I tragici fatti di Bruxelles hanno sollevato perplessità sulla mancanza di collaborazione tra le intelligence e le forze di polizia europee nella lotta al terrorismo. Una efficace strategia di contrasto ha necessariamente bisogno di politiche di prevenzione, indagini precise e attenzione costante che, di fronte a un nemico che gode di una rete transnazionale, possono realizzarsi solo con una stretta cooperazione tra le diverse forze di sicurezza nazionali.
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Sono 19 le vittime che si contano oggi a seguito del recente attentato in Costa d'Avorio. Un attacco che, a posteriori, è apparso prevedibile, dal momento che le autorità ivoriane erano in preallerta da mesi e negli ultimi 5 anni la regione ha vissuto un'escalation di atti terroristici.
Gestione dei flussi migratori e contrasto al terrorismo, specialmente di matrice jihadista, sono evidentemente due tra le sfide più rilevanti e impegnative che l’Europa debba affrontare nella nostra epoca. Si tratta di due fenomeni transnazionali ben distinti, guidati da logiche differenti, che tuttavia possono trovare occasionalmente punti di intersezione.
A tre anni dal colpo di stato che pose fine al governo di Francois Bozizé, la Repubblica Centrafricana ha finalmente eletto un nuovo presidente. Lo scorso 14 Febbraio, Faustin-Archange Touadéra ha nettamente sconfitto al ballottaggio il principale avversario, Anicet-Georges Dologuélé, di fatto ribaltando il vantaggio di circa 4 punti ottenuto da quest’ultimo a un primo turno che vide la partecipazione di 30 candidati. L’elezione è seguita al refendum costituzionale di Dicembre 2015, in cui la nuova Carta fu approvata con un ampissimo 93% dei voti.
On 10 March*, the European Parliament voted in favor of a measure allowing Tunisia to export yearly 35,000 tons of olive oil tax-free in the European Union, for two years. That is, Tunisia will be allowed to export to the EU 70,000 tons of olive oil between 2016 and 2017 with no further duties.
L’attacco terroristico compiuto a Grand Bassam, nel sud della Costa d’Avorio, a poche miglia dal cuore della vita economica del paese, Abidjan, costituisce un nuovo, destabilizzante momento nella “strategia della tensione” elaborata da al-Qaida nel Maghreb islamico (Aqim) in Africa occidentale.
La riforma del settore finanziario e bancario in Cina è uno dei temi più discussi e controversi e fa parte di un più ampio piano di riforme economiche e sociali discusso dai dirigenti del Partito comunista cinese durante le Due Sessioni.
Alla visita del vice presidente Usa a Tel Aviv non ne corrisponderà una di Netanyahu in America, come era prevista. Tale recente ripensamento manifesta una crescente distanza tra i due paesi, dovuta al mancato accordo sul programma di rifornimento di Israele per il decennio 2018-2028, e alle differenti visioni sul programma nucleare iraniano. La politica americana per il Medio Oriente acuisce le divergenze con Israele, ma gli Usa rimangono ancora il miglior partner possibile per Tel Aviv.
L'importanza dell'Oman all'interno del quadro geopolitico mediorientale non può essere sottovalutata. Qabus bin Said al-Said, sultano omanita, è da anni una figura determinante per gli equilibri regionali: è l'unico intermediario rimasto nella diatriba tra Iran e Arabia Saudita e ha coperto un ruolo centrale nell'accordo sul nucleare tra Iran e Stati Uniti. Una risorsa, dunque, anche per la propria gente. Nonostante le difficoltà dovute al crollo del prezzo del petrolio, il sultano ha saputo reagire riformando l'economia del paese e diversificando le fonti di entrata.
La politica estera non entusiasma la competizione elettorale americana, né nella partita interna allo schieramento democratico né in quella del partito repubblicano. Ancor meno può entusiasmare nelle battute iniziali delle primarie, quelle di febbraio nelle quali si fanno strada i possibili candidati, in attesa del Super Tuesday.