A un mese dalla riconquista di Ramadi, le Forze di sicurezza irachene continuano le operazioni per liberare l'area dalla presenza dei jihadisti del "califfato". Benché la situazione sul campo sia ancora precaria e l'esercito iracheno abbia subito gravi perdite proprio negli ultimi giorni, si tratta di un importante passo avanti nella lotta al sedicente Stato Islamico in Iraq.
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L’avventura populista alle ultime elezioni subisce un duro colpo in Venezuela, dopo esserne stata vittima anche nelle recenti votazioni argentine. In Venezuela le elezioni per il rinnovo dell’Assemblea nazionale hanno visto la netta affermazione del cartello delle opposizioni che potrebbe mettere fine al potere del presidente Nicolás Maduro e chiudere con la “rivoluzione bolivariana”. L’America latina è pronta per chiudere un ciclo storico che per così tanto tempo ne ha caratterizzato economia, politica e vita sociale?
Il giorno dopo l’abbattimento del caccia russo, sia Mosca che Ankara calibrano le proprie reazioni, decidono di evitare un’escalation. Putin però non lascerà correre. Proprio sul fronte dei legami commerciali, nelle dogane, ma anche su quello dei viaggi e del turismo, la ritorsione russa si sta già facendo pesantemente sentire.
Davanti al palazzo di Vetro, alla caotica cerimonia dell’alzabandiera palestinese, commovente ma inutile alla causa, Serghey Lavrov era in prima fila. John Kerry, il suo collega americano, no. Non era solo volutamente assente: aveva ordinato all’ambasciatore americano all’Onu di votare contro quell’inoffensiva risoluzione. Il ministro degli Esteri russo può andare a Teheran quando pensa sia necessario; il segretario di Stato no, nonostante fosse lui il volenteroso negoziatore dell’accordo sul nucleare iraniano.
Storico: è un aggettivo ripetuto così tante volte in questi giorni che ormai può sembrare retorico. Eppure a guardare indietro, alla storia della diplomazia dalle guerre mondiali a oggi, si fatica a trovare un successo paragonabile all'accordo sul programma nucleare iraniano raggiunto a Vienna il 14 luglio, grazie a negoziati che hanno coinvolto direttamente tutti e cinque i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza.
Se sembrano non esserci dubbi sul fatto che l'Akp (Partito giustizia e sviluppo) si confermerà il partito più votato in Turchia alle elezioni parlamentari del 7 giugno, ciò potrebbe non bastare per soddisfare le ambizioni del presidente Erdoğan e del primo ministro Davutoğlu. L'obiettivo è infatti di ottenere almeno una maggioranza di 330 seggi che consentirebbe all'attuale partito di governo di potere emendare la Costituzione e trasformare la Repubblica da parlamentare in presidenziale, previa approvazione tramite referendum. Di fatto le incognite non mancano, a cominciare dal voto dei...
Le elezioni politiche del 7 maggio nel Regno Unito rappresentano un momento di svolta nella storia del paese. Non solamente perché dopo decenni di stabilità politica, fondata sull'alternanza al potere di conservatori e laburisti, il voto potrebbe aprire la strada a scenari di ingovernabilità, ma anche perché gli storici parametri della politica estera britannica appaiono oggi affievolirsi, a cominciare dalla special relationship con gli USA. Londra si confronta con l'appannamento (o quantomeno con un diverso modo di esercitare la leadership) del tradizionale alleato americano; allo stesso...
Le operazioni di sicurezza in Libia, i rapporti con la Russia, lo stato dell’Unione Europea e dell’euro, il sistema di contrappesi alla leadership economica della Germania, le spese militari e gli accordi di libero scambio nell’area transatlantica.
Nel definire il quadro dei rapporti fra Italia e Stati Uniti, la dimensione storica risulta tradizionalmente predominante rispetto all’incidenza della figura presidenziale, da una parte e dall’altra dell’Atlantico. Questa regola empirica sembra valere anche nel caso di Giorgio Napolitano, la cui presidenza taglia trasversalmente una serie di spartiacque importanti (materiali e simbolici) del processo di ridefinizione della ‘postura esterna’ di Washington.
Giorgio Napolitano ha favorito le relazioni del nostro paese con gli altri partner europei mostrando vigore anche nei momenti di maggior difficoltà sia politica che economica. In questa intervista, l'ambasciatore Sergio Romano dipinge il ritratto di un presidente della Repubblica che ha rappresentato un importante elemento di stabilità e continuità nella vita politica italiana degli ultimi anni.