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È morto un mito. Non solo nei ranchitos venezuelani, i quartieri più miserabili. Hugo Chávez ha fatto proselitismo in tutta la regione, il suo carisma ha toccato il cuore di centinaia di milioni di latinoamericani.
La scomparsa di Hugo Chávez avrà un profondo impatto sulla politica interna ed estera del Venezuela e di conseguenza sulle sue relazioni con gli Stati Uniti d’America.
Proprio dall’elezione di Hugo Chávez iniziò in America Latina quel fenomeno che i media hanno genericamente definito dell’“ondata a sinistra”. Alcuni paesi, però, hanno sempre mantenuto governi moderati.
Lo scorso 7 gennaio le forze islamiste e i Tuareg che si riuniscono intorno alle sigle di Ansar Dine, Mujao, Aqim e Mnla hanno lanciato un’importante offensiva militare verso il sud del Mali con l’obiettivo di conquistare Bamako. La Francia, in qualità di ex potenza coloniale, già dallo scorso 11 gennaio, ha accolto solitaria la richiesta di aiuto del presidente ad interim Diocounda Traoré.
La crisi finanziaria internazionale del 2008 non ha colpito la Spagna con la stessa forza con cui è esplosa negli altri paesi, grazie a quelle che allora erano considerate oculate politiche di supervisione bancaria che hanno impedito alle banche spagnole di operare nel mercato dei mutui subprime e che le hanno obbligate a mettere al riparo i loro bilanci. Da allora però le difficoltà dei mercati finanziari internazionali e lo scoppio della crisi del debito dell’area euro hanno reso manifeste le debolezze della Spagna dovute a squilibri interni ed esterni accumulatisi negli anni.
Negli ultimi due anni la regione del Mediterraneo è stata attraversata da importanti e profonde trasformazioni. Al di là delle differenze e delle peculiarità delle singole realtà, i paesi arabi sono accomunati da problematiche politiche e socio-economiche simili: longevità dei regimi, autoritarismo, deficit democratico, forti restrizioni alle libertà individuali, pressione demografica e significativa percentuale di popolazione giovanile, elevata disoccupazione, soprattutto tra i giovani, povertà diffusa.
Un Paese, tre scenari diversi. Eccoli: il primo è un altro default, dieci anni dopo. Il secondo è una ripartenza, dopo il rallentamento della crescita. Il terzo è una lunga fase di stagnazione. Tre ipotesi distinte ma tutte plausibili.
Nessuno economista equilibrato si espone sul futuro prossimo dell’Argentina. Gli avversari del Governo di Cristina Fernandez de Kirchner propendono ovviamente per il primo scenario. I “fan” della presidenta sono invece pronti a giurare per la ripartenza.
Tawadros II (Teodosio II) è ufficialmente il 128esimo “Papa di Alessandria d’Egitto e Patriarca della Predicazione di San Marco e di tutta l’Africa”. È con questo titolo che, domenica scorsa, l’ex vescovo di Beheira è stato incoronato pontefice della Chiesa copta ortodossa. La cerimonia d’intronizzazione conclude il capitolo di vuoto di potere al quale è stata sottoposta la più importante comunità cristiana in Egitto. La Chiesa copta ortodossa si distingue da quella cattolica che fa riferimento a Roma e da quella etiope altrettanto autocefala.
A quasi due anni dallo scoppio della protesta politica che ha attraversato i paesi arabi della sponda sud del Mediterraneo, si può tentare una prima valutazione degli effetti economici e discuterne le possibili implicazioni di prospettiva.