"Il coraggio dell'Europa": questo lo slogan con cui il premier sociademocratico croato Zoran Milanović invitava i propri concittadini a partecipare alle prime elezioni europee mai tenutesi in Croazia – l'ingresso del paese nell'UE è previsto per il 1° luglio. Tuttavia, il risultato elettorale locale e il clima politico continentale offrono tutt'altro panorama: coraggio ed entusiasmo sembrano lasciare il posto a una certa sfiducia e diffidenza reciproca.
Risultati della ricerca:
Tempi di prosperità si aprono per i commercianti e i venditori di biciclette – e perché no? Anche ai ladri di biciclette, tanto cari alla cinematografia nostrana – nel ricco regno dell’Arabia Saudita. Il governo – forse toccato dalla visione de “La bicicletta verde”, il film della prima regista donna saudita Haifa al-Mansour – ha infatti deciso di permettere l’uso delle due ruote a pedali anche all’altra metà del cielo. Le donne potranno andare in bicicletta, dunque, ma naturalmente con somma attenzione per il pubblico pudore.
La tecnologia del drone è in crescita esponenziale e si prevede che nei prossimi 15 anni il settore dei droni creerà oltre 23mila posti di lavoro negli Usa dove già oggi si contano circa 150 programmi universitari di pilotaggio virtuale.
Il numero di matrimoni nelle monarchie arabe da qualche anno è in caduta libera. A dirlo sono gli istituti statistici di tutti i reami ed emirati del Golfo i quali guardano a questi dati con la crescente preoccupazione con la quale sono soliti guardare qualunque cambiamento sociale avvenga tra i loro cittadini. L’istituto di statistica del Qatar ha pubblicato in questi giorni l’ennesimo bollettino sconfortante sul numero dei matrimoni nel ricchissimo emirato, dopo che già Dubai aveva ammesso un crollo del 25% delle unioni nel solo 2012.
“Una nuova era inizia oggi, la porta si apre per passare dalla lotta armata alla lotta democratica.
Facciamo tacere le armi, lasciamo parlare la politica. È ora che le nostre forze armate si ritirino oltre i confini (nel Kurdistan iracheno). Non è la fine, e l'inizio di una nuova era”.
L’Ungheria, diversamente da altri paesi della regione, entrò in Europa il 1° maggio del 2004 senza forti emozioni né grandi contrasti interni. Prova, secondo alcuni osservatori dell’epoca, della raggiunta stabilità politico-sociale, frutto di una transizione dal comunismo alla democrazia e all’economia di mercato avvenuta senza grandi scosse, e quindi della maturità di un’opinione pubblica cosciente delle prospettive che l’adesione alle strutture e ai programmi europei avrebbe offerto al paese.
Da alcuni anni e sempre più spesso negli ultimi mesi, dall’interno dei paesi dell’Unione Europea si levano voci contro l’Unione stessa. Le critiche, le accuse e le recriminazioni sono diverse nei toni e nei contenuti. L’Europa non deve né può diventare uno stato perché non esiste oggi né esisterà in futuro un popolo europeo, un demos comune, al di sopra degli stati nazionali e dei popoli delle nazioni. La burocrazia di Bruxelles impone ai nostri paesi un’uniformità coatta e dannosa. L’Unione manca di legittimazione democratica.
Conviene essere subito chiari: né in Spagna né in Portogallo si sta verificando una ondata di populismo o euroscetticismo, come invece accade in altri paesi membri dell’Unione Europea (Ue).
La crisi dell’euro ha fatto precipitare l’Europa nella “politica dell’ansia”. Il disagio sociale è sempre più acuto. Più della metà delle famiglie (Scandinavia e Germania escluse) dichiara che non ce la farebbe a sostenere una spesa inaspettata di mille euro nei prossimi dodici mesi, più di un terzo si definisce “povero”. Come stupirsi se elettori sempre più insicuri puniscono i leader in carica, si rifugiano nell’astensionismo, si lasciano sedurre dalle sirene populiste?
Il Partito britannico dell’indipendenza (UK Independence Party – Ukip) venne creato all’inizio degli anni Novanta (1993), in seguito alla dissoluzione della Lega Anti Federalista, nata nel 1991 per contrastare le proposte contenute nel Trattato di Maastricht.