Area Mena | ISPI
Salta al contenuto principale

Form di ricerca

  • ISTITUTO
  • PALAZZO CLERICI
  • MEDMED

  • login
  • EN
  • IT
Home
  • ISTITUTO
  • PALAZZO CLERICI
  • MEDMED
  • Home
  • RICERCA
    • OSSERVATORI
    • Asia
    • Cybersecurity
    • Europa e Governance Globale
    • Geoeconomia
    • Medio Oriente e Nord Africa
    • Radicalizzazione e Terrorismo Internazionale
    • Russia, Caucaso e Asia Centrale
    • Infrastrutture
    • PROGRAMMI
    • Africa
    • America Latina
    • Global Cities
    • Migrazioni
    • Relazioni transatlantiche
    • Religioni e relazioni internazionali
    • Sicurezza energetica
    • DataLab
  • ISPI SCHOOL
  • PUBBLICAZIONI
  • EVENTI
  • PER IMPRESE
    • cosa facciamo
    • Incontri su invito
    • Conferenze di scenario
    • Executive Education
    • Future Leaders Program
    • I Nostri Soci
  • ANALISTI

  • Home
  • RICERCA
    • OSSERVATORI
    • Asia
    • Cybersecurity
    • Europa e Governance Globale
    • Geoeconomia
    • Medio Oriente e Nord Africa
    • Radicalizzazione e Terrorismo Internazionale
    • Russia, Caucaso e Asia Centrale
    • Infrastrutture
    • PROGRAMMI
    • Africa
    • America Latina
    • Global Cities
    • Migrazioni
    • Relazioni transatlantiche
    • Religioni e relazioni internazionali
    • Sicurezza energetica
    • DataLab
  • ISPI SCHOOL
  • PUBBLICAZIONI
  • EVENTI
  • PER IMPRESE
    • cosa facciamo
    • Incontri su invito
    • Conferenze di scenario
    • Executive Education
    • Future Leaders Program
    • I Nostri Soci
  • ANALISTI

Area Mena

Golfo Persico: modello vincente da riequilibrare

Tre mesi dopo l’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, ci sono buone notizie e cattivi presagi per le monarchie del Consiglio di Cooperazione del Golfo (CCG). Nel breve-medio periodo, le buone notizie riguardano il prezzo di petrolio e gas: con rendite più elevate, le monarchie possono scegliere di allungare i tempi della diversificazione economica mitigandone, ancor più, le ricadute sociali, a tutela così della stabilità politica interna.

Occhio a cinque nuovi fronti allargati

La grave crisi internazionale mette alla prova le monarchie del Golfo. Cina, India, Russia: cambiano i quadri geopolitici e le dinamiche economico-finanziarie.

Iraq, il futuro di un paese in bilico

Il primo ministro iracheno Mustafa al-Kadhimi è giunto in visita in Italia come tappa di un tour europeo avviato nei giorni scorsi per rafforzare il livello della cooperazione tra Baghdad e i suoi principali alleati nel campo occidentale. Nel corso della sua visita a Roma, il capo del governo di Baghdad è stato accolto dal suo omologo italiano, il presidente del Consiglio Mario Draghi.

Usa-Arabia Saudita: Qualcosa è cambiato

Un rapporto dell’Intelligence Usa accusa il principe saudita Mohammed Bin Salman di essere coinvolto nell’omicidio Khashoggi. Un altro segnale del cambio di rotta nelle relazioni tra Stati Uniti e Arabia Saudita

 

Pandemia e petrolio: area MENA sotto shock

Mentre nei paesi del Medio Oriente e del Nord Africa (Mena) la diffusione della pandemia sembra rallentare, ma non accenna ancora ad arrestarsi, i governi della regione si preparano a una graduale riapertura, con allentamenti del lockdown in alcuni casi già a partire dalla fine di maggio.

Sei successioni che rivoluzioneranno il Medio Oriente

Dopo essere sopravvissuti indenni agli sconvolgimenti delle Primavere arabe, alcuni tra i principali paesi del Medio Oriente potrebbero conoscere nei prossimi anni dei sommovimenti che rischiano di metterne in pericolo la stabilità. Non più rivoluzioni, interventi esterni o guerre civili: quello che potrebbe alterare il volto del Medio oriente negli anni a venire è il semplice ricambio generazionale.

Iran, l'attentato di Ahvaz è un pericoloso spartiacque

Difficile accertare le responsabilità dell’attentato terroristico che sabato mattina ha colpito la parata militare nella città iraniana di Ahvaz, capoluogo della provincia del Khuzestan, uccidendo 25 persone e ferendone almeno 60.

Mali dopo il voto: va sempre peggio?

Domenica 29 luglio 8,5 milioni di elettori del Mali sono stati chiamati a decidere se concedere un secondo mandato al presidente uscente Ibrahim Boubacar Keita, detto IBK.

Perché l'estremismo violento dilaga in Africa

L’entità del fenomeno radicalizzazione nel continente africano e l’elevato livello di rischio ad esso connesso è efficacemente rilevato dall’ultimo report dell’Africa Center for Strategic Studies (ACSS)[1], che a partire dal 2010 ha monitorato gli episodi violenti compiuti dai diversi gruppi militanti islamici attivi in Africa.

Niger: il perno instabile della politica UE nel Sahel

Un’aula di tribunale stracolma ha accolto, il 24 luglio scorso, il verdetto del processo più atteso dell’anno. Attivisti, ricercatori universitari e membri dell’opposizione politica, radunatisi sotto il sole cocente di Niamey, hanno reagito alla pronuncia con sollievo e rabbia al contempo. Quattro dei 22 imputati sono stati condannati a tre mesi di carcere e tre di loro sono stati rilasciati il giorno stesso. Si tratta di Ali Idrissa, Moussa Tchangari e Nouhou Arzika.

Niger e Sahel: quando la lotta ai trafficanti aggrava l'insorgenza jihadista

Nel corso degli ultimi anni, il Niger è rientrato nel novero dei partner strategici dell’Unione Europea e dei suoi stati membri. Lo stato saheliano, infatti, si è ritrovato all’incrocio dei vettori di tensione che smuovono le inquietudini securitarie del vecchio continente. Da una parte, il Niger si è trovato ad essere uno snodo cruciale delle traiettorie migratorie che connettono l’Africa Occidentale alla Libia, ed è quindi considerato – non sempre a buon diritto – l’anticamera della migrazione irregolare verso l’Europa.

Attacchi nel Bab el-Mandeb: rischi globali e obiettivi sauditi

Tutti gli occhi erano puntati su Hormuz.

  • 1
  • 2
  • seguente ›
  • ultima »

SEGUICI E RICEVI LE NOSTRE NEWS

Iscriviti alla newsletter Scopri ISPI su Telegram

Chi siamo - Lavora con noi - Analisti - Contatti - Ufficio stampa - Privacy

ISPI (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale) - Palazzo Clerici (Via Clerici 5 - 20121 Milano) - P.IVA IT02141980157