Crisi economica | Page 6 | ISPI
Salta al contenuto principale

Form di ricerca

  • ISTITUTO
  • PALAZZO CLERICI
  • MEDMED

  • login
  • EN
  • IT
Home
  • ISTITUTO
  • PALAZZO CLERICI
  • MEDMED
  • Home
  • RICERCA
    • OSSERVATORI
    • Asia
    • Cybersecurity
    • Europa e Governance Globale
    • Geoeconomia
    • Medio Oriente e Nord Africa
    • Radicalizzazione e Terrorismo Internazionale
    • Russia, Caucaso e Asia Centrale
    • Infrastrutture
    • PROGRAMMI
    • Africa
    • America Latina
    • Global Cities
    • Migrazioni
    • Relazioni transatlantiche
    • Religioni e relazioni internazionali
    • Sicurezza energetica
    • DataLab
  • ISPI SCHOOL
  • PUBBLICAZIONI
  • EVENTI
  • PER IMPRESE
    • cosa facciamo
    • Incontri su invito
    • Conferenze di scenario
    • Executive Education
    • Future Leaders Program
    • I Nostri Soci
  • ANALISTI

  • Home
  • RICERCA
    • OSSERVATORI
    • Asia
    • Cybersecurity
    • Europa e Governance Globale
    • Geoeconomia
    • Medio Oriente e Nord Africa
    • Radicalizzazione e Terrorismo Internazionale
    • Russia, Caucaso e Asia Centrale
    • Infrastrutture
    • PROGRAMMI
    • Africa
    • America Latina
    • Global Cities
    • Migrazioni
    • Relazioni transatlantiche
    • Religioni e relazioni internazionali
    • Sicurezza energetica
    • DataLab
  • ISPI SCHOOL
  • PUBBLICAZIONI
  • EVENTI
  • PER IMPRESE
    • cosa facciamo
    • Incontri su invito
    • Conferenze di scenario
    • Executive Education
    • Future Leaders Program
    • I Nostri Soci
  • ANALISTI

Crisi economica

Ripartire dall'Europarlamento

La crisi esplosa tra il 2007 e il 2008 con lo scoppio della bolla speculativa sui mercati e il fallimento di Lehman Brothers negli Stati Uniti sta assumendo nuovi contorni: è stata prima finanziaria, poi è diventata economica, ora è sociale e politica. Ormai non c’è paese in Europa che di questi tempi non sia afflitto da sentimenti euroscettici o più semplicemente nazionalisti.

Cipro: il destino economico dell’Unione si gioca in periferia

Domani a Nicosia si decide un altro pezzetto del futuro dell’Unione europea e dell’Eurozona.  Risparmiatori, aziende e mercati aspettano di conoscere la decisione del Parlamento cipriota che si trova a dover approvare, se non quasi ratificare, l’imposizione di una tassa nazionale pari al 6,75 per cento sui depositi inferiori ai 100 mila euro e del 9,9 per cento su quelli superiori a questa soglia per salvare il Paese dalla bancarotta.

Egitto: Morsi, l'alleato islamico

La tappa al Cairo del recente tour in Medio Oriente del nuovo segretario di stato americano, John Kerry, ha trovato eco sui media globali principalmente per le proteste che ha suscitato presso la variegata galassia delle opposizioni egiziane, tanto sul versante delle piazze, da cui ha presto fatto il giro del mondo la caricatura del neosegretario raffigurato con un’improbabile barba islamica, quanto su quello più politico, con il significativo rifiuto a una proposta d’incontro espresso dai due principali leader del Fronte di Salvezza Nazionale, il

Ue: lentezza, insopportabile lentezza

Tra i peggiori difetti dell’Unione europea c’è sicuramente la sua lentezza. La lentezza rischia di essere il vero tallone d’Achille della costruzione europea, soprattutto nel mondo di oggi in cui la potenza dei mercati finanziari si misura nella capacità di muovere in tempo reale una mole esorbitante di denaro. Spesso ci si interroga sul potere e sulle competenze delle Istituzioni comunitarie pensando di aumentarle per permettere all’Ue di essere più potente, ma ci si dimentica che ora più che mai il potere è legato anche alla velocità di risposta. 

