Dai vicoli del quartiere operaio di Istanbul alla presidenza
La più recente attività diplomatica di Ankara sembra prefigurare l'aspirazione a tornare ad assumere quel ruolo di mediatore e facilitatore del dialogo regionale che aveva rappresentato uno dei maggiori successi della “profondità strategica”, dottrina e pratica di politica estera che ha caratterizzato il primo decennio di relazioni internazionali del Partito per la giustizia e lo sviluppo (Akp).
Da responsabili della tenuta costituzionale ai margini del potere. Alla vigilia del prossimo referendum costituzionale sarebbe questa, in sintesi, la fotografia che ritrae le Forze armate turche (Tsk) all’interno dell’attuale scenario nazionale. Dal 2002, anno in cui il Partito per la giustizia e lo sviluppo (Akp) è salito al governo, le Tsk hanno gradualmente perso quel controllo sul potere che in passato ha dato loro la facoltà di intervenire per modificare il corso politico turco.
Dopo il fallimento del colpo di stato in Turchia nella notte tra venerdì e sabato scorso gli equilibri interni e quelli internazionali escono alquanto mutati. Sul piano interno la reazione del presidente Erdogan non si è fatta attendere e in poche ore sono stati arrestati migliaia di cittadini turchi, accusati di avere partecipato al tentativo di colpo di stato. Tra loro ci sono centinaia di magistrati e membri dell’esercito, storicamente una delle istituzioni più importanti e rispettate della Turchia. Sul piano internazionale la presenza negli Stati Uniti di Fethullah Gülen, influente leader religioso accusato da Erdogan di essere il responsabile del tentativo di rovesciamento, le tiepide e temporeggianti dichiarazioni dei partner occidentali nella notte dell’accaduto e le seguenti affermazioni da parte di membri del governo turco sembrano gettare un’inquietante ombra anche sulle relazioni internazionali di Ankara, in particolare con gli Stati Uniti. Valutando le epurazioni interne da parte di Erdogan, il colpo di stato pur fallito, potrebbe aver segnato comunque la democrazia turca, messa già a dura prova dalla gestione dispotica del presidente nell’ultimo periodo.
Alla luce delle recenti vincende turche, si può dire che il leader Recep Tayyip Erdoğan si sia meritato lo status di osservato speciale per il 2016. A partire da un piano di riforme molto poco democratiche, fino al forte sospetto sulla regolarità delle ultime elezioni vinte, il leader turco rappresenta una mina vagante tra gli attori del panorama internazionale. L'imprevedibilità che ne caratterizza le scelte politiche, sia interne sia verso l'estero, è una minaccia costante all'ordine democratico turco, e potenzialmente agli equilibri della regione.
Le elezioni anticipate del 1° novembre in Turchia hanno premiato il partito del presidente Erdoğan. Lo scorso giugno l’Akp non aveva ottenuto il numero di seggi necessario a formare un esecutivo monocolore, mettendo il primo ministro Davutoğlu di fatto di fronte all’ipotesi forzata di creare un governo di coalizione. Il presidente ha invece preferito cercare nuovamente la via delle urne per ridare al proprio partito la maggioranza assoluta e riavviare il progetto di revisione della Costituzione. Una scommessa, quella di Erdoğan, che è stata ampiamente vinta, come confermano i risultati che arrivano in queste ore da Ankara: 315 seggi per l’Akp, che ha ottenuto il 49,3% delle preferenze, mentre l’Hdp, partito filo–curdo che aveva rappresentato la grande sorpresa delle elezioni di giugno, supera a malapena la soglia di sbarramento del 10%, ottenendo solo 61 seggi (19 in meno rispetto a giugno). Pur non riuscendo a raggiungere il numero di seggi necessari per indire un referendum per cambiare la Costituzione (330) né quello per approvare in maniera diretta una modifica costituzionale (367), l’Akp vi è comunque oggi più vicino. Di certo si apre adesso una nuova stagione politica in un paese segnato all’interno da crescenti polarizzazioni e contrasti e all’esterno dall’aggravarsi della crisi siriana e da rinnovate ambiguità nei rapporti con l’Unione europea.
È probabile che il complesso rapporto tra Turchia e Siria non risentirà della riconferma del governo di Erdoğan, almeno nell’immediato. Se da una parte la Turchia non rappresenta più il paese di riferimento nella regione – anche per l’intervento di attori internazionali come Stati Uniti e Russia –, dall’altra però resta un attore fondamentale nella ricerca di un equilibrio futuro. Ogni prospettiva di stabilità regionale non potrà sottovalutare la difficile questione curda e la lotta contro l’IS.
L’Akp ha vinto le elezioni dopo una campagna elettorale volta a sottolineare il possibile sprofondamento del paese in un clima sempre più teso e instabile. Gli avversari principali avevano un nome chiaro: Hdp, spesso identificato come partito pro-curdo. Prima delle elezioni il “fattore curdo” sembrava essere una delle variabili che più avrebbe influenzato il voto.
È passato più di un mese dallo scorso 7 giugno quando in Turchia si sono tenute le elezioni generali, tuttavia ancora non c’è stata la formazione di un governo. Anzi, le consultazioni sono appena cominciate. Il primo ministro Ahmet Davutoğlu ha avviato i primi colloqui con i diversi leader dell’opposizione alla ricerca di un’alleanza necessaria per governare. Questa inaspettata situazione di stallo indebolisce molto la posizione del presidente Erdoğan che aveva trasformato l’elezione in un referendum sul suo progetto politico.
Turkey’s elections held on June 7th, which some observers argued to be the most important since the inception of democratic elections, resulted in political uncertainty. However, even that climate of uncertainty, with no actor able to form a government alone, was better than the escalating tensions that the country had experienced recently. The elections left the ruling Justice and Development Party (AKP) with 258 seats.
“Ambiguo” è l’aggettivo maggiormente utilizzato nell’ultimo anno per definire l’atteggiamento della Turchia nei confronti dello Stato Islamico (IS) dopo la proclamazione del Califfato tra Siria e Iraq in prossimità del suo confine meridionale.
- 1
- 2
- 3
- 4
- seguente ›
- ultima »