IL CONTESTO
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Per conto dell’Istituto di studi di politica internazionale, l’ISPI di Milano, ho partecipato a Delhi al secondo “India Think Tank Forum”, una specie di congresso internazionale dei centri studio che si occupano dell’India e del mondo. Il tema era “Potenziale e potere della partnership nazionale, regionale e globale”. Si è parlato di tante cose ma soprattutto dello stato della globalizzazione.
Alla fine Emmanuel Macron ci è riuscito veramente. Dopo l’Eliseo e oltre il 32% dei voti al primo turno delle legislative, al secondo turno il leader di La République en Marche! ha conquistato la maggioranza assoluta dell’Assemblea Nazionale francese. Un risultato da molti punti di vista straordinario, per qualcuno una vera e propria rivoluzione.
“Occorre ricostruire la sinistra!” grida uno dei tre elettori – presunti socialisti – stesi a terra e feriti, in mezzo alle rovine fumanti. A destra della vignetta, Karl Marx, solenne, vestito di nero e con un adesivo di En Marche! appiccicato sul petto, risponde: “troppo tardi”.
Il terrorismo questa volta ha colpito l’Iran, e lo ha fatto nel cuore del paese, attaccando due dei suoi luoghi più simbolici: il Parlamento (il Majles, l’assemblea consultiva islamica) e il mausoleo del fondatore spirituale e politico della Repubblica islamica, l’Ayatollah Ruhollah Khomeini.
Si era capito da tempo che la questione Brexit rischiava di finire in uno scontro tra l’Unione europea e il governo inglese che, nelle intenzioni di Theresa May, dovrebbe uscire parzialmente rafforzato e pronto alla madre di tutte le battaglie con Bruxelles dopo le elezioni di oggi.
* Una versione di questo post è stata pubblicata sul blog di Ugo Tramballi "Slow News" per il Sole 24 Ore l'1 maggio 2017
* Una versione di questo reportage è stata pubblicata sul blog di Ugo Tramballi "Slow News", per il Sole 24 Ore il 29 aprile 2017
Conclusosi il viaggio di Donald Trump in Medio Oriente ed Europa, negli Stati Uniti continuano ad emergere rivelazioni e accuse legate al Russia–gate, con il possibile coinvolgimento di Jared Kushner, consigliere e genero del presidente. La denuncia dei tentativi di Mosca di influenzare alcuni passaggi politici chiave nei paesi occidentali è emersa con insistenza negli ultimi mesi: non solo negli Usa, ma anche in Europa, come in occasione delle ultime elezioni presidenziali francesi.
Il ritorno allo status di grande potenza è l’orizzonte verso cui si è mossa la Russia sin dall’inizio degli anni Duemila. Per Vladimir Putin e il suo entourage il conseguimento di tale obiettivo passa, anzitutto, per il ripristino del primato di Mosca sullo Spazio post-sovietico. Le mosse successive sono la sua affermazione come attore protagonista nelle regioni che le sono prossime geograficamente – come il Medio Oriente – o a cui è legata da vincoli storico-culturali – come i Balcani.