Socialismo del XXI secolo a rischio povertà

Il modello economico di Hugo Chávez, il chavismo, deve fare i conti non solo con l’eventualità di un governo senza la figura carismatica del presidente Chávez, ma anche, e forse soprattutto, con il peggioramento della situazione socio-economica dei venezuelani.

Un Lìder senza successore

La situazione in Venezuela appare sempre più instabile, il presidente della Corte Suprema Luisa Estella Morales ha dichiarato che la posticipazione del giuramento di Chávez è legittima ma il Paese rimane formalmente senza governo. Hugo Chávez è ricoverato a Cuba dopo l’ennesimo intervento operatorio per combattere la sua battaglia contro il cancro, una malattia di cui non sono mai state rese pubbliche informazioni sull’esatta natura e sulla gravità.

People to Watch - Peer Steinbrück

Spd è il partito più antico dell’attuale scena politica europea. Quello che nel Novecento ha saputo sottrarre nel modo più convincente la retorica “progressista” ai partiti liberali che nell’Ottocento interpretavano la “filosofia del futuro” come ideologia della borghesia emergente. La componente prospettica è stata centrale in tutta la storia del partito, che nell’inno dei tempi di Willy Brandt in-carnava la “forza trainante del nuovo tempo”.

People to Watch - Mario Monti

The ever sage Lord Palmerston reckoned that «The function of government is to calm, rather than to excite agitation». That rather sums up Mario Monti’s approach. In his first year in government, he fulfilled the objective very effectively only to excite a great deal of agitation over his personal role in the future as his term in government came to an end. Next year there will certainly be much excitement around Monti before he resumes his more normal calming role.

Crisis to Watch – Regno Unito

Nel 2013, la tormentata vicenda della partecipazione della Gran Bretagna all’UE, potrà divenire più spinosa. La deriva del Regno Unito verso posizioni di accentuato euroscetticismo non sorprende chi conosce il sofferto rapporto di Londra con Bruxelles e ha interpretato l’affermazione, pur relativa, dei Conservatori alle ultime elezioni politiche anche come spia dei sentimenti avversi all’integrazione in Europa, storicamente presenti nella società del Paese. 

Bric: le prime crepe

Brasile, Russia, India e Cina (e più in generale i cosiddetti “emergenti”) hanno una peculiarità: comunque vada la loro economia, qualunque evoluzione prenda la loro politica interna ed estera sono per noi, per l’Occidente, un fattore di preoccupazione.

Negli anni ’80 e ’90 erano le loro crisi finanziarie (prima il Brasile, poi la Russia e l’Asia) a mettere periodicamente in subbuglio i nostri mercati.

L’Europa al bivio

In uno scenario globale di perdurante incertezza nella politica mondiale (il rischio di Babele), l’Unione Europea contribuirà ad accrescerla, continuando a parlare con voci diverse o, per contro, agirà come riduttore di complessità, risolvendo i suoi dilemmi interni e sviluppando una politica estera e di difesa univoca?

Eurodemocrazia nella morsa dei populismi

L’osservazione dell’Europa, e in particolare dei 27 Paesi che fanno parte della Unione Europea, conferma la tesi secondo cui l’andamento dell’economia incide potentemente sul funzionamento delle istituzioni politiche. È noto da molto tempo che esiste un rapporto stretto fra lo sviluppo economico e la genesi, e poi la stabilità, della democrazia. L’Europa di oggi ci mostra anche quanto sia stringente il legame fra la crescita (o la recessione) economica e i processi d’integrazione sovranazionale.

  • « prima
  • ‹ precedente
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
  • 6
  • 7
  • seguente ›
  • ultima »

SEGUICI E RICEVI LE NOSTRE NEWS

Iscriviti alla newsletter Scopri ISPI su Telegram

Chi siamo - Lavora con noi - Analisti - Contatti - Ufficio stampa - Privacy

ISPI (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale) - Palazzo Clerici (Via Clerici 5 - 20121 Milano) - P.IVA IT02141980157