Le elezioni interne ad Hamas iniziate nel gennaio scorso [1] e volte a scegliere la nuova dirigenza al potere nella Striscia di Gaza hanno definito un ulteriore step nel processo di radicalizzazione politica che il gruppo islamista sta conoscendo da alcuni anni a questa parte.
Risultati della ricerca:
Il campanello di un grande cambiamento alle porte era già squillato sul finire del 2014 lungo le pagine dell’International Comparison Program redatto dalla Banca Mondiale, per essere poi amplificato dalle diagnosi di Joseph Stiglitz, del Financial Times e di altri esponenti illustri del gotha finanziario occidentale.
Unpredictable, erratic, prone to contradiction and potentially very dangerous. Donald Trump’s policies towards China could turn out or indeed continue to be all of that. Then again, they could be none of that or something completely different and we already got a very good taste of what may lie ahead in terms of surprises of how he and (some of) his controversial advisers are planning to deal with Beijing.
Il clima di incertezza che domina il contesto internazionale è aggravato da una serie di notizie parziali, fake news e incomprensioni. Con la nuova pubblicazione online "Fact Checking", l’ISPI sceglie di volta in volta un tema di grande attualità su cui intende fare chiarezza, fornendo un’informazione sintetica e il più possibile fondata su dati oggettivi.
Mohamed Abdullahi Mohamed, detto Farmajo, è il nuovo Presidente della Somalia. L’8 febbraio ha raccolto la maggioranza dei voti in quelle che vengono considerate le prime elezioni a partecipazione allargata (seppur non ancora democratica) nel paese da cinquant’anni.
Mohamed Abdullahi Mohamed, meglio conosciuto come Farmajo, è il nuovo Presidente della Somalia. È stato eletto al secondo turno con 184 voti, battendo la concorrenza di 23 candidati e soprattutto superando il capo di Stato in carica Sheikh Mohamud, che si è fermato a 97 preferenze. Una vittoria a sorpresa dato che analisti e opinione pubblica davano per scontato il secondo mandato di Mohamud che ha guidato il paese dal 2012 ad oggi con risultati poco convincenti.
Nei giorni scorsi ho letto critiche quasi rabbiose al mutamento di rotta impresso dall’Amministrazione Trump nei riguardi dell’Iran. Gli aggettivi usati in proposito parlano di “radicale” cambiamento promosso da Trump alla politica di riavvicinamento perseguita da Obama nel contesto di una “pax medio-orientale” affidata alle responsabilità dei paesi della regione; parlano di “aggressività” delle prese di posizione del nuovo Presidente nei riguardi dell’Iran e parlano addirittura di “bellicosità” pericolosa in quanto suscettibile di aprire il varco ad una g
Fighting at Tripoli’s international airport was still under way when, in July 2014, the diplomatic missions of European countries, the United States and Canada were shut down. At that time Italy decided to maintain a pied-à-terre in place in order to preserve the precarious balance of its assets in the two-headed country, strengthening security at its local headquarters on Tripoli’s seafront. On the one hand there was no forsaking the Mellitah Oil & Gas compound, controlled by Eni and based west of Tripoli.
Six years on from its February 2011 revolution, Libya’s political scene is characterized by fragmentation and polarization. The constantly shifting political and military allegiances and contested legitimacy since 2014 have today resulted in three Libyan ‘‘governments’’ claiming legitimacy.
After the 1969 revolution, Libya’s previously close links to the United States quickly deteriorated. At the same time Muammar al-Gaddafi sought closer links to the Soviet Union. The clear majority of the equipment of the “Armed Forces of the Libyan Arab Jamahiriya” originated from the Soviets or the Eastern Bloc. Many of the officers of all services were educated at military training facilities of the Soviet Armed Forces. After the break-up of the Soviet Union, Russia remained as one of Libya’s key allies.