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Anche se il corona è un virus sviluppato in una pandemia di irrazionale terrore, c’è qualcosa di “salutare” nei suoi effetti: è un bagno di umiltà per noi milanesi e lombardi, ci insegna a capire cosa vuol dire finire dalla parte sbagliata della storia. Non più eccellenza ma untori, dall’ape spritz-Campari all’amuchina. Israele ha rimandato a casa, senza farli nemmeno scendere, i viaggiatori di tutti gli aerei provenienti da Milano e Bergamo. Le autorità di Mauritius hanno diviso gli appestati del Lombardo-Veneto dagli altri.
In Russia, come in Unione Europea, la paura del coronavirus si sta propagando più in fretta del virus stesso. A differenza degli altri paesi, però, la Russia condivide oltre 4000 km di confine con la Cina, uno dei più lunghi al mondo; inoltre, da alcuni anni Mosca sta tentando di riorientare – non sempre con successo – la propria economia verso Pechino, anche alla luce delle rispettive tensioni con l’Occidente.
L’economia, la diffusione dei contagi, i ritardi nel dare l’allerta e le relazioni tra stati. L’epidemia di coronavirus, o Covid-19 come è stato ribattezzato, sta mettendo a dura prova l’immagine di Pechino e le relazioni della Cina con il resto del mondo.
Facciamo il punto da oggi e nei prossimi giorni con con un approfondimento video quotidiano.
Gli effetti collaterali dell’epidemia di coronavirus iniziano a farsi sentire sulle economie africane e la tensione cresce nel continente dopo il primo caso accertato in Egitto. Una ripercussione attesa e quasi inevitabile, essendo la Cina il primo partner commerciale del continente, con vasti investimenti ed espansione della presenza di imprese cinesi nella regione negli ultimi 15 anni. La domanda di materie prime da parte di Pechino è in brusca frenata, il turismo è bloccato e le esportazioni si sono ridotte per il crollo dei consumi cinesi.
Quattro mesi. Solo quattro mesi dividono le immagini spettacolari della parata del Settantesimo anniversario della Repubblica Popolare, da quelle tristi che oggi arrivano da Pechino, da Wuhan, da Shanghai, dalle altre megalopoli e dai villaggi del grande impero di Xi Jinping.
Le vittime del Coronavirus 2019-nCoV raggiungono quota 427. E mentre Macao chiude i suoi casinò per due settimane e il Giappone blocca 3500 persone a bordo di una nave da crociera, Pechino e il mondo fanno i conti col costo economico della pandemia.
Dopo oltre 76 mila contagiati e 2248 morti non è ancora chiaro come la potenziale epidemia internazionale del coronavirus evolverà nelle prossime settimane. Quello che sappiamo però per certo è che l’infezione si è rapidamente estesa dagli esseri umani all’economia globale, andando a impattare quasi tutti i settori di commercio e produzione, compreso il mercato petrolifero. Dall’inizio della crisi i prezzi del greggio sono infatti rapidamente precipitati sotto la soglia di 50 dollari al barile (per poi rimbalzare intorno ai 53 dollari).
La crisi legata al coronavirus rischia di peggiorare ancora di più i rapporti tra Repubblica Popolare Cinese e Taiwan. I risultati delle elezioni dello scorso 11 gennaio, durante le quali la presidente Tsai Ing-wen si era conquistata la riconferma, hanno già chiarito che il gelo continuerà anche nei prossimi quattro anni.