La questione WikiLeaks dimostra che, di fatto, il mondo delle nazioni è sempre più costretto a confrontarsi con il mondo delle reti. L’organizzazione del movimento d’opposizione iraniano tramite il web e il recente contrasto tra Google e il governo cinese sembrano alimentare la convinzione che Internet e le tecnologie digitali possano favorire ovunque una maggiore libertà, nonché contribuire a diffondere la democrazia.
Risultati della ricerca:
Dopo il salvataggio in extremis della Grecia e dell’Irlanda, è la penisola iberica a tener alta la tensione in Europa. La crescita dello spread tra i titoli portoghesi e quelli tedeschi lascia pochi dubbi sul fatto che il Portogallo possa essere uno dei prossimi bersagli – se non proprio il prossimo – degli attacchi speculativi. Un nuovo intervento – dopo quello irlandese – del Fondo europeo di stabilità finanziaria (Fesf) sarebbe in tal caso inevitabile.
Sebbene non sia stato ancora designato come il candidato del Partito nazionale democratico (Pnd) alle presidenziali del 2011, Gamal Mubarak continuerà a essere al centro del dibattito politico in Egitto. Nonostante la mancanza di una designazione ufficiale e a dispetto delle recenti smentite sulle sue mire personali, il figlio maggiore del presidente egiziano Hosni sembrerebbe il più accreditato successore del padre alla guida del paese.
Da acuta che era, la crisi mondiale è diventata cronica. La produzione ha smesso di scendere quasi ovunque ma, a fine 2010, nessun paese ricco ha ancora recuperato i livelli pre-crisi; la disoccupazione è fortemente aumentata senza prospettive di un rapido riassorbimento; le finanze pubbliche sono precarie; l’assetto del mondo risulta in rapido cambiamento a favore dei paesi emergenti.
Nel 2010 il connotato caratteristico della crisi finanziaria internazionale sono state le difficoltà dei debiti dei governi. Nell’eurozona i paesi non battono moneta in proprio ma tramite una banca centrale comune e indipendente. I loro titoli di stato sono tutti denominati, in un certo senso, in valuta “estera” e implicano dunque rischi di illiquidità e insolvenza. Si è mormorato che ciò mette in pericolo la stessa esistenza della moneta comune. È un’esagerazione, ma le difficoltà dei debiti pubblici dell’eurozona sono molto nocive per l’Ue.
Protagonisti dei dieci anni che hanno capovolto il mondo, dal 2000 al 2010. Sicuri protagonisti del secondo decennio di quello che è stato definito il secolo dell’Asia, ma che in realtà sarà il “secolo del Sud del mondo”, a fronte di quel che appare uno strisciante ma quanto mai inesorabile declino del Nord del globo. È l’avanzata dei paesi emergenti, (molti ormai emersi a pieno titolo), scritta nel Dna della Storia.
Nel 2011 il mondo darà quasi certamente il benvenuto, sia pure un benvenuto pieno di ombre, alla 193esima nazione, il Sud Sudan. Il 9 gennaio, infatti, si tiene il referendum che si dovrà pronunciare sul futuro del Sud Sudan e di fatto sulla sua secessione dal Sudan. L’evento culmina il processo di pace iniziato nel 2005 sotto l’egida del Comprehensive Peace Agreement (Cpa).
Dal 1° gennaio Dilma Rousseff subentrerà a Lula come presidente del Brasile.
Fin dalla sua traumatica fondazione nel 1979, la Repubblica islamica dell’Iran ha rappresentato – o perlomeno è stata percepita – come uno dei principali fattori d’insicurezza regionale da parte di una pluralità di attori diversi, dagli Stati Uniti, a Israele, ai paesi arabi sunniti. Il timore e l’ostilità verso il governo post rivoluzionario di Teheran hanno, in questi decenni, catalizzato improbabili alleanze o sinergie politiche, economiche e persino militari da parte di stati pur molto divisi fra loro.
Le Olimpiadi di Pechino saranno ricordate come il simbolo tangibile della potenza cinese. A organizzarle è stato Xi Jinping, il futuro presidente della Repubblica Popolare, attuale vicepresidente, capo delle Forze armate e membro del Politburo. L'incarico di sovrintendere ai lavori gli era stato affidato dal Partito, come test finale per dimostrare la propria capacità politica e diplomatica. Una prova superata con successo, anche se forse non ce n'era bisogno.