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Boko Haram

Nigeria: libere le 300 studentesse rapite

Rilasciate circa 300 studentesse rapite pochi giorni fa. Ma chi sono i responsabili e cosa c’è dietro il fenomeno dei sequestri di massa nel nord della Nigeria?

 

Nigeria: sequestro di futuro

 Boko Haram rivendica il sequestro di centinaia di studenti. È solo l’ultimo di una lunga serie di violenze e rapimenti nel nord del paese, sempre più fuori controllo.

 

Nigeria senza pace

Nuovo attacco contro un villaggio nel nord della Nigeria. È solo l'ultimo episodio di violenza in una regione teatro di un conflitto decennale, in cui operano sigle jihadiste, militari e gruppi armati fuori controllo.

Humanitarian Crisis in the Lake Chad Region

In the last forty years the Lake Chad Basin has hosted one of the gravest humanitarian crises on the African continent.

Dal Sahel al Corno d’Africa: l’arco di instabilità e le aree di crisi in Africa subsahariana

Nonostante i rischi di instabilità e di violenza relativamente elevati che caratterizzano l'Africa in relazione alle altre aree del globo, nel lungo periodo il continente africano ha compiuto importanti passi verso una maggiore stabilità. La regione è da anni attraversata da profonde trasformazioni di carattere economico, politico e sociale. Da un punto di vista economico, gli stati africani hanno attraversato, tra il 2000 e il 2014, una fase di crescita eccezionalmente rapida e sostenuta. Sotto un profilo politico, l'adozione di riforme democratiche ha favorito l'introduzione di meccanismi elettorali e delegittimato il ricorso a colpi di stato. Infine, la crescita demografica del continente ha registrato tassi straordinariamente elevati. L'insieme di questi mutamenti ha prodotto ripercussioni sulla stabilità del continente.

Jihad globale, il nuovo cantiere africano

Negli ultimi mesi il fronte del jihad è sembrato ridefinirsi attraverso nuove direttrici: dall’Iraq alla Siria verso l’Egitto e la Libia, attraversando il deserto dell’Algeria e del Mali sino all’Africa occidentale, confermando la tendenza all’irradiamento delle formazioni radicali islamiche in Africa e ribadendo la trasformazione della fascia sahelo–sudanese immediatamente a sud del Sahara in una regione di instabilità e insicurezza. Alla luce di questo, il Sahara ha acquisito una nuova centralità geopolitica: se già dal 2013 l’attenzione si era focalizzata sul Mali e sull’intervento internazionale contro le formazioni radicali islamiche e secessioniste che ne avevano occupato il nord, l’attentato di Grand–Bassam (Costa d’Avorio) del 13 marzo scorso sembra rivelare un ulteriore passo avanti nella strategia dei gruppi terroristici. La concomitante rivendicazione di Aqim e al–Mourabitoun pare offrire una duplice chiave di lettura: da una parte, una nuova frontiera geopolitica della minaccia, con organizzazioni capaci di operare in luoghi sensibili ma storicamente distanti dalle tradizionali aree d'azione; dall’altra, la possibilità di una convergenza tra i numerosi gruppi (compreso Boko Haram), ora pronti a collaborare in una nuova e fluida convergenza tattica.

Boko Haram tra incertezze e minacce sottovalutate

Ci sono luoghi periferici e sconosciuti in cui all’improvviso, in determinati momenti storici, si concentrano tensioni e forze tali da trasformarli in centri d’interesse internazionale. Diffa, capoluogo a qualche chilometro dalla frontiera della Nigeria della regione più povera del paese più povero al mondo, il Niger, è uno di questi ombelichi geopolitici. Qui come nell’intera area attorno al Lago Ciad da oltre un anno è attivo Boko Haram,

Non solo Mali: la campagna africana di Aqim

“Il vostro obiettivo per il momento dovrebbe essere quello di insegnare loro le basi, educarli ad essere veri musulmani, e solo fra alcuni anni allora sarete in grado di introdurli a norme più dure perché le persone così capiranno che cosa ci si aspetta da loro”. Chi parla, anzi scrive, è Abou Mossab Abdelwadoud (nom de guerre di Abdelmalek Droukdel), leader di al-Qaeda nel Maghreb islamico (Aqim), in una lunga lettera pedagogica ai suoi seguaci di stanza in Mali.

Terrorismo in Africa: le complicità dei regimi autoritari

Se si osserva la sequenza di attentati avvenuti a sud del Sahara tra fine 2015 e inizio 2016, i più esposti sembrano essere i paesi a guida democratica. Nonostante i messaggi di resa diffusi via web dal leader Abubakar Shekau, la Nigeria nordorientale è bersagliata quotidianamente da attacchi di Boko Haram. Il Mali ha subito a novembre un attentato in un albergo nel cuore della capitale Bamako.

La debolezza degli stati saheliani di fronte alla sfida del jihadismo

La genesi degli stati africani, soprattutto per quanto riguarda la loro conformazione geopolitica, è stata segnata, più di quanto non avvenga un po’ ovunque quando ci siano scambi trasversali di carattere umano o economico, da influenze esterne. Il colonialismo europeo, nella sua funzione di state-maker, ha rappresentato il fattore che ha influito di più non solo sul tracciato dei confini ma sulle istituzioni e in ultima analisi sui meccanismi del potere, a cominciare dal grado effettivo d’indipendenza conseguita o consentita. 

Sahel: i danni delle guerre per procura

Sahel e Corno d’Africa presentano una pletora di gruppi armati che rinnovano la minaccia terroristica nelle retrovie dell’Africa settentrionale: Boko Haram, Aqim (al-Qaeda nel Maghreb Islamico), al-Mourabitoun e Ansar Eddine, e al-Shaabab.  

L’evoluzione di Boko Haram: leadership, organizzazione e rapporti internazionali

Nonostante i successi dell’offensiva militare governativa dei primi mesi dell’anno, Boko Haram (BH) resta il maggiore fattore d’instabilità e d’insicurezza del nord della Nigeria. La struttura decentralizzata e la composizione eterogenea rendono il gruppo estremamente flessibile e quindi capace di reagire a contesti diversi. Anche negli ultimi mesi BH si è adattato velocemente al “cambio di passo” del governo, tanto da intensificare il numero dei suoi attacchi.

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