La storia recente del Mali è costellata di accordi fra potere centrale e ribelli tuareg del nord. È successo nel ’91, nel ’95, nel ’96, nel 2006 e nel 2008. Minimo comun denominatore è che la pace al nord non è mai durata un granché. Ma questa volta, secondo molti, sarà diverso.
To what extent has the French intervention weakened the African Union leadership on the Malian crisis?
È stata la crisi libica, culminata con il crollo del regime di Muammar Gheddafi, a mettere a disposizione dei ribelli tuareg maliani una grande quantità di armamenti (quasi) a costo zero. Per capire il perché è necessario però fare un passo indietro. Muammar Gheddafi era un politico di estrazione militare che guardava con estremo interesse al modello di difesa jugoslavo. Dopo la seconda guerra mondiale e l’esperienza della lotta partigiana che nei Balcani aveva messo alle corde le forze amate tedesche, Belgrado aveva creato un sistema di difesa unico.
I Tuareg (o, come loro chiamano se stessi, i kel tamasheq, “coloro che parlano il tamasheq”, la lingua in questo caso è il criterio di identificazione del gruppo etnico), popolazioni di origine berbera, spinte verso il Sahara a ondate successive (e percettibili fino al XIX secolo) dalle invasioni arabe del Nord Africa a partire dall’VIII secolo d.C., occupano una superficie molto vasta nel deserto del Sahara, oggi divisa tra diversi Stati: oltre a quelle che vivono in Niger (tra le 700.000 e il milione di persone) e del Mali (tra le 300.000 e le 500.000), altre co