L’Iraq inizia il 2022 alle prese con uno degli ostacoli più difficili nel suo processo politico: la formazione di un nuovo esecutivo. Dopo mesi di contestazioni sui risultati elettorali da parte delle fazioni politiche più sfavorite del voto, il 27 dicembre la Corte suprema federale irachena ha finalmente ratificato i risultati delle elezioni, sancendo l’inizio ufficiale del processo di formazione dei principali organi politici dello stato.
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Il nuovo governo Bennett-Lapid inizia il nuovo anno avendo già affrontato numerose sfide alla sua stabilità. L’approvazione del budget statale 2021-22 ha sicuramente contribuito a gettare le basi per una collaborazione più stretta tra le varie anime della coalizione che di fronte a sé ha un’agenda impegnativa. A partire dalla quinta ondata di coronavirus, che riporta in primo piano tutte le difficoltà legate alla gestione della pandemia, passando per le profonde divisioni interne allo stato le cui ferite chiedono di essere curate, arrivando quindi alle incognite della politica estera.
A due anni dall’elezione di Abdelmadjid Tebboune come ottavo presidente, l’Algeria sta attraversando una fase di transizione volta a rilanciare il paese. Sul piano politico, continua a tenere banco il programma di riforme promosso dalle autorità e dallo stesso Tebboune per creare una “nuova Algeria” e riconquistare la fiducia di molti cittadini, invertendo così il trend di progressivo disinteresse della popolazione nei confronti del sistema politico emerso durante le proteste di piazza degli ultimi due anni.
Macron va a Mosca da Putin, e Scholz incontra Biden alla Casa Bianca. Così l’Europa ‘assente’ si riporta sulla scena della crisi ucraina.
A trent’anni dal Trattato di Maastricht, cosa possiamo imparare dalle crisi attraversate dalla moneta unica? La via maestra rimane quella dell’integrazione economica.
La riunione dell’executive board dell’OMS si è conclusa con un nulla di fatto. Sempre poche risorse e poteri limitati per l’ente ginevrino. Un segnale negativo per il futuro.
A dieci anni dallo scoppio del conflitto in Nord Mali, gli equilibri politici e militari nel Sahel centrale non accennano a stabilizzarsi.
L’Europa alle prese con inflazione e venti di guerra. Mentre Putin vola in Cina per le Olimpiadi e rinsalda l’asse Mosca–Pechino.