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Bruxelles

Russia-Ue: giochi di potere sulla frontiera comune

Le proteste che si sono diffuse in Ucraina dopo l’annuncio del presidente Viktor Yanukovych, in occasione del Summit del Parternariato Orientale tenutosi a Vilnius alla fine di novembre, di rinunciare all’Accordo di associazione con l’Unione europea, sono un chiaro segnale di una divisione interna al paese tra la leadership politica e la parte della popolazione russofona da una parte, e il resto degli ucraini che auspicano invece una maggiore integrazione con l’Europa.

UE in progress: un nuovo grande allargamento a Est nel mirino?

La crisi economica e politico-istituzionale dell’Unione Europea non sembra aver scalfito gli obiettivi europei dei paesi candidati, o aspiranti tali, all’ingresso nello spazio comunitario.

Gli immigrati (per ora) non passano da Bruxelles

Sono impresse nei nostri occhi le terribili immagini degli immigrati i cui sogni si infrangono drammaticamente tra le acque del canale di Sicilia. Ancora una volta Lampedusa, all’estremo sud dell’Europa, rischia di rappresentare un esempio lampante di un’Unione Eu-ropea costretta, ancor più dalla crisi, a ripiegare su stessa e incapace di agire non solo in scenari più o meno prossimi, ma addirittura ai suoi margini.

Internship alla Nato

Sei mesi di stage nel quartier generale della Nato a Bruxelles, per conoscere meglio la complessa macchina che fa funzionare l’Organizzazione del Trattato Nord Atlantico, in una parola la Nato, North Atlantic Treaty Organization.
Il Segretariato Internazionale Nato ha pubblicato il nuovo bando di concorso per “Nato Internship Programme“, il programma di tirocini che accoglierà giovani da 21 anni in su, cittadini degli Stati membri dell’organizzazione. Il termine ultimo per la presentazione delle candidature è il 4 giugno 2010, il processo di selezione si concluderà entro il mese di luglio. (...)

Netherlands: Geert Wilders, the Dutch "Cricket"

In a country long known for its tradition of tolerance, the Dutch Party for Freedom (PVV) is an outlier. Vocally Islamophobic and unapologetically Euro-skeptic, the party has risen to global prominence by embodying the rise of Europe’s growing far-right fringe. At the forefront of the PVV is Geert Wilders – a Dutch parliamentarian infamous for his uncensored criticism of Islam. 

Ungheria: Europeismo "à la carte"

L’Ungheria, diversamente da altri paesi della regione, entrò in Europa il 1° maggio del 2004 senza forti emozioni né grandi contrasti interni. Prova, secondo alcuni osservatori dell’epoca, della raggiunta stabilità politico-sociale, frutto di una transizione dal comunismo alla democrazia e all’economia di mercato avvenuta senza grandi scosse, e quindi della maturità di un’opinione pubblica cosciente delle prospettive che l’adesione alle strutture e ai programmi europei avrebbe offerto al paese.

Un pericoloso mix di sottocultura e protezionismo

Da alcuni anni e sempre più spesso negli ultimi mesi, dall’interno dei paesi dell’Unione Europea si levano voci contro l’Unione stessa. Le critiche, le accuse e le recriminazioni sono diverse nei toni e nei contenuti. L’Europa non deve né può diventare uno stato perché non esiste oggi né esisterà in futuro un popolo europeo, un demos comune, al di sopra degli stati nazionali e dei popoli delle nazioni. La burocrazia di Bruxelles impone ai nostri paesi un’uniformità coatta e dannosa. L’Unione manca di legittimazione democratica.

Se all'UK Independence Party non basta l'opting out

Il Partito britannico dell’indipendenza (UK Independence Party – Ukip) venne creato all’inizio degli anni Novanta (1993), in seguito alla dissoluzione della Lega Anti Federalista, nata nel 1991 per contrastare le proposte contenute nel Trattato di Maastricht.

Germania e Austria: Il fascino dell'Euro a più velocità

Il futuro di Alternative für Deutschland, il nuovo partito tedesco anti-euro che sta nascendo in queste settimane, può essere immaginato pensando a una forbice le cui due lame sono per il momento abbastanza distanti. Da una parte c’è l’elettorato potenziale, che secondo alcuni sondaggi potrebbe superare il 20 per cento del totale. Dall’altra c’è la quota effettiva di cittadini disposti a spostare il loro voto su una nuova formazione politica come questa: non più dell’1-2 per cento, secondo molti osservatori.

No democracy, no Europe: contro la trappola dell'ansia

La crisi dell’euro ha fatto precipitare l’Europa nella “politica dell’ansia”. Il disagio sociale è sempre più acuto. Più della metà delle famiglie (Scandinavia e Germania escluse) dichiara che non ce la farebbe a sostenere una spesa inaspettata di mille euro nei prossimi dodici mesi, più di un terzo si definisce “povero”. Come stupirsi se elettori sempre più insicuri puniscono i leader in carica, si rifugiano nell’astensionismo, si lasciano sedurre dalle sirene populiste?

Grecia: La fiducia è obbligata

La reazione dei greci di fronte ai risultati delle elezioni italiane è stata univoca: è stato dato un sonoro schiaffo alla politica di austerità della cancelliera Merkel. Il ragionamento che è stato fatto nei maggiori quotidiani era che la sconsiderata politica applicata dall’Unione Europea sta distruggendo non solo il tessuto economico dei paesi più indebitati, ma pone in serio rischio anche le istituzioni democratiche: i nazisti a infangare il Parlamento di Atene, l’ingovernabilità in Italia.

Spagna e Portogallo: Al riparo dal contagio

Conviene essere subito chiari: né in Spagna né in Portogallo si sta verificando una ondata di populismo o euroscetticismo, come invece accade in altri paesi membri dell’Unione Europea (Ue).

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