L'elezione del presidente in Iran segue le regole di un matrimonio combinato. Lo sposo (il presidente) deve piacere anzitutto ai genitori della sposa (Khamenei), ai parenti (i pasdaran), agli amici (il clero) e al quartiere (i fedelissimi del regime).
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Da Istanbul, Isadora Bilancino, giornalista freelance
È stata una di quelle notti durante le quali è quasi impossibile dormire per la citta' di Istanbul. Le immagini di Taksim che brucia rimarrà nella memoria di molti: di coloro che spaventati guardavano le fiamme dal parco e quelli che con dolore e apprensione le guardavano in televisione.
Per tutta la giornata di ieri i lacrimogeni hanno riempito non solo Taksim, ma anche tutti gli uffici ed i negozi di Istiklal, strada principale di Istanbul che porta in piazza.
Da Istanbul – Isadora Bilancino, giornalista freelance
«È di vitale importanza che le due potenze ristabiliscano la fiducia, e si riconoscano partner e non rivali», scandiva giorni fa il Global Times, importante costola del Quotidiano del Popolo. Il nuovo presidente cinese Xi Jinping vuole costruire un “Nuovo Corso nelle Relazioni sino-americane”. L'incontro con Obama a Sunnyland li vedrà discutere in maniera informale; il ranch evoca l'estetica di un summit inusuale (per i cinesi). Il precedente: Jiang Zemin ospite di George W. Bush in Texas, nella riservata cornice di Crawford. Altri tempi.
Da Istanbul – Isadora Bilancino, giornalista freelance
Ieri, Mercoledì 5 Giugno, la Piattaforma Solidarietà Taksim è stata ricevuta dal vice Primo Ministro Bülent Arınç. Cosa ha chiesto il movimento al governo turco?
•L’ufficiale dichiarazione del ritiro dell'attuale progetto di rinnovazione dell’area del parco;
«Avevo perso ogni speranza negli ultimi due anni, ora sono tornata a crederci». Sinem è una delle tante persone che sono scese in piazza in questi giorni, nonostante viva a centinaia di chilometri da Istanbul e forse non sia mai nemmeno passata nelle vicinanze di Gezi Park: una piccola area verde nel centro di Istanbul che il governo vorrebbe demolire per consentire di costruire un centro commerciale.
La Turchia è nel mezzo della più grande manifestazione di dissenso contro il governo dell’AKP che si sia mai registrata e la situazione nelle piazze di Istanbul e Ankara è diventata progressivamente più tesa, a seguito della repressione delle forze dell’ordine e dell’inasprimento delle proteste stesse. Tutto era nato con delle manifestazioni nelle principali città turche contro il progetto del governo targato Erdogan di costruire un centro commerciale e una moschea a Gezi Park, un’area verde di Istanbul, al prezzo di circa 600 alberi tagliati.
Dopo sei anni, i DAM sono tornati. Nati nel 2001, hanno contribuito a fondare l’Hip-hop arabo come genere musicale di protesta delineandone stili e contenuti con testi ispirati alla vita quotidiana dei palestinesi sotto l’occupazione israeliana. Il nuovo genere si è trasformato in un mezzo innovativo per narrare realtà come la dittatura e l’oppressione politica e sociale, fino a diventare la colonna sonora dei movimenti giovanili della Primavera araba.
La crisi siriana è stato l’evento che, più di tutti, ha messo in discussione la dottrina strategica della Turchia nei riguardi della regione mediorientale. Per quasi un decennio, dall’ascesa al potere nel 2002 fino allo scoppio delle rivolte arabe, Ankara aveva costruito una politica estera incentrata sulla cosiddetta dottrina degli “zero problemi con i vicini”, sottendendo la stabilità dell’area e la propria stessa influenza sulla regione, all’instaurazione di buoni rapporti di vicinato con tutti gli attori confinanti.
I disastri di una guerra non si vedono mai soltanto nel campo di battaglia; il più delle volte sono destinati a espandersi, a interessare chi non è direttamente coinvolto e a protrarre i suoi molteplici effetti nel tempo.