Né un nuovo think tank, né un fan club africano del presidente. Però sì, una promessa elettorale mantenuta che punta ad allargare lo sguardo francese sul continente, per andare oltre le crisi securitarie e migratorie di cui oggi sembrano ostaggio le politiche europee e per riservare un occhio di riguardo alle opportunità imprenditoriali e di sviluppo che l’Africa offre.
Risultati della ricerca:
In quanto iniziativa volta alla creazione di una rete di infrastrutture – porti, ferrovie, strade, ponti – per aumentare, tra gli altri motivi, l’efficienza dei collegamenti tra Europa e Asia, OBOR (One Belt One Road) avrà un forte impatto anche sui settori della logistica e del trasporto internazionale.
In quanto iniziativa volta alla creazione di una rete di infrastrutture – porti, ferrovie, strade, ponti – per aumentare, tra gli altri motivi, l’efficienza dei collegamenti tra Europa e Asia, OBOR (One Belt One Road) avrà un forte impatto anche sui settori della logistica e del trasporto internazionale.
L'aumento del traffico marittimo mondiale previsto, nonostante le incertezze, anche nei prossimi anni, è certamente uno dei fattori che spinge i capitali cinesi a investire, anche in Europa e nel Mediterraneo, nelle infrastrutture portuali e logistiche. Al puro elemento di gestione delle opportunità di business nel servizio terminalistico, si aggiungono, naturalmente, anche obiettivi maggiormente strategici e di lungo periodo, quale ad esempio quello della penetrazione nel sistema europeo dell'offerta di infrastrutture (es.
Sei domande a DHL, leader mondiale nel settore della logistica e già attivo sulle rotte terrestri della Nuova Via della Seta.
Nell'ambito della Belt and Road Initiative (BRI), sono stati realizzati lungo il confine tra Cina e Kazakhstan - uno dei principali corridoi economico-commerciali di transito delle rotte ferroviarie e stradali che connotano la strategia cinese della nuova “Via della Seta” - una serie di importanti hub di trasporto. Ma tra tutti merita particolare attenzione Khorgos: inaugurato nel 2015, questo "porto di terra" costituisce il principale snodo commerciale euroasiatico sotto l'egida della BRI.
As the latest and worst North Korea crisis in six decades continues to rage, the need to think outside the box grows more urgent. The Democratic People’s Republic of Korea (DPRK) and the global community appear trapped in a vicious circle, like a malign chicken and egg. After 11 years and eight major UN resolutions, this cycle is wearily familiar. North Korea tests a ballistic missile (BM) or a nuclear device.
China’s relations with North Korea are complex with a variety of bad choices and suboptimal solutions. It could be argued that the actor that has lost most in the recent tensions is China. It has often been argued that China should do more, above all by U.S. President Trump. However, what are the options and restraints China faces in its relations with North Korea? This short article does not mean to engage in the debate on whether China or the U.S.
Understanding the current iteration of the two-decade long North Korean crisis is not easy. It is, for what of a better word, complicated. Furthermore, the fact is that it has finally imploded while Donald Trump is President. “Of all the presidents in all the world, why did you have to start a North Korean crisis with him...?” This is not an administration that lends itself to level analysis. And nor is the topic, for that matter.