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Le sfide dell’immigrazione e i conflitti alle porte della Ue, dall’Ucraina al Mediterraneo, confermano ancora una volta la necessità di una efficace politica di sicurezza e difesa comune. Quale contributo può dare l’Italia alla definizione di questa politica? Le forze armate italiane sono già pronte per una più stretta collaborazione europea? Quali i punti di forza dell’Italia in caso di interventi europei e internazionali in contesti di crisi?
Ha aperto il ciclo di appuntamenti “L’Europa al bivio”.
I presidenti Sergio Mattarella e Joachim Gauck hanno chiuso i lavori dell’Italian–German High Level Dialogue. I lavori hanno coinvolto oltre cento esponenti del mondo economico, della cultura e della politica di entrambi i paesi, che si sono confrontati su temi di particolare rilievo per la cooperazione bilaterale: la gestione dell’immigrazione, l’agenda digitale e le risposte politiche alle crisi interne ed esterne ai confini dell’Unione.
L’iniziativa si è tenuta nel quadro delle attività che ISPI dedica a Expo e alla proiezione internazionale di Milano, promuovendo sia momenti di sensibilizzazione e dibattito, sia incontri di approfondimento e corsi di formazione.
In un momento in cui riemergono forti tensioni sui mercati europei, si chiude il semestre di Presidenza italiana. Che valutazione dare dei risultati conseguiti dall'Italia e quali le priorità per il 2015? Qual è il rischio che l'Europa sia investita da una nuova ondata di instabilità? Quali misure bisognerebbe ancora prendere?
L'evento si è tenuto presso la sede dell'ISPI (Palazzo Clerici - Via Clerici, 5 - Milano).
La crisi che da mesi interessa l’Ucraina potrebbe influenzare profondamente il futuro sviluppo di numerose questioni di politica internazionale, con conseguenze di scenario nel lungo periodo.
Quali sono le nuove sfide per la politica estera russa e i nuovi assetti per il mercato dell’energia? Quali conseguenze per l’Europa? Quali sono le incognite sul futuro della Nato?
A tre anni dalla caduta di Ben Ali, lo scorso gennaio la Tunisia ha approvato la nuova Costituzione. Questa si distingue sia perché frutto di lunghi negoziati e di uno storico compromesso tra le forze secolari e il partito islamico Ennahda, sia perché, tra gli altri aspetti, garantisce uguali diritti alla donna e all'uomo ed evita qualsiasi riferimento alla shari'a. Attraverso di essa, dunque, la Tunisia si pone come punto di riferimento per l'Europa e l'Italia nel delineare delle policies in grado di sostenere la democratizzazione in Nord Africa e in Medio Oriente.