L’Unione Europea non sta certo passando uno dei suoi momenti migliori, ma per molti lavorare nelle istituzioni comunitarie resta il sogno della vita. Se anche tu sei interessato a esplorare possibilità di carriera in questo ambito, un tirocinio presso la Commissione europea può essere un ottimo trampolino di lancio: tutto quello che serve è avere una laurea triennale, un’ottima conoscenza di due lingue ufficiali (tra cui inglese, francese o tedesco) e uno spirito proattivo. (...)
Nelle ultime settimane la situazione lungo la rotta balcanica (quella che i migranti percorrono per raggiungere l’Europa centrale e settentrionale) si è aggravata ulteriormente, in particolare a causa della chiusura delle frontiere, come in Macedonia, o del contingentamento dei passaggi in alcuni paesi, come Austria e Slovenia.
Abbiamo chiesto a Manlio Frigo, professore di diritto dell’Unione europea, un suo commento su alcuni recenti sviluppi nella gestione dei flussi migratori da parte dell’Ue.
Il 2015 sarà di sicuro un altro anno di discussioni, tensioni, attacchi, smentite e contro smentite ma anche, almeno si spera, di alcuni necessari passi avanti per l’Unione Europea. Non è difficile immaginare che uno degli attori principali sarà rappresentato dal nuovo presidente della Commissione Jean-Claude Juncker. Le premesse ci sono tutte. La stessa designazione di Juncker ha - sia formalmente che sostanzialmente - qualcosa di straordinario.
Da tre anni trainer per la Fondazione Punto.Sud, Sara Castagneto, ex studentessa del Master in Cooperation dell’ISPI, racconta che cosa significhi lavorare in un ente che si occupa di fornire supporto alle Ong partner di Echo, la direzione generale della Commissione europea per gli aiuti umanitari e la protezione civile. (...)
L’Unione Europea è il maggiore finanziatore di aiuti umanitari al mondo e la direzione generale per gli aiuti umanitari e la protezione civile (ECHO) è responsabile dell’aiuto fornito alle vittime di crisi e di catastrofi naturali o di origine umana, oltre i confini dell'Unione. La gestione dei finanziamenti, tra le principali risorse finanziare oggi disponibili per chi si occupa di cooperazione, avviene in partnership con Ong europee che hanno siglato il Framework Partnership Agreement e si occupano della fase di implementazione dei progetti sul campo. E’ quindi sempre più difficile per le organizzazioni umanitarie coinvolte in progetti di emergenza, non avere a che fare ECHO. Possedere conoscenze consolidate sulle sue regole e procedure può, dunque, facilitare l’ottenimento di risorse preziose per la riuscita del proprio progetto. (...)
Un'infografica illustra i dati più interessanti riguardo ai dipendenti della Commissione europea (...)
Non è sbagliato guardare con timore al risultato che euroscettici di varia natura otterranno alle elezioni del 25 maggio, ma è insufficiente. E potrebbe diventare suicida se il segnale lanciato dalle urne non fosse raccolto dai governi e dalle istituzioni della UE per dare nuovo slancio a una volontà di cambiamento non più rinviabile.
Grazie allo sviluppo delle nuove tecnologie, una sempre più capillare diffusione di internet e l’utilizzo dei social network, l’individuo non solo si trova al centro di intensi flussi di informazioni, ma è egli stesso fonte di informazioni. La libertà di espressione ne risulta pertanto ampliata in forma pressoché illimitata. Il suo esercizio deve, tuttavia, conciliarsi con la tutela di altri diritti fondamentali, in primo luogo il diritto alla privacy. Deve, altresì, essere garantita la piena trasparenza delle fonti d'informazione; le persone fisiche e giuridiche devono essere protette dai cosiddetti reati informatici; deve, infine, essere promosso un uso responsabile dei nuovi mezzi di comunicazione per evitare pericolose tensioni tra culture e religioni. Nell’articolo, l’autore esamina gli strumenti internazionali che attualmente regolano questa complessa materia e le nuove sfide che negli anni a venire la Comunità internazionale dovrà affrontare in un settore in continua e rapidissima evoluzione.
Paolo Emanuele Rozo Sordini è un diplomatico italiano attualmente in servizio presso la Direzione Generale degli Affari Politici del Ministero degli Affari Esteri, dove svolge le funzioni di Vicario dell’Ufficio per i diritti umani e il Consiglio d’Europa.
Un anno e un mese fa iniziava la mia avventura di stagista alla Commissione Europea. Una mattina di settembre, come ero solita fare dalla laurea in Legge in poi, stavo consultando i vari motori di ricerca di lavoro, nella speranza di trovare un’opportunità che mi salvasse dal Call Center. Non che vendere banche dati a professionisti fosse il lavoro più brutto del mondo. (...)
Riaprono le iscrizioni per poter effettuare uno stage presso la Commissione Europea la prossima primavera. Per poter partecipare è necessario inviare il formulario disponibile sul sito della Commissione completato in ogni sua parte e indicando le tre Direzioni Generali nelle quali si desidera lavorare. E’ consigliabile scegliere le DG in maniera coerente con il proprio percorso formativo per avere maggior chance di successo. Particolare importanza nella fase di screening è data alle lettere motivazionali: sia quella generale, nella quale il candidato dovrà presentarsi e comunicare in modo efficace il motivo della domanda di stage, sia quelle specifiche riguardanti le singole DG prescelte dove il candidato dovrà far risaltare le sue esperienze e gli elementi che lo contraddistinguono. La domanda deve essere inviata entro e non oltre il prossimo primo settembre. (...)
Non è detto che una laurea in Scienze Politiche sia l’unica via per intraprendere una carriera internazionale: anche un ingegnere civile può divenire funzionario della Commissione Europea e arrivare a Bruxelles. Ce lo racconta nella video intervista di oggi Michele Amedeo, attualmente coordinatore per le iniziative di cooperazione della UE con i paesi dei Balcani Occidentali. (...)
Da alcuni anni e sempre più spesso negli ultimi mesi, dall’interno dei paesi dell’Unione Europea si levano voci contro l’Unione stessa. Le critiche, le accuse e le recriminazioni sono diverse nei toni e nei contenuti. L’Europa non deve né può diventare uno stato perché non esiste oggi né esisterà in futuro un popolo europeo, un demos comune, al di sopra degli stati nazionali e dei popoli delle nazioni. La burocrazia di Bruxelles impone ai nostri paesi un’uniformità coatta e dannosa. L’Unione manca di legittimazione democratica.