A dieci anni dall’inizio del conflitto nel nord del Mali, il Sahel centro-occidentale continua a essere segnato da una profonda instabilità. L’escalation di violenze jihadiste e traffici illegali aggrava le sfide della sicurezza, dello sviluppo, e della lotta al cambiamento climatico, mentre fragilità istituzionale e regressione autoritaria sono rese più evidenti dai colpi di stato degli ultimi mesi.
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Il 28 giugno le forze di difesa del Tigray hanno occupato nuovamente la capitale regionale Mekelle, costringendo l'esercito federale etiope alla ritirata. Il governo, poco dopo, ha deciso di dichiarare un cessate-il-fuoco immediato e unilaterale, riflesso dei recenti successi militari del Fronte popolare di liberazione del Tigray. Dopo otto mesi di guerra, il conflitto entra nella fase forse più difficile per Addis Abeba, mentre la popolazione tigrina è nel mezzo di una gravissima crisi umanitaria, con circa 350.000 persone si trovano in situazione di carestia.
Joe Biden è arrivato in Europa per la sua prima visita all’estero da 46esimo presidente degli Stati Uniti. Dopo i 4 anni burrascosi di Trump annuncia agli alleati che “l’America è tornata” e vuole costruire un fronte delle democrazia per contrastare Russia e Cina. Nel G7 in Cornovaglia, al vertice Nato e durante il summit Usa-Ue, intervallati da faccia a faccia con i leader del mondo, l’inquilino della Casa Bianca ha delineato la ‘sua’ dottrina di politica estera. Le due sponde dell’Atlantico sono tornate ad esser vicine come un tempo?
A dieci anni dalle cosiddette Primavere arabe, la maggior parte dei paesi del Medio Oriente e del Nord Africa stanno attraversando un momento di profonda crisi. Un anno di pandemia ha avuto come principale effetto quello di esacerbare le gravi fratture sociali, economiche e politiche della regione mettendo in luce l’insostenibilità di tale sistema. Per questa ragione in vari paesi la popolazione è tornata in piazza per denunciare l’élite e chiedere vere riforme. Come sono cambiate le richieste delle piazze rispetto al 2011? Quali prospettive rimangono alla regione?
A dieci anni dalle rivolte che infiammarono le piazze di molti paesi del Nord Africa e del Medio Oriente, poco è rimasto delle cosiddette Primavere arabe. Le domande di cambiamento sono state in larga parte disattese e la disillusione ha preso il posto delle speranze suscitate dalla caduta di annosi regimi. Quali sono stati i principali ostacoli ai processi innescati dalle rivolte arabe? Quali sono oggi le principali criticità che interessano i paesi della regione?
Dagli attentati in Europa ai campi dei rifugiati in Medio Oriente, dalle navi di salvataggio delle ONG ai centri di detenzione per i bambini soldato del jihad: per comprendere la guerra globale e come si è trasformata la minaccia terroristica occorre considerare ogni tessera del mosaico, ascoltare ogni esperienza.