Come interagiscono la geopolitica e le infrastrutture? Quali effetti economici generano queste ultime, soprattutto in una prospettiva di lungo termine? Come si posizionano le aziende italiane nel contesto internazionale e che effetti può avere l’innovazione tecnologica sul settore?
Alla vigilia del 19° Congresso del Partito Comunista Cinese, l’impatto della supply-side structural reform, intrapresa per razionalizzare e aumentare la produttività industriale cinese (soprattutto quella delle grandi aziende statali operanti nel settore pesante) sta investendo da mesi anche i principali produttori di alluminio e le raffinerie della provincia dello Henan.
L'adozione di un regolamento europeo [1] sugli investimenti esteri in entrata nell'UE, annunciata dal presidente Jean-Claude Juncker nel discorso annuale sullo Stato dell'Unione lo scorso 13 settembre, non soltanto segna un punto di svolta epocale nelle relazioni economiche tra l'Europa e i principali paesi investitori nel continente, soprattutto la Cina, ma è destinata a cambiare il ruolo dell'Unione nella nuova digital age della globalizzazione, di cui la Cina vuole essere protagonista.
La crisi finanziaria internazionale del 2008 non ha colpito la Spagna con la stessa forza con cui è esplosa negli altri paesi, grazie a quelle che allora erano considerate oculate politiche di supervisione bancaria che hanno impedito alle banche spagnole di operare nel mercato dei mutui subprime e che le hanno obbligate a mettere al riparo i loro bilanci. Da allora però le difficoltà dei mercati finanziari internazionali e lo scoppio della crisi del debito dell’area euro hanno reso manifeste le debolezze della Spagna dovute a squilibri interni ed esterni accumulatisi negli anni.
Negli ultimi due anni la regione del Mediterraneo è stata attraversata da importanti e profonde trasformazioni. Al di là delle differenze e delle peculiarità delle singole realtà, i paesi arabi sono accomunati da problematiche politiche e socio-economiche simili: longevità dei regimi, autoritarismo, deficit democratico, forti restrizioni alle libertà individuali, pressione demografica e significativa percentuale di popolazione giovanile, elevata disoccupazione, soprattutto tra i giovani, povertà diffusa.
La produzione industriale cinese continua a crescere a tassi elevati anche nel 2012, tuttavia – a meno che non vi sia un grande balzo delle esportazioni nei prossimi mesi - per la prima volta in questo secolo, il tasso di crescita dell’economia cinese scenderà al di sotto dell’8%.
Da diversi mesi ci si interroga a gran voce sulle modalità attraverso le quali rilanciare la crescita in Europa. Tante ipotesi sono state presentate e tante parole sono state spese ma, a ben vedere, non ci sarebbe molto da inventarsi “ex novo”; basterebbe infatti ricordarsi con più costanza della strategia “Europa2020”per la quale l’Ue ha già progettato linee d’azione che tutti i paesi membri si sono impegnati a perseguire per una crescita “intelligente, sostenibile e inclusiva”.