Quali sono le principali variabili dalle quali potrà dipendere il successo della presidenza italiana del G20 nel 2021? La domanda appare particolarmente pertinente a pochi giorni dalla chiusura di un anno che ha reso ancor più evidenti, al contempo, l’assenza e il bisogno di efficaci meccanismi della governance globale.
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La lunga era del cancellierato di Angela Merkel si chiude nel 2021 con una serie di gravosi punti interrogativi. Che non riguardano soltanto il destino della Germania, ma quello dell’Europa. Il 26 settembre i tedeschi torneranno a votare, e per la prima volta un cancelliere in carica rinuncerà a ricandidarsi mentre è al culmine della popolarità. L’uscita di scena di Merkel rischia di lasciare il suo partito, ma anche il Paese in una sorta di horror vacui. E il risultato delle urne avrà inevitabili riflessi sugli equilibri europei.
Donald Trump e Xi Jinping si scambiano accuse e controaccuse, annunciano e poi cancellano dazi tra gli Stati Uniti e la Cina. Ma sarebbe un errore interpretare la guerra commerciale come un semplice battibecco fra i due e pensare che la presidenza Biden risolverà la questione. Questa non è una guerra tra Trump e Xi, né fra gli Stati Uniti e la Cina.
Di tutte le differenze che esistono in politica estera fra l'amministrazione Biden e quella Trump, forse la più appassionante da seguire sarà quella relativa alle relazioni con gli alleati. Lo scetticismo di Donald Trump nei loro confronti è cosa nota: il presidente critica il parassitismo dei paesi alleati che si arricchiscono sotto la protezione degli Stati Uniti, investono poco nella difesa, condividono in modo insufficiente l'onere finanziario e in generale approfittano dell'eccessiva generosità del popolo americano.
Entriamo nel 2021 con evidenti segnali di come una pandemia possa mandare in pezzi l’economia globale e destabilizzare l’assetto delle nazioni.
Nel 1945, superata la grande guerra senza aver combattuto, ed evitata l'invasione da parte dell'esercito tedesco, la Turchia si ritrovò all’indomani del D-Day piuttosto isolata. Di fronte ad una Unione Sovietica che pretendeva due province turche oltre che il controllo congiunto degli stretti, e costretta a resistere da sola alla minaccia sovietica per quasi un anno e mezzo, in quel momento - nel 1945 - Ankara assunse la decisione strategica di entrare a far parte del blocco americano figlio delle divisioni della Guerra Fredda.
Il 2021 è alle porte, e l'Europa è piena di speranze. Vaccini e terapie farmacologiche ci aiuteranno a uscire dalla pandemia. Interventi economici di salvataggio e di sostegno alla ripresa, che non erano mai stati adottati prima d'ora, serviranno ad attenuare l'impatto doloroso della crisi del Covid-19 e delle misure di lockdown che ne sono conseguite. Dopo un 2020 pesante, carico di perdite e battute d'arresto, si intravede la via d'uscita.
La settimana che si conclude ha visto insediarsi il nuovo Presidente americano Joe Biden con la vice Presidente Kamala Harris. Dopo quattro anni Donald Trump è così uscito dalla Casa Bianca. Una transizione netta, confermata dalla firma nel primo giorno di Presidenza di 17 ordini esecutivi per ribaltare le politiche della precedente Amministrazione, a cominciare dal rientro negli Accordi di Parigi sul clima. Ma nel mondo continua la lotta alla pandemia, con la paura della diffusione delle varianti del virus e i ritardi nella distribuzione dei vaccini.
Questo inverno, il più freddo da decenni, sta mettendo a dura prova la sicurezza energetica delle tre principali economie dell’Asia Orientale e la tanto attesa transizione verso la fine dell’epoca segnata dai combustibili fossili. Stretti fra una morsa artica e l’impreparazione dei mercati a più eventi di carattere emergenziale, i governi di Cina, Giappone e Corea del Sud stanno affrontando, con limitate risorse a disposizione, una crisi che non ha precedenti.
In Europa, che attualmente assieme agli Stati Uniti è il peggior focolaio al mondo dell’epidemia, le vaccinazioni procedono a rilento. Colpa di ordini insufficienti, bassa capacità produttiva e ritardi nella distribuzione, e anche la Commissione Ue finisce nella bufera.