L’amministrazione statunitense che uscirà dalle elezioni presidenziali di novembre dovrà ripensare le politiche di sicurezza a partire dall’eredità delle due amministrazioni Bush. In questo quadro controverso si collocano anche le scelte compiute negli ultimi anni verso l’Asia, contraddistinte da significativi elementi di discontinuità: una certa propensione a pensare l’Asia in termini unitari e il conseguente spostamento verso una “politica asiatica” più organica.
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Il rapido sviluppo economico che si è verificato in India nell’ultimo decennio ha costretto Nuova Delhi a importare una quota crescente di idrocarburi per far fronte al proprio deficit energetico. La necessità di cercare all’estero nuove fonti energetiche ha condizionato la politica estera indiana, inducendo Nuova Delhi a stabilire buone relazioni con alcuni “stati canaglia”, tra cui il Venezuela, il Sudan, la Siria, la Birmania e l’Iran, con l’effetto di frenare il processo di allineamento strategico con gli Usa.
Energia e ambiente sono temi che già oggi dominano le agende dei leader politici mondiali, seppur con enfasi e proporzioni diverse. I paesi che probabilmente stanno riservando maggiore attenzione ai due temi - in un’ottica sempre più unitaria – sono quelli dell’Unione europea.
Nel corso del 2007 le condizioni di sicurezza in Afghanistan sono andate progressivamente peggiorando: l’insurrezione talibana si è intensificata e minaccia l’esito dell’intervento internazionale.Le ragioni dell’insuccesso sono molteplici, alcune sono di carattere strutturale, su tutte l’instabilità regionale e la tradizionale frammentazione etnica e tribale del paese. Altre riguardano la natura e il disegno strategico dell’intervento.
Nel 2004 cinque paesi membri dell’Unione europea (Italia, Francia, Spagna, Paesi Bassi e Portogallo) hanno dato vita alla Forza di gendarmeria europea, una struttura di cooperazione rafforzata tra le forze di polizia a statuto militare da impiegare nelle operazioni di crisis management nell’ambito della Politica europea di sicurezza e difesa.
La Russia di Putin ha riservato all’Asia centrale una posizione di rilievo all’interno della propria politica estera. Gli sforzi profusi a recuperare le posizioni perse nel corso degli anni Novanta sono stati coronati da un considerevole successo: Mosca è oggi il principale attore su una scena dove interessi strategici ed energetici attirano tutte le potenze aspiranti a definire la scena internazionale del XXI secolo.
Gli sviluppi degli ultimi due anni mostrano la volontà di Mosca di sostenere e all’occorrenza stimolare i processi di consolidamento nei settori chiave del suo apparato industriale-militare quali sono i comparti di punta e ad elevata intensità tecnologica. Dopo il ritardo dovuto all’implosione dell’Unione sovietica, il quadro odierno si presenta caratterizzato dall’espansione della domanda di materiale militare russo, delle commesse militari dall’estero e del bilancio delle Forze armate.
Il Giappone si trova nel pieno di una trasformazione che coinvolge le linee strategiche, la politica di difesa e più in generale gli indirizzi di politica estera del paese. La difficoltà di elaborare una strategia capace di conciliare obiettivi ed esigenze contrastanti ha fatto sì che la politica perseguita da Tokyo apparisse confusa e incoerente.
Il cammino della Serbia verso l’integrazione europea è ancora lungo. Nel momento cruciale in cui il negoziato sullo status del Kosovo è giunto alla sua fase finale, e pochi mesi dopo la separazione del Montenegro, il governo che dovrebbe essere formato nelle prossime settimane dalle forze democratiche elette il 21 gennaio scorso, avrà il compito prioritario di riannodare i fili del rapporto con Bruxelles, deteriorato a causa della scarsa cooperazione con il Tribunale Penale Internazionale per l'ex-Jugoslavia.
Les négociations pour l’adhésion de la Turquie ont commencé début octobre 2005. Il est prévu selon beaucoup, qu’elles durent près de dix ans.