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Ankara

Turchia: mosse obbligate per evitare il crollo

Che l’economia avrebbe rappresentato la principale sfida della “nuova Turchia” di Recep Tayyip Erdoğan era chiaro già prima delle elezioni di giugno, anticipate proprio nel timore di un effetto boomerang del rallentamento economico sulla popolarità del presidente e del suo partito. Quell’economia, che per oltre un decennio è stato il fiore all’occhiello dei governi dell’Akp e uno dei pilastri su cui si è retto il consenso a Erdoğan. Ma quella “storia di successo” è oggi tramontata.

Martedì, 2 ottobre, 2018 - 09:15
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Turchia: doppio schiaffo alla democrazia

Dopo il fallimento del colpo di stato in Turchia nella notte tra venerdì e sabato scorso gli equilibri interni e quelli internazionali escono alquanto mutati. Sul piano interno la reazione del presidente Erdogan non si è fatta attendere e in poche ore sono stati arrestati migliaia di cittadini turchi, accusati di avere partecipato al tentativo di colpo di stato. Tra loro ci sono centinaia di magistrati e membri dell’esercito, storicamente una delle istituzioni più importanti e rispettate della Turchia. Sul piano internazionale la presenza negli Stati Uniti di Fethullah Gülen, influente leader religioso accusato da Erdogan di essere il responsabile del tentativo di rovesciamento, le tiepide e temporeggianti dichiarazioni dei partner occidentali nella notte dell’accaduto e le seguenti affermazioni da parte di membri del governo turco sembrano gettare un’inquietante ombra anche sulle relazioni internazionali di Ankara, in particolare con gli Stati Uniti. Valutando le epurazioni interne da parte di Erdogan, il colpo di stato pur fallito, potrebbe aver segnato comunque la democrazia turca, messa già a dura prova dalla gestione dispotica del presidente nell’ultimo periodo.

Lunedì, 18 luglio, 2016 (Tutto il giorno)
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Turchia: senza Davutoglu, Erdogan sempre più uomo solo al comando

Il primo ministro turco Ahmet Davutoglu ha annunciato che al prossimo congresso del partito si dimetterà dal suo incarico. Da tempo si vociferava di un possibile passo indietro del premier a causa del deterioramento dei rapporti con il presidente Recep Tayyip Erdogan. Al congresso del 22 maggio, Davutoglu si dimetterà anche dall’incarico di presidente dell’AKP, il partito di maggioranza che da 14 anni guida il paese.  

Venerdì, 6 maggio, 2016 (Tutto il giorno)
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Erdoğan e il nodo siriano

È probabile che il complesso rapporto tra Turchia e Siria non risentirà della riconferma del governo di Erdoğan, almeno nell’immediato. Se da una parte la Turchia non rappresenta più il paese di riferimento nella regione – anche per l’intervento di attori internazionali come Stati Uniti e Russia –, dall’altra però resta un attore fondamentale nella ricerca di un equilibrio futuro. Ogni prospettiva di stabilità regionale non potrà sottovalutare la difficile questione curda e la lotta contro l’IS.


Lunedì, 2 novembre, 2015 (Tutto il giorno)
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Erdoğan vince la sua scommessa. Si riapre il dialogo con i curdi?

L’Akp ha vinto le elezioni dopo una campagna elettorale volta a sottolineare il possibile sprofondamento del paese in un clima sempre più teso e instabile. Gli avversari principali avevano un nome chiaro: Hdp, spesso identificato come partito pro-curdo. Prima delle elezioni il “fattore curdo” sembrava essere una delle variabili che più avrebbe influenzato il voto.

Lunedì, 2 novembre, 2015 (Tutto il giorno)
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La Turchia sotto attacco e le mancanze di Erdogan

Qualunque sia la matrice e chiunque ne sia stato il mandante, l’unica cosa certa è che le bombe di Ankara dimostrano chiaramente una cosa: l’attuale debolezza di Erdogan. Il Presidente turco ha progressivamente contribuito alla polarizzazione delle posizioni tra chi è con lui e chi contro di lui, con un particolare riferimento al partito filo-curdo HDP.

Mercoledì, 14 ottobre, 2015 (Tutto il giorno)
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La Turchia in cerca di un ruolo regionale

“Ambiguo” è l’aggettivo maggiormente utilizzato nell’ultimo anno per definire l’atteggiamento della Turchia nei confronti dello Stato Islamico (IS) dopo la proclamazione del Califfato tra Siria e Iraq in prossimità del suo confine meridionale.

Lunedì, 29 giugno, 2015 (Tutto il giorno)
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Turchia al voto: all'Akp vincere non basta

Se sembrano non esserci dubbi sul fatto che l'Akp (Partito giustizia e sviluppo) si confermerà il partito più votato in Turchia alle elezioni parlamentari del 7 giugno, ciò potrebbe non bastare per soddisfare le ambizioni del presidente Erdoğan e del primo ministro Davutoğlu. L'obiettivo è infatti di ottenere almeno una maggioranza di 330 seggi che consentirebbe all'attuale partito di governo di potere emendare la Costituzione e trasformare la Repubblica da parlamentare in presidenziale, previa approvazione tramite referendum. Di fatto le incognite non mancano, a cominciare dal voto dei curdi. La principale minoranza del paese – circa il 20% della popolazione – appare infatti quanto mai decisiva per l'esito elettorale. Se il partito filo–curdo Hdp riuscisse a superare la soglia del 10% ed entrare così in parlamento, sarebbe difficile per l'Akp avere i numeri per portare avanti da solo il progetto di riforma costituzionale e dovrebbe entrare in un difficile gioco di mediazioni e coalizioni. Sullo sfondo di questo scenario c'è il rallentamento economico della Turchia, che non cresce più a ritmi "cinesi" come alcuni anni fa, unito alle difficoltà del modello di sviluppo promosso dall'Akp che, secondo i sondaggi, sta perdendo una parte di consenso nel paese.

Giovedì, 4 giugno, 2015 (Tutto il giorno)
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Politica estera turca: fuori dall'isolamento?

Se fino a qualche anno fa la politica estera turca era soprattutto centrata sul negoziato di adesione all’Unione europea, attualmente sono gli eventi del Medio Oriente a modellarne le iniziative. Gli archi temporali sono ben definibili: dal 2004 al 2009 il tema centrale è stato certamente l’Europa.

Giovedì, 4 giugno, 2015 (Tutto il giorno)
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Papa Francesco, dal cuore dell'Europa alle porte d'Oriente

Rispondendo all’invito di Bartolomeo I, Patriarca ecumenico di Costantinopoli, pronunciato in Terra Santa la scorsa primavera, a cui ha fatto seguito il 9 settembre quello del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, Papa Francesco si appresta a fare il suo ingresso nella terra dove sono state poste le basi teologiche della fede cristiana durante i concili di Nicea, Costantinopoli, Efeso e Calcedonia.

Giovedì, 27 novembre, 2014 (Tutto il giorno)
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