La fascia saheliano-sahariana è una regione sempre più instabile e insicura. Gli ultimi anni sono stati caratterizzati da una presenza sempre più massiccia di movimenti jihadisti e indipendentisti. Il Mali, che si appresta a tornare a libere elezioni il 28 luglio, è divenuto rapidamente l’epicentro di questo vasto “Africanistan” che ha costretto nel gennaio scorso la Francia e alcuni paesi africani ad un intervento armato contro le formazioni radicali e secessioniste che avevano occupato il nord e proclamato lo Stato dell’Azawad. Questa parte di Africa, dal Mediterraneo al golfo di Guinea, dall’Algeria alla Nigeria pare sempre più inghiottita nel mondo arabo-islamico: qui si nascondono e agiscono gruppi (Aqim, Mujao, Ansar al-Din, Mnla, ma anche Boko Haram) capaci di ottenere il controllo di parti di territorio con l'obiettivo di estendere le attività di proselitismo in tutto il continente, conducendo traffici illeciti di ogni tipo, e gettando un’inquietante ombra sulla capacità della comunità internazionale di pacificare questa area.