Le avvisaglie che il presidente russo Vladimir Putin stesse preparando qualcosa di grosso c’erano tutte. E non solo sul fronte della preparazione dell'attacco all'Ucraina. Di certo l’anno scorso era già evidente che quella che si stava preparando, tra Russia ed Europa, era anche e soprattutto una guerra del gas. È da giugno 2021 che la Russia invia in Europa meno gas rispetto alle attese. Il gioco era quasi scoperto, ma è stato sottovalutato. Ecco tutte le tappe della guerra dei prezzi.
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Escludere la Russia da SWIFT e congelare le riserve di valuta possono infliggerle un duro colpo. Usare il dollaro come arma potrebbe, però, rivelarsi un boomerang.
Per la prima volta dal 2014 il greggio ha superato i 100 dollari al barile: una buona notizia per i produttori del Golfo. Ma è l’unica. Infatti, l’aggressione di Vladimir Putin all’Ucraina ha implicazioni negative –e apre scenari complessi- anche per i paesi del Golfo. Se la sintonia tra l’Iran di Ebrahim Raisi e la Russia in chiave anti-americana e anti-NATO era pressoché scontata, la posizione fin qui tenuta dalle monarchie del Golfo –tra silenzi, generici inviti al dialogo e tentativi di equidistanza- segna un momento di passaggio in politica estera.
Bruna Bellini lavora da oltre 15 anni come program officer presso la Fondazione Cariplo. Il suo è un percorso iniziato nel 2001 qui in ISPI, col Master in International Affairs. Un master che a lei e ai suoi compagni di corso “ha aperto molte porte”, oltre che aprirle gli occhi sul mondo, avviando una carriera nel settore della cooperazione. L’abbiamo intervistata per conoscere la sua crescita personale e professionale di questi vent’anni
Perché decise di iscriversi al master e quali erano le sue conoscenze delle materie del corso?
Davanti allo scoppio della guerra in Ucraina, il Giappone ha reagito con una prontezza e un’attenzione che gli osservatori internazionali non sono soliti attribuirgli. Nell’arco dell’ultimo mese, il governo guidato dal premier Kishida Fumio ha adottato una serie di provvedimenti con una rapidità che la sua reputazione personale di “mr Lo Considererò” difficilmente lasciava prevedere.
Quando Cina e Unione Sovietica avevano gli stessi regimi illiberali e condividevano anche un'ideologia, quella marxista-leninista, Mao Zedong sosteneva che Stalin era come un ravanello: rosso fuori ma bianco dentro. Passati gli anni '50 del secolo scorso, carichi di solidarietà socialista e lotta all'imperialismo, i rapporti fra i due paesi rimasero incerti, con una breve ma sanguinosa guerra lungo il fiume Ussuri, nel 1969.
L’Unione europea sembrava essersi mossa con lentezza all’inizio del conflitto in Ucraina, con sanzioni limitate ad alcune banche (nemmeno le maggiori) e a singoli soggetti vicini a Putin. Sanzioni che si erano aggiunte a quelle già in vigore dopo l’annessione della Crimea da parte della Russia nel 2014. Ma dopo l’attacco russo su larga scala sul territorio ucraino, la situazione è cambiata radicalmente.
Se l’amministrazione Biden abbia ben gestito la crisi sull’Ucraina ce lo diranno il tempo, lo sviluppo della guerra e le modalità con cui sarà infine risolta oltre che, tra qualche decennio, documenti che magari faranno luce su aspetti oggi ignoti delle discussioni e dei negoziati degli ultimi mesi.
Quello che possiamo fare è cercare di capire contesto e obiettivi dell’azione diplomatica statunitense: avanzare delle ipotesi sulle condizioni (possibilità e costrizioni) entro le quali si è mossa e sulle sue finalità ultime.