Cresce il peso della sfera politico-militare nella strategia cinese in Asia centrale e meridionale, come emerso dalla recente visita di Xi Jinping in Pakistan nell’ottica della diversificazione dei propri approvvigionamenti energetici. Il Pakistan rappresenta un partner strategico fondamentale per la Cina, che negli ultimi anni ha aumentato il proprio coinvolgimento nel paese nonostante il peggioramento dello scenario di sicurezza pakistano.
1. Democratizzazione procedurale e competizione politica nel processo elettorale uzbeko
Il 21 dicembre 2014 si sono svolte in Uzbekistan le elezioni parlamentari per il rinnovo del Parlamento bicamerale della Repubblica centroasiatica, l’Olij Majlis, costituito da una Camera legislativa con 150 membri e un Senato che raccoglie 100 eletti. Nella storia dell’Uzbekistan indipendente, si è trattato delle quinta tornata elettorale di questo tipo, dopo gli appuntamenti del 1994, 1999, 2004 e 2009.
Non appena si è prospettata una tregua nel conflitto ucraino molti esperti russi e occidentali hanno cominciato a parlare dell’Asia centrale come probabile teatro di ulteriori conflitti etnici e separatisti nello spazio post-Sovietico. Il politologo russo Alexandr Knyazev ha addirittura introdotto un termine “afganizatsiya” (afghanizzazione) che significherebbe una frammentazione intenzionale del paese e la creazione del “caos controllato” sul suo territorio. Il termine va applicato all’Afghanistan, al Kirghistan e adesso anche all’Ucraina.
La crisi ucraina ha mutato profondamente non solo le prospettive, ma la natura stessa del progetto putiniano di Unione Eurasiatica, a oggi Unione Doganale tra Russia, Kazakhstan e Bielorussia, dal 2015 Unione Economica Eurasiatica: ha avuto l’effetto di connotarla ideologicamente, minandone la credibilità interna e internazionale; ne ha abbattuto le previsioni di crescita economica interna, indebolendola in maniera duratura. Allo stesso tempo, decretarne la fine, la scomparsa, l’inconsistenza, è prematuro.
In seguito alla fine dell’Urss, l’interesse della Cina finalizzato a sviluppare le relazioni con la Russia e i 5 stati dell’Asia centrale (Kazakhstan, Kyrgyzstan, Tajikistan, Turkmenistan e Uzbekistan) è andato espandendosi.
Diversi fenomeni potrebbero far precipitare nuovamente il mondo in una crisi finanziaria per certi versi simile a quella del 2007-2008. Si tratta di eventi distinti, ciascuno dei quali è pericoloso in sé, ma che possono in qualche modo influenzarsi tra loro attraverso forme di contagio destabilizzanti. Il fenomeno su cui gli analisti si soffermano da più tempo sono le incertezze attorno all’operazione di rialzo dei tassi di interesse annunciata dagli Stati Uniti, giustificata dalla divergenza, in positivo, della loro congiuntura economica rispetto a quella negativa o non brillante di Europa, Giappone, Cina e di numerosi altri paesi emergenti. I mercati potrebbero non accettare con calma e lucidità la fine del periodo di espansione monetaria statunitense, le borse potrebbero risentirne violentemente, la liquidità e la solvibilità di numerosi intermediari, anche fuori dagli Stati Uniti, potrebbero peggiorare gravemente. Di fronte a questo rischio la FED ha dichiarato l’intenzione di usare “pazienza” nel correggere la sua politica monetaria e continua a rimandare il primo rialzo dei tassi, che tuttavia la Presidente Janet Yellen prevede avverrà “entro la fine del 2015”.
L’accesso all'acqua come diritto – Il problema non è soltanto di approvvigionamento di risorse alimentari connesse alla disponibilità di risorse idriche, ma anche alla produzione industriale e, per estensione, a quella energetica. La disponibilità e l’accesso alle risorse idriche porta a considerare anche un’altra dimensione, quella dei diritti umani in relazione all’ambiente.
A fine dicembre 2013 tre gravi attentati hanno colpito Volgograd (ex Stalingrado, nel cuore della Russia), causando 34 morti. Gli atti terroristici, commessi da estremisti islamici, erano diretti contro le Olimpiadi che si terranno fra pochi giorni nella città russa di Sochi, tra il Mar Nero e i primi contrafforti del Nord-Caucaso. Alle spalle del terrorismo c’è la lunga guerra caucasica combattuta dai russi contro le popolazioni islamiche locali, dal 1817 al 1864.
China’s veto power as a permanent member of the UN Security Council means that it is a key actor when it comes to considering external powers’ responses to the Arab Awakening. Add to this significant and growing economic interests – most notably, but not only, as an oil importer – and China’s desire to play a role in the region becomes clearer. China’s initial response was driven
China’s growing energy needs are one of the main drivers behind the country’'s projection toward Central Asia, whose vast and mostly untapped reserves and whose strategic location provide Beijing’'s energy security policies with relevant benefits.
After the fall of USSR Central Asia has became one of the most relevant areas of international scene thanks to huge energetic resources, strategic position among Russia, China, and India, and contiguity to sensible countries such as Iran and Afghani-stan. Nonetheless, the difficult building of an effective statehood by local republics, more or less affected by a legacy of backwardness and misrule, happens in a situation of strong international competition for the control of energetic resources.