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conflitto

Israele-Palestina: nuove tensioni all'orizzonte

In continuità con i mesi precedenti, non accenna a diminuire l’escalation di violenze che ha portato la Striscia di Gaza ad assistere ai più intensi scontri dall’Operazione Protective Edge del luglio-agosto 2014. Ad alimentare le violenze si aggiungono le tensioni politiche mai sopite tra israeliani e palestinesi e tra quest’ultimi e i diversi referenti politici dell’eterogeneo mondo palestinese, in eterno conflitto tra loro.

Venerdì, 28 settembre, 2018 - 10:45
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Yemen senza pace, sauditi senza vittoria

Il 26 marzo prossimo, lo Yemen entrerà nel quarto anno di guerra: i morti hanno superato i 10 mila, mentre 22 milioni di yemeniti  (su un totale di 27 milioni), necessitano di assistenza umanitaria. A dispetto delle tante bombe sganciate, l’Arabia Saudita è oggi meno influente in Yemen di quanto lo fosse prima dell’intervento militare iniziato nel 2015.

Lunedì, 12 marzo, 2018 - 17:15
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La guerra della legittimità

Inviato da ISPI il Mar, 28/07/2015 - 14:48

Una guerra non si vince solo con le armi. Soprattutto se si tratta di una sanguinosa guerra civile che si protrae da quasi cinque anni. In un conflitto del genere contano infatti altri fattori, meno ovvi e spesso meno raccontati, che hanno a che fare con le percezioni. L’immagine che una fazione riesce a dare di se stessa in confronto alle altre di fronte alla stremata opinione pubblica può infatti diventare determinante per incanalare verso di essa sostegno, reclute e lealtà.

Italiano
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Crisi libica: tra tentativi di mediazione e conflitto aperto

La Libia è oggi un paese diviso in due. Da una parte le milizie islamiste, legate alla Fratellanza musulmana, controllano la maggior parte della Tripolitania e dell’ovest. Dall’altra, le forze del generale Haftar mantengono le loro posizioni in diverse zone dell’est e assediano da settimane la città di Bengasi.

Giovedì, 15 gennaio, 2015 (Tutto il giorno)
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Guerra in Mali, un pantano insidioso di difficile soluzione

Mentre nelle ultime settimane gli occhi del mondo sono rivolti verso Kobane e la sanguinaria ascesa dello Stato Islamico in Iraq e Siria, nel nord del Mali continua un conflitto di bassa intensità che sfugge ai titoli dei media ma continua a preoccupare la diplomazia mondiale.

Lunedì, 3 novembre, 2014 (Tutto il giorno)
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John Kerry, Israele e il ruolo internazionale dei ‘nuovi’ Stati Uniti

Il fallito tentativo del segretario di stato americano, John Kerry, di negoziare un cessate-il-fuoco fra le Forze armate israeliane e le milizie di Hamas impegnate nella Striscia di Gaza, è una vicenda che pone importanti interrogativi sia riguardo all’evoluzione dei rapporti fra Washington e Tel Aviv nel corso degli ultimi anni, sia – più in generale – riguardo alla capacità della diplomazia Usa di continuare a incidere, nel prossimo futuro, sul delicato sistema degli equilibri mediorientali.

Venerdì, 1 Agosto, 2014 (Tutto il giorno)
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Stranieri armati combattono per la difesa dell'Ucraina

Nel latente conflitto dell’Ucraina orientale si confrontano da un lato l’esercito ucraino del nuovo governo filo-occidentale guidato dal neo-eletto presidente Poroshenko - frutto della rivoluzione di Majdan e insediatosi in seguito alle elezioni dello scorso maggio - dall’altro i separatisti ucraini filo-russi della cosiddetta Repubblica Popolare di Donetsk.

Lunedì, 14 luglio, 2014 (Tutto il giorno)
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Il jihadismo nei Balcani: i nuovi focolai bosniaci


Abstract

Negli anni ’90, in seguito al crollo del blocco sovietico, i Balcani divennero teatro di sanguinose guerre civili, come in Bosnia (1992-1995) e in Kosovo (1996-1999). Il nazionalismo imperante nelle diverse repubbliche dell’ex Federazione di Jugoslavia, l’odio etnico latente, influenti motivazioni economiche, interessi e ambizioni personali di leader politici furono tutti elementi che contribuirono a porre fine, in modo drammatico, all'esperienza della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia.

Mercoledì, 2 luglio, 2014 (Tutto il giorno)
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Crimea: mossa sbagliata nel risiko mediorientale di Putin?

“Recupero delle province ribelli e nuovo vigore internazionale”. Se la politica estera seguisse davvero le regole del Risiko, potremmo dire che la carta nelle mani di Putin preveda proprio questo obiettivo. Dopo la Crimea quindi, quali altre carte pretenderà di giocare Putin nell’ottica di vincere la sua partita a Risiko? Al di là delle possibili manovre in Europa orientale – in Transnistria per esempio – l’obiettivo di Mosca è di tornare a svolgere il ruolo esclusivo di antitesi agli Stati Uniti sullo scacchiere internazionale.

Venerdì, 28 marzo, 2014 (Tutto il giorno)
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Armi chimiche: una ferita lunga da guarire

I media se ne sono quasi dimenticati ma il disarmo degli arsenali chimici siriani sta continuando tra alti e bassi e soprattutto molti ritardi.

Venerdì, 28 marzo, 2014 (Tutto il giorno)
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