Alla fine anche il Giappone si è dovuto arrendere di fronte alla virulenza del Covid-19. Il 21 gennaio scorso, il Consiglio dei ministri presieduto da Yoshihide Suga ha approvato un emendamento alla legge speciale per il controllo dell’epidemia e due nuove leggi che rendono vincolanti le norme anti-Covid e introducono, per la prima volta in questo Paese, sanzioni pecuniarie e penali per chi non le rispetta.
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Al suo secondo discorso a Davos, il 25 gennaio, il Presidente cinese Xi ha ribadito la volontà della Cina di erigersi a paladino del multilateralismo e della globalizzazione, come già dichiarato nello stesso Forum nel 2017. Al di là del tema della pandemia e della necessità di politiche comuni per fronteggiare l’emergenza e perseguire la sicurezza sanitaria, molti sono i punti e gli argomenti in comune tra i due interventi: i benefici condivisi della crescita, il pericolo di politiche divisive unilaterali o di piccoli gruppi, l’illusione di potersi svincolare dall’economia globale.
L’emergenza Covid-19 ha dimostrato ancora una volta come in tempi di crisi l’accesso all’informazione di qualità sia un fattore determinante per combattere la diffusione di fake news e di rappresentazioni pericolosamente distorte della realtà, così come per elaborare politiche volte alla gestione delle crisi stesse. La disponibilità di informazioni e analisi accurate, anche attraverso strumenti digitali, diventa quindi fondamentale per le istituzioni democratiche e per la comunità in generale. Quale ruolo possono svolgere i think tank in questo contesto e con quali strumenti?
Quando Tedros Adhanom Ghebreyesus, il capo dell'Organizzazione mondiale della sanità, l'Oms, aveva parlato di “catastrofico fallimento morale” nella distribuzione dei vaccini, non si riferiva a Letizia Moratti. Proponendo l'assegnazione dell'antidoto anti-Covid in base ai Pil regionali, la nuova assessora alla Sanità lombarda aveva solo reiterato una specie di qualità già individuata nel suo predecessore Giulio Gallera e nel presidente Attilio Fontana: quella di saper rendere la Lombardia antipatica anche a noi lombardi.
Lo shock economico scatenato dalla pandemia si somma quest’anno alle molte crisi irrisolte che affollano lo scenario internazionale: dall’emergenza climatica sempre più pressante allo scontro tra Usa e Cina, dalle incertezze della Brexit al difficile avvio della nuova presidenza Usa e alle molte piazze che, finito il lockdown, rischiano nuovamente di infiammarsi. Cosa dobbiamo aspettarci dal 2021?
Sono oltre 3.500 i manifestanti fermati nelle proteste del 23 gennaio in tutta la Russia a sostegno dell'oppositore a Vladimir Putin e attivista anti-corruzione Alexey Navalny, attualmente in carcere.
Siamo di fronte a una rivoluzione? Qual è il futuro di Navalny e del movimento da lui iniziato? Quali saranno le conseguenze della vicenda sul fronte interno? E sulle relazioni tra la Russia e l'UE e gli USA di Joe Biden?
Dal carcere Alexei Navalny accusa Putin di aver costruito una reggia sul Mar Nero con “la più grande tangente della storia”. E nei prossimi giorni l’opposizione annuncia nuove manifestazioni.
Lo shock economico scatenato dalla pandemia si somma quest’anno alle molte crisi irrisolte che affollano lo scenario internazionale: dall’emergenza climatica sempre più pressante allo scontro tra Usa e Cina, dalle incertezze della Brexit al difficile avvio della nuova presidenza Usa e alle molte piazze che, finito il lockdown, rischiano nuovamente di infiammarsi.
Dieci anni fa, la rivoluzione di piazza Tahrir rovesciava il regime di Hosni Mubarak e segnava l'alba di una nuova era per l'Egitto. Dieci anni dopo i militari controllano di nuovo il paese, un terzo degli egiziani vive in povertà e dalla piazza è stato cancellato ogni ricordo delle manifestazioni.
Una raffica di articoli su grandi quotidiani internazionali e siti specializzati. Al centro l’attività navale della Cina, impegnata in un programma di sviluppo ad ampio raggio.