Con l’inizio di dicembre, in Italia i consumi di gas immesso nelle reti di distribuzione (in massima misura usati per il riscaldamento) sono tornati ai livelli del 2019. A tutta prima sembrerebbe che neppure bollette salate stiano riuscendo a convincere gli italiani a risparmiare a sufficienza sul riscaldamento domestico, di uffici, negozi ed edifici pubblici. Ma non è proprio così. Ecco perché.
È presto per sapere se arriveremo alla prossima primavera con scorte sufficienti di risorse per l’inverno 2023. Occorre agire ora per preparare il futuro.
Il Consiglio europeo ha demandato alla Commissione di elaborare un meccanismo per imporre un tetto all’import di gas russo. Oggi però le priorità sono altre.
Parole prima relegate ai dibattiti tra esperti del settore sono oggi assurte a fonte di apprensione per famiglie e imprese. Un tentativo di chiarirne il significato.
I rigurgiti di violenza che, in questi giorni, sta sperimentando la crisi ucraina hanno radici profonde. Il conflitto odierno, spesso semplicisticamente interpretato come una contrapposizione tra filo- e anti-europeisti (o, simmetricamente, tra filo- e anti-russi), trova il suo alimento dalla storia e della geopolitica di una paese tradizionalmente conteso anche (se non soprattutto) per il suo essere, sotto molti aspetti, la vera ‘frontiera’ fra Est e Ovest.