Il settore automobilistico europeo dipende largamente da input chiave che provengono dal Mar Nero. Un altro motivo per cui il conflitto russo-ucraino è determinante.
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Sono trascorsi 16 giorni da quando la Commissione europea ha annunciato il sesto pacchetto di sanzioni dell’Unione europea, incentrato sull’embargo del petrolio russo. Un pacchetto che però non ha ancora visto la luce per la difficoltà di mettere d’accordo tra loro 27 governi. I Paesi europei stanno comunque compiendo una serie di azioni per smarcarsi il più in fretta possibile dal petrolio e dal gas naturale russi. Ma, senza una cornice comune, raggiungere l’obiettivo sarà molto difficile. Ecco perché.
Il presidente turco Erdoğan si è opposto alla domanda di adesione alla Nato che Svezia e Finlandia hanno presentato in questi giorni. Dall’inizio del conflitto la Turchia si è riproposta più volte come mediatrice tra le parti ma ora il suo ruolo non è chiaro. Per capire meglio cosa sta succedendo in Turchia, Francesco Rocchetti, Segretario Generale ISPI, e Silvia Boccardi parlano con Valeria Talbot, responsabile dell’Osservatorio Medio Oriente e Nord Africa dell’ISPI
Si moltiplicano i progetti di città costruite a tavolino, da Nuova Cairo alla futura capitale dell'Indonesia. Non sempre, però, gli obiettivi vengono raggiunti.
Il conflitto in Ucraina rallenta la crescita e spinge in alto l’inflazione. Rinviato il Patto di Stabilità e Crescita, ma resta il tema della sostenibilità del debito.
Il conflitto frena un agroalimentare in forte ripresa dopo la pandemia. Se l’Europa è al sicuro, su Africa e Medio Oriente pesa molto la dipendenza da Kiev e Mosca.
Prezzo del grano ai massimi degli ultimi due mesi. Ieri alla borsa di Chicago i futures sul grano sono tornati sopra quota 12 dollari al bushel: +50% rispetto a inizio anno. Pesa la decisione dell’India, secondo produttore di grano al mondo (e settimo esportatore), di bloccare le sue esportazioni. Come con i vaccini l’anno scorso.
La resistenza ucraina riprende Kharkiv e raggiunge il confine con la Russia. Per Stoltenberg “L’Ucraina può vincere”, mentre Finlandia e Svezia confermano il ‘sì’ alla Nato.
Tra i vari motivi addotti dal Cremlino a giustificazione della cosiddetta “operazione militare speciale” in Ucraina, il preteso sostegno all’autodeterminazione dei popoli è particolarmente evocativo e perciò congeniale alla propaganda russa.
D’altronde, non è difficile cadere nella trappola comunicativa per cui la Russia combatte per un fine nobile ed altruista, sopportando perdite altissime tra le proprie fila affinché altri possano liberarsi dalla dominazione di Kiev e scegliere liberamente il proprio sistema di governo.
+2,7%: questa la nuova proiezione di crescita europea per il 2022 pubblicata oggi dalla Commissione europea. In netto rallentamento rispetto a febbraio (+4%), ma in linea con le aspettative degli ultimi mesi. In fondo, lo stesso commissario Paolo Gentiloni aveva definito le previsioni antebelliche come "fuori portata".