei più antichi e importanti snodi della Via della seta.
I sondaggisti non hanno dubbi: per il premier uscente Benjamin Netanyahu e per la sua lista Likud-Beitenu e l'intero blocco politico della destra nazionalista e confessionale, il voto sarà una passeggiata. Nessuno potrà sbarrare la strada a re Bibi – così la stampa chiama il primo ministro – nella sua corsa al terzo mandato.
A fine ottobre, quando Aleppo era ancora una città spaccata in due, teatro di violenti combattimenti, non pochi dei civili rimasti ci avevano reso partecipi di un loro dilemma: «E dopo cosa accadrà?» Nei quartieri controllati dai ribelli, tutti sostenevano la rivolta armata contro il regime siriano. E, tutti, o quasi, erano convinti che la caduta del presidente Bashar al-Assad fosse solo una questione di tempo. Ma ignorare cosa stava accadendo nelle file dei miliziani era un atteggiamento ingenuo.
Nella generale difficoltà che accompagna l’analisi e la comprensione dei fenomeni in corso, di una cosa possiamo tuttavia essere certi: la crisi libica è stata caratterizzata da dinamiche talmente uniche e particolari da rendere sospetta, o quantomeno ambigua, la vulgata ufficiale della stampa e dei governi che a vario titolo vi hanno preso parte.
Gone are the days when Brussels and Beijing referred to each other as ‘strategic partners’ – a formula ‘invented’ in 2003 to pay tribute to the admittedly impressive expansion of EU-Chinese institutional ties, above through the so-called ‘sectoral dialogues’ today covering 50 areas of bilateral cooperation such as trade and investment, maritime security, nuclear energy, employment and social affairs, regional policies etc.
Il Regno Unito ha saputo reagire meglio di altri paesi europei ai cambiamenti demografici degli ultimi decenni. Il partito laburista, che già nel 1987 riuscì a far eleggere quattro parlamentari appartenenti a minoranze etniche, si è battuto negli ultimi tredici anni di governo per porre i concetti di multiculturalità e diversity al centro delle riforme di ogni area della pubblica amministrazione.