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Gli esperti dell’ISPI, insieme a Silvia Boccardi di Will, rispondono alla tante domande sul conflitto in corso in Ucraina, nel tentativo di capire quali saranno le prossime mosse di Russia, NATO e di tutte le altre forze che inevitabilmente saranno coinvolte in questo scenario.
Lo scorso 27 gennaio si è svolto un summit virtuale tra il primo ministro indiano Narendra Modi e i presidenti di Kazakistan, Kirghizistan, Tajikistan, Turkmenistan e Uzbekistan. È stato il secondo meeting ufficiale in pochi giorni per i presidenti delle cinque repubbliche centroasiatiche dopo quello con il presidente cinese Xi Jinping.
Vladimir Putin, che ancora ieri aveva aperto a soluzioni diplomatiche, all'alba del 24 febbraio ha dato l'ordine di invadere l'Ucraina. Per la Nato "è il momento più pericoloso per la sicurezza europea da generazioni".
La crisi tra Russia e Ucraina e le tensioni tra Mosca e la Nato di queste settimane sono tornate a destare preoccupazioni sull’approvvigionamento energetico dell’Europa.
Mentre la crisi ucraina si fa sempre più tesa, il presidente russo Vladimir Putin parla alla nazione e firma il riconoscimento delle repubbliche separatiste nel Donbass, mentre Mosca invia truppe 'per la pace'.
Per competere nello spazio 4.0, la Francia rafforza le capacità industriali e di difesa. E ai partner UE Parigi dice: più cooperazione.
“La finlandizzazione è una possibilità per l'Ucraina?” è stato chiesto a Emmanuel Macron dopo la sua navette diplomatica fra Kiev e Mosca. “Si, è un'opzione sul tavolo”, ha risposto il presidente francese. È evidente che Volodymyr Zelesky e la maggioranza dei suoi concittadini sceglierebbero la NATO. Ma se fra neutralità e Alleanza Atlantica la differenza a favore della seconda è un'aggressione russa, ripercorrere il vecchio sentiero della Finlandia è un'opzione.