Lo scioglimento dei ghiacci apre prospettive future per la rotta artica, poco battuta ma più rapida ed economica. Si scaldano i motori per una nuova partita geopolitica.
La 12esima Ministeriale del Commercio ha partorito il “Geneva Package”: passi avanti su pesca, commercio digitale e proprietà intellettuale. Con scarsa ambizione.
Due giorni per dimostrare di non essere irrilevante. Questa è la missione a cui è chiamata la dodicesima conferenza ministeriale (la prima dal 2017) dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), in corso fino a mercoledì. Non un compito facile: l’OMC ha una lunga storia di fallimenti alle sue ministeriali e non ha raggiunto alcun nuovo accordo dal 2013.
Guerra e sanzioni aprono opportunità di “friendshoring" per spostare la produzione nei Paesi amici. Una nuova geografia anche per le commodities agricole.
Tra crescita al ribasso e rialzo dei tassi, l’euro debole potrebbe spingere l’export. Ma la bilancia commerciale potrebbe peggiorare per il caro materie prime.
Gli ultimi studi OMC mostrano i danni del conflitto al commercio globale. Urge una riforma per far fronte a sfide sempre più numerose. Appuntamento a giugno?
Lo shock delle commodities ha riacceso il dibattito europeo sul reshoring e il ritorno a produzioni nazionali. La risposta, però, sta ancora nella globalizzazione.
Negli ultimi anni la tendenza al rimpatrio degli investimenti esteri è aumentata anche in Europa. L’esperienza degli Stati Uniti può essere utile?
Le dogane non servono a innalzare barriere tra Paesi: al contrario, anche grazie all’innovazione digitale possono facilitare scambi commerciali più sostenibili.
La performance del commercio internazionale nel 2021 è stata molto buona, lasciando ben sperare per il 2022. Attenzione però a pandemia e contrasti geopolitici.
Il reshoring è un fenomeno sempre più discusso per le ricadute sul futuro della globalizzazione. Fino a che punto è davvero rilevante?