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Oggi il premier Draghi è in visita in Algeria, insieme al ministro degli Esteri Di Maio e all’amministratore delegato di Eni Descalzi, per incontrare il presidente algerino Tebboune. L’obiettivo? Aumentare le forniture di gas dall’Algeria e ridurre quelle dalla Russia.
Se sia tutta colpa degli Stati Uniti e Vladimir Putin sia una vittima della Nato, o, invece, se il Presidente russo sia in preda a incontrollabili ambizioni imperiali da XIX secolo – dibattito che in Italia ha assunto la forma di un derby calcistico – è un confronto che esiste da anni, da molto prima della guerra.
L'aggressione russa e le distruzioni in Ucraina lo hanno solo accelerato: il comportamento Usa è stato una provocazione, forse una trappola, oppure Putin ha sbagliato tutto da solo?
Von der Leyen a Bucha: “qui abbiamo visto l’umanità in frantumi”. Bombe sui civili in fuga alla stazione di Kramatorsk, ma Russia nega e accusa l’Ucraina.
La forte conferma di Orbán e Vucic è un problema per l’UE. I legami economici dei due Paesi filo-russi oscillano pericolosamente tra Bruxelles e Mosca.
Tra le conseguenze economiche del conflitto ci saranno l’aumento dei prezzi e rallentamento della crescita. Cosa farà la BCE? La priorità è evitare la stagflazione.
La grave crisi internazionale mette alla prova le monarchie del Golfo. Cina, India, Russia: cambiano i quadri geopolitici e le dinamiche economico-finanziarie.
Il parlamento europeo chiede embargo immediato e totale sull’export di energia dalla Russia. Ma Germania, Ungheria e Austria puntano i piedi. Borrell: “Dall’inizio della guerra l'Ue ha pagato 35 miliardi di euro per l'energia russa e solo uno per aiuti all'Ucraina”. Nel frattempo, 93 paesi ONU votano la sospensione della Russia dal Consiglio dei diritti umani.
Quando non riescono a incontrarsi fisicamente, i negoziatori ucraini e russi continuano a parlarsi online. Lo hanno fatto anche all'ombra degli orrori lasciati nelle periferie di Kyiv dal frettoloso ritiro dei soldati di Mosca. Un'ombra che renderà ogni trattativa più difficile di quanto già non fosse. E più elusiva la fine del conflitto.
A sei settimane dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, quello che avrebbe dovuto essere un blitzkrieg si è trasformato in un conflitto protratto. Così anche le opinioni degli italiani hanno potuto ormai stabilizzarsi, mentre il dibattito pubblico si è arricchito di una pluralità di voci differenti.