A tre mesi dalle elezioni brasiliane la tendenza dice chiaramente che l’ex presidente Luis Inacio Lula da Silva è il grande favorito, con un distacco consolidato e significativo rispetto al suo avversario, l’attuale Capo di Stato Jair Bolsonaro.
Si apre oggi il 14° summit BRICS, quest’anno ospitato dalla Cina. Un meeting online, ben diverso dal tête-à-tête di febbraio tra Xi e Putin che ne ha rinsaldato l'amicizia. Ma l’obiettivo rimane lo stesso: condannare l’espansione delle “alleanze occidentali” (leggasi: NATO) e cercare di puntellare, per quanto possibile, modelli “alternativi”. Di sviluppo, di governo, di convergenze internazionali.
La scomparsa del giornalista inglese Dom Phillips e dello studioso degli indios Bruno Pereira è solo l’ultima dimostrazione del clima di violenza e illegalità diffusa che da tempo domina l’Amazzonia brasiliana. I due si trovavano da due settimane nella regione del Vale do Javari, una grande riserva indigena nei pressi del confine con il Perù, segnata dalle continue invasioni di trafficanti di droga, tagliatori di alberi, cercatori illegali di oro.
In questo nuovo episodio, Francesco Rocchetti, Segretario Generale dell'ISPI, e Silvia Boccardi parlano di Washington e Capitol Hill e dei commenti di Bolsonaro alla sparizione del reporter inglese in Amazzonia. Infine, con Eleonora Tafuro Ambrosetti, analista dell’Osservatorio Russia, Caucaso e Asia Centrale dell’ISPI, parlano della situazione ucraina, tra stallo militare e grano, e di cosa aspettarsi nel futuro.
La neutralità di Bolsonaro si spiega con la dipendenza dell'agricoltura brasiliana dai fertilizzanti russi. E Mosca ricambia con investimenti e nuove forniture.
La Cina è sempre più protagonista e cruciale per il Brasile, non solo come acquirente di materie prime, ma anche come grande investitrice in settori strategici. Il 2021 si è chiuso facendo segnare un nuovo record negli scambi commerciali tra i due paesi, con un volume complessivo di 135 miliardi di dollari. Una bilancia che pende per 87.7 miliardi di dollari sulle esportazioni brasiliane in Cina e per 47.6 miliardi sulle importazioni di prodotti cinesi in Brasile. Pechino è il primo partner in entrambe le direzioni.
Corsa a due per la presidenza brasiliana. Lula spinto dai sondaggi, mentre Bolsonaro soffre le difficoltà della gestione economica e della pandemia.
A prescindere dall’esito il voto in Brasile sancirà la frattura del paese. La società brasiliana è sempre più polarizzata.
Per superare la crisi e attrarre investimenti esteri, il Brasile sceglie la via della sostenibilità. Con particolare attenzione a energie rinnovabili e ferrovie